Lettera
Confusione

di Renato Pierri

Gentile direttore, quanta confusione fanno atei e credenti riguardo alla fede in Dio. Un lettore su La Stampa (19 giugno), dopo aver letto con entusiasmo un’intervista a Odifreddi, scrive: "Nel 1978 morì mio nonno al quale volevo molto bene...L’insegnante di catechismo... mi vide piangere... e... Disse queste parole: «Dio l’ha chiamato a sé, aveva bisogno di lui». Cosa se ne faceva Dio di mio nonno? Da quel momento non sono più andato in chiesa, al catechismo e affini. Non ho più creduto in Dio". Ecco, il lettore basandosi sulla sciocchezza detta dall’insegnante di catechismo, si allontana dalla fede. Dio (il dio cristiano) non chiama nessuno a sé, e non ha bisogno di nessuno. Una delle cause dell’ateismo è la credenza in un falso dio, spesso trasmessa proprio da persone religiose, o dalla Chiesa stessa. Così, ad esempio, avviene che ci si possa allontanare dalla fede, dopo aver pregato invano per ottenere una grazia ed avendo creduto erroneamente (con una certa presunzione) che le nostre preghiere inducano automaticamente Dio ad intervenire nella nostra storia personale. E perché non in quella di milioni di persone magari più bisognose d’aiuto?

Renato Pierri



Giovedì, 19 giugno 2008