Lettere
Fede e superstizione

di Elisa Merlo

Gentile direttore in un’intervista rilasciata a "Liberazione" (8 gennaio) Sergio Luzzatto, a proposito dell’eventuale riesumazione della salma di Padre Pio, alla domanda: "La Chiesa sembra aver bisogno di ricorrere in continuazione ad espedienti di questo genere per ridestare l’attenzione di una popolazione, come quella italiana, più legata ad un conformismo materalista che ad un vero interesse per la religione. Che cosa ne pensa?", ha risposto: "Da non credente come io sono fatico a giudicare l’essenza ultima di gesti di fede o di credenza come sono questi di cui stiamo parlando. Mi sembra una soluzione di comodo quella di liquidarli con parole che comunque io credo siano inappropriate...come superstizione o materialismo. La fede è sempre fatta di tanti ingredienti...". Un credente però che non ha rinunciato alla ragione, la quale come la fede gli viene da Dio, può giudicare, e distinguere nettamente la fede nel Cristo del Vangelo, dalla "fede" in Padre Pio, e definire quest’ultima appropriatamente superstizione. Può distinguere tra i "sacrifici" inutili del frate di Pietrelcina (malori invocati e procurati, stigmate, botte da orbi da parte del demonio, ecc.) e il nobile cristiano sacrificio, tanto per fare un esempio, del suo contemporaneo San Massimiliano Kolbe. E può facilmente immaginare perché Papa Ratzinger, come afferma Luzzatto, non ha dimostrato di scaldarsi più di tanto di fronte alla storia del frate di Pietrelcina".

Elisa Merlo



Giovedì, 10 gennaio 2008