Lettera
Elezioni e memoria involontaria

di Raffaele Ibba

Ho l’impressione che la memoria storica del nostro paese sia diventata una sorta di memoria immunitaria, capace di ricordare solo gli anticorpi (più o meno velenosi) messi in atto per rimediare a certe patologie, piuttosto che le patologie medesime e le fisiologie che le accompagnavano.

Noto due fatti.

Il primo è che il porcellum è una legge elettorale nata dall’odio - sentimento per cui si desidera il male dell’avversario anche a costo di subire noi stessi le conseguenze del male che operiamo.

La seconda è che è una legge fatta in modo cretino, con insipienza e una pressoché totale mancanza di saggezza - quello che Cartesio chiamava buon senso e pensava che fosse equalmente distribuito.

Una delle caratteristiche principe del porcellum è che abolisce la democrazia. Cioè accentra la decisione sulla formazione della classe dirigente politica in pochissimi decisori e nei (non molti neppure loro) ricattatori reali dei decisori. I decisori delle liste sono in Italia oggi una dozzina di persone, i riccattotori dei decisori saranno ... boh? un centinaio di persone? forse, forse sono troppi. Magari sbaglio numeri ed allora Federico Geremicca, o chi altro per lui, me lo farà notare.

Ma quello che voglio dire è che in Italia sta scomparendo la memoria storica del paese. Che uno studente liceale mi chieda, chiedendo conferme in classe, di che partito era Aldo Moro è grave.

Personalmente non ho ancora fatto quella parte del programma e la farò - di sicuro. Ma significa che la consapevolezza collettiva, di chi siamo e perché, diffusa in giro, ovvero la memoria storica reale (e non quella dei professori universitari) del paese è bassissima. Ed è uno studente di un corso selezionato, reputato "difficile", di una scuola selezionata, dove il livello linguistico di base, familiare e di provenienza, è maggiore (liceo sceintifico).

Federico Geremicca me lo dimostra.

Perchè oggi (stamani 10 marzo 2008 alle ore 8,30, circa) sulla Stama in linea ho letto un suo intervento sul porcellum, peraltro condivisibilissimo. Ma dove, al termine, dice che chi vuole il voto di preferenza non rammenta cosa era il voto di preferenza al tempo della prima repubblica.

Io ricordo.

Il voto di preferenza è stato il modo attraverso cui una classe politica, cattolica e democratica, ha salvato l’Italia dalla guerra civile e dal colpo di stato anticomunista. Perchè è stato lo strumento raffinato, cioè efficace e privo di odio (esattamente il contrario del porcellum, cioè) con cui nella Dc e nei partiti satelliti si è potuto rappresentare l’intero stato e l’intera società italiano (come dice uno storico Usa che vive a Firenze, che sbaglia quasi tutto - secondo me - ma sulla Dc partito-stato ha ragione; pure se temo che lui lo dica in una intenzione differente dalla mia, anche perchè ci aggiungo la società). Ma il voto di preferenza prevede una classe dirigente, prima che politica, unita in alcuni valori di fondo ed in comportamenti sociali diffusi. Non so quanti anni ha Federico Geremicca, ma non sarà molto più grande di me (1950). Lo invito a ricordare la rete di relazioni sociali in cui i nostri padri si ricoscevano a da cui operavano la società, sia che fossero cattolici, che liberali, che comunisti (e non laici, termine “del cazzo” che nulla significa e serve solo a confondere volutamente, a fare maschera). Poi quel mondo è saltato e Aldo Moro è stato ucciso. Ma oggi la Dc, le reti sociali, le solidarietà diffuse ... tutto scomparso, come Giovannino Guareschi o don Milani, nelle quote delle celebrazioni che fanno finta. Un mondo senza tempo e senza dignità che si autorappresenta - avendo vergogna di se stesso e, quindi, dicendo di non rappresentarsi.

Faccio una previsione. Il meccanismo di fondo del porcellum non lo cambierà nessuno.

ciao

raffaele



Lunedì, 10 marzo 2008