Lettera
Le contraddizioni di Benedetto XVI

di Rosario Amico Roxas

Le immagini del pontefice Benedetto XVI mentre celebra il mistero della Messa voltando le spalle ai fedeli, hanno fatto il giro del mondo; certamente ha voluto essere un esempio da diffondere a tutti i sacerdoti, trattandosi del “vescovo di Roma” .
Benedetto XVI ha celebrato l’eucarestia con le spalle ai fedeli durante la consueta messa dei battesimi di inizio anno. La tradizione pre-conciliare si e’ così riaffacciata nella Cappella Sistina, di fronte a 13 neonati battezzati e ai loro parenti. Per la prima volta da decenni, il Papa ha voluto adoperare l’altare addossato al muro e non più quello mobile che dava modo ai celebranti di guardare in faccia i fedeli.
Ecco che riprende il dualismo che Benedetto XVI non affronta e non risolve; un dualismo che egli stesso conferma nel messaggio papale a “La sapienza”, che venne letto al posto dell’intervento che avrebbe dovuto gestire.
Leggiamo, infatti, in quel messaggio la conferma della sua duplice figura di professore e di pontefice, quando dice:
“Nella mia lezione a Ratisbona ho parlato, sì, da Papa, ma soprattutto ho parlato nella veste del già professore di quella mia università, cercando di collegare ricordi ed attualità. Nell’università "Sapienza", l’antica università di Roma, però, sono invitato proprio come Vescovo di Roma, e perciò debbo parlare come tale.”
Emerge la grande confusione dei ruoli tra il professore e il pontefice; il primo che insegna e il secondo che testimonia; una confusione che non risolve la priorità dell’investitura pontificia sulla dottrina del professore.
Se il vescovo di Roma ha ritenuto di dover dare l’esempio a tutti i sacerdoti di una celebrazione della Messa pre-conciliare, anche il professore che è in lui, e che emerge ad ogni piè sospinto, dovrebbe fare lo stesso; in che modo ?
Per coerenza dovrebbe prevedere una lectio magistralis dando le spalle agli ascoltatori.


Rosario Amico Roxas



Giovedì, 24 gennaio 2008