Lettera
E la folla applaude

di Attilio Doni

Caro direttore, il trionfo di Berlusconi a Via dei Fori Imperiali, in occasione della sfilata delle Forze Armate, mi ha fatto venire in mente, per contrasto, un’espressione che impropriamente usavamo tra fratelli. Quando uno degli otto (tanti eravamo) combinava una marachella, un guaio, dicevamo che "stava in confidenza". Volevamo dire che doveva mostrarsi mortificato, consapevole d’averla fatta grossa, e quindi non poteva, anche per l’intera giornata, comportarsi come se niente fosse successo, giocare e parlare con gli altri tranquillamente. Il tempo della "confidenza" era proporzionato alla gravità del guaio combinato e della relativa punizione. Berlusconi, essendo responsabile dei guai italiani, come tutti coloro che ci hanno governato da un po’ di anni a questa parte (spazzatura, problema sicurezza, mafia, ecc. non sono calamità naturali), anziché mostrarsi mortificato, come dovrebbero far tutti i nostri uomini politici, continua a sorridere felicissimo come se non c’entrasse nulla con la situazione in cui il Paese si trova. E la folla applaude.

Attilio Doni Genova



Martedì, 03 giugno 2008