LUnità 5 agosto 2008
Il corpo non è persona
Gentile direttore, quante parole ed espressioni improprie o addirittura senza senso nei tanti discorsi sul caso di Eluana Englaro! Il direttore generale della Sanità della Lombardia afferma che "Le strutture sanitarie sono deputate alla presa in carico diagnostico - assistenziale dei pazienti" e "in tali strutture, hospice compresi, deve inoltre essere garantita lassistenza di base che si sostanzia nella nutrizione, idratazione e accudimento delle persone". Alberto Gambino su Avvenire (22 luglio) scriveva: "Nel caso di Eluana, la libertà di rifiuto del trattamento terapeutico slitta nel rifiuto di assistenza umanitaria". Parlava di integrità fisica, libertà personale, di vita quale bene indisponibile. E concludeva larticolo disinvoltamente: "Nessun giudice potrà impedire che qualcuno ricominci a dare da bere e da mangiare a Eluana". Ma sono le persone a mangiare e a bere, il corpo di Eluana Englaro non mangia e non beve; riceve sostanze nutrienti (non brodi o frullati) con un sondino, e riceve cure (svuotamento dellintestino, catetere, medicinali, ecc.) che ne impediscono il deperimento. Anche il termine "morte" dà adito ad equivoci, giacché sono le persone a morire. Tutti i discorsi infarciti di tali espressioni si basano su un madornale equivoco di fondo. Si parla del corpo di Eluana Englaro, come se fosse una persona. In realtà, un corpo da ben sedici anni privo di pensiero e di coscienza e di sensibilità, non può essere definito persona. Si tratta del corpo che apparteneva alla persona Eluana Englaro. Francesca Ribeiro
Venerdì, 05 settembre 2008
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