Lettera
Assurdo calvario

di Renato Pierri

Gentile direttore, stesi in strada con le banderillas infilzate nella schiena, gli animalisti hanno protestato, alla vigilia della tradizionale corsa dei tori a Pamplona. La notizia non fa notizia. Alcuni quotidiani neppure la riportano. Altri ne parlano come di una curiosità che fa sorridere. E del resto, con tutti i problemi che ha questa povera umanità, possiamo anche preoccuparci della sofferenza degli animali? Eppure la loro sofferenza per certi versi è peggiore di quella degli uomini. Giovanni Paolo II, nella Salvifici doloris scriveva: "Il dolore, specie quello fisico, è ampiamente diffuso nel mondo degli animali. Però solo l’uomo, soffrendo, sa di soffrire e se ne chiede il perché". Ma gli animali, come i bambini, non hanno questo vantaggio; non si chiedono il perché della sofferenza, né possono darle un senso qualsiasi. A Pamplona i tori non sanno che devono soffrire per lo svago degli uomini. Non sanno perché gli uomini li tormentano. Corrono corrono per fuggire dal frastuono che li fa impazzire; dal dolore provocato ad arte con pungoli elettrici e bastoni appuntiti; corrono e cadono e si spezzano le zampe e vengono travolti dai loro stessi compagni di sventura. Muoiono. La gente si diverte. Penserà un giorno il governo della modernissima Spagna anche ad una legge che protegga gli animali dalla ottusità degli uomini?


Renato Pierri



Lunedì, 07 luglio 2008