Lettera
Diritto o dovere?

di Francesca Ribeiro

Caro direttore, riguardo alla decisione dei giudici di autorizzare la sospensione della alimentazione ad Eluana, in stato vegetativo da 16 anni, il neopresidente della Pontificia accademia per la vita Rino Fisichella, ha dichiarato: "Il coma è una forma di vita e nessuno può permettersi di porre fine a una vita personale". Ora, qualora ci accorgessimo che un innocente è in carcere, sarebbe lecito chiederci se abbiamo il diritto di dargli la libertà? Non sarebbe giusto parlare di dovere anziché di diritto? Il prigioniero innocente avrebbe diritto alla libertà, noi avremmo il dovere di dargliela. Il discorso vale ancor più per il malato prigioniero della sofferenza e in qualche modo della morte: non possiamo parlare del nostro diritto di "sopprimere la vita", ma dobbiamo parlare del suo diritto di morire, e quindi del nostro dovere di aiutarlo a morire.

Francesca Ribeiro



Giovedì, 10 luglio 2008