Lettere
Fuga mundi

di Veronica Tussi

Alle volte, gentile direttore, capisco la poco evangelica, forse un po’ egoistica fuga mundi delle monache di clausura. E’ vero che non avranno mai la possibilità di passare per la strada dove passò il buon samaritano e quindi di farsi prossimo del malcapitato percosso dai briganti, però per loro è l’unico modo di sentirsi vicino a Dio. Il buon parroco della chiesa che frequento, parla sempre sottovoce, non accende mai troppe luci, neppure quando recita la Messa; dice che i rumori, il chiasso, le luci, stordiscono, accecano, e impediscono di sentirsi vicino al Signore. Non capisco invece la scelta della Chiesa di questi ultimi tempi di fare tanto chiasso. Dovrebbe parlare sottovoce ai fedeli, ed invece grida. Forse non è colpa sua, forse è colpa dei mezzi di comunicazione, ma vescovi e cardinali sanno bene ormai che ogni loro parola è amplificata, gridata, ripetuta, banalizzata. Non converrebbe, per il bene della Chiesa, per farla sentire più vicina a Dio, che parlassero ai fedeli attraverso i sacerdoti nelle parrocchie, i quali di norma amano parlare sommessamente?

Veronica Tussi



Marted́, 22 gennaio 2008