Conoscere l’islam
Il Viaggio Notturno

Riprendiamo questo articolo dal sito www.islam-online.it


In questi giorni la comunità musulmana ricorderà il Viaggio Notturno del Profeta, avvenimento molto importante di cui parlano due sure  del Corano, la XVII, intitolata proprio Al Isrâ’ (Il Viaggio Notturno) e la Sura LIII, An-Najm (La Stella). Oscurità e luce i concetti che vi appaiono collegati. 

Il viaggio si compie di notte (1), come dice il primo versetto della sura XVII, la notte è un segno pregante nella vita dell’uomo, proprio nella sua oscurità:

"Abbiamo fatto la notte e il giorno come segni: è oscuro il segno della notte, mentre è chiaro il segno del giorno, affinché in essi cerchiate la grazia del vostro Signore e conosciate lo scorrere degli anni e il computo [del tempo]... " (XVII,12)

La notte è simbolo del mistero, del ghaib, e quindi chiama la fede, che è il modo corretto per l’uomo di rapportarsi al ghaib “alladhīna Yu’uminūna Bil-Ghaybi ”… (Corano II,3), se non ci fosse mistero non ci sarebbe fede…

E’ una grande fede quella che scorgiamo nel profeta Muhammad, pace e benedizione su di lui, quando in uno dei periodi più dolorosi della sua vita, che viene chiamato “’âm ul huzn”, anno della tristezza (619-620 d.C.), in cui in soli tre giorni, aveva perso l’amatissima moglie Khadîja (che Allah sia soddisfatto di lei) e lo zio Abû Tâlib, capo del suo clan e suo protettore... fu maltrattato dalla gente di Ta’if dove sperava  trovare una qualche solidarietà. Ingiuriato e respinto pregò così:

Mi rifugio in Te, Signore, [afflitto] dalla mia debolezza e dalla mia impotenza. Tu sei il Dio dei deboli, Tu sei il mio Signore e il mio Dio. Mi abbandonerai a stranieri nemici? Se non ho suscitato il Tuo corruccio, non temo alcunché. Mi rifugio nella Luce del Tuo Volto che ha illuminato. Non c’è forza e non c’è potenza se non in te”. 

Racconta la tradizione che dopo questa invocazione, scese in lui pace, e poco tempo dopo, “Allah (gloria a Lui l’Altissimo) gli diede un meraviglioso segno della Sua Benevolenza. La tradizione, ricchissima a questo proposito, ci riferisce che una notte, mentre Muhammad (pace e benedizioni su di lui) stava dormendo, fu svegliato da Gabriele (pace su di lui) e condotto a Gerusalemme … (dal Corano, traduzione interpretativa di Hamza Piccardo, ed. Newton&Compton)

I primi versetti della sura oltre ad indicaci la notte come ambito in cui l’evento miracoloso ebbe luogo, ci dicono anche la finalità dello stesso : per mostrargli qualcuno dei Nostri segni.(1)

Il tema dei segni è molto presente ed importante nella rivelazione coranica. Essi infatti costituiscono un trait-d’union tra l’uomo e Dio, rivelano e velano allo stesso tempo, sono luci e ombra.

E’ davanti ai segni che si stabilisce la fede o la miscredenza, gli ingiusti sono proprio coloro che sono incapaci di leggere i segni e pensano di aver bisogno di cose straordinarie: 

“E dicono: “Non ti presteremo fede finché non farai sgorgare per noi una sorgente dalla terra;

o non avrai un giardino di palme e vigne, nel quale farai sgorgare ruscelli copiosi, o non avrai fatto cadere, come pretendi, il cielo in pezzi su di noi; o non avrai fatto venire, davanti a noi, Allah e gli angeli in tuo aiuto”.

Oppure: “[finché] non avrai una casa d’oro”; o: “[finché] non sarai asceso al cielo, e comunque non crederemo alla tua ascesa al cielo, finché non farai scendere su di noi un Libro che possiamo leggere”. Rispondi: “Gloria al mio Signore: non sono altro che un uomo, un messaggero….” (XVII.90-93)

I segni ordinari della creazione e della storia esigono un cuore aperto alla fede per essere colti:

“Ma non vedono dunque che Allah, Che ha creato i cieli e la terra, è capace di creare il loro eguale e ha fissato loro un termine, sul quale non c’è dubbio alcuno? Gli ingiusti non ammettono altro che la miscredenza.” (XVII, 99) 

I segni straordinari non si possono pretendere, sono invece dati liberamente da Allah, ma neanche questi basterebbero a chi ha il cuore malato. 

Come quelli dati a Mosè non servirono a piegare il cuore di Faraone: 

“ In verità abbiamo dato a Mosè nove segni evidenti” (XVII,101).

“…mandammo, con i Nostri segni, Mosè e Aronne a Faraone e ai suoi notabili. Essi furono orgogliosi. Era gente perversa. Quando giunse loro la verità da parte Nostra, dissero: “Questa è magia evidente”. (X,75-76) 

Così davanti al Corano:

“Di’: “Se anche si riunissero gli uomini e dèmoni per produrre qualcosa di simile di questo Corano, non ci riuscirebbero, quand’anche si aiutassero gli uni con gli altri”.

In questo Corano abbiamo proposto agli uomini ogni specie di metafora. La maggior parte di loro rifiuta [tutto quanto], eccetto la miscredenza.” (XVII,88-89) 

E al racconto del viaggio notturno…

[Ricorda] quando dicemmo: “In verità il tuo Signore ti proteggerà dagli uomini. E la visione che ti abbiamo dato, altro non è che una tentazione per le genti - come del resto l’albero maledetto1 nel Corano”. Noi minacciamo, ma [ciò] non serve che ad accrescere la loro ribellione.” (XVII,60)  

Ed il viaggio miracoloso del Profeta inizia con un ritorno, ritorno ai luoghi iniziali della rivelazione, della prima fase della rivelazione, quella ai figli d’Israele, … dalla Santa Moschea alla Moschea remota, di cui benedicemmo i dintorni (XVII,1).

Là, secondo la Tradizione egli entrò nel recinto del Masjid al Aqsâ (la “Moschea remota”), pregò Allah insieme ad Abramo, Mosè e Gesù e tutti gli altri profeti (pace su tutti loro)

La tradizione infatti ricorda come in questa occasione , gli fu rivelato il vers. 285 della Sura della Giovenca che contiene la sintesi dottrinale dell’Islàm: 

“Il Messaggero crede in quello che è stato fatto scendere su di lui da parte del suo Signore, come del resto, i credenti: tutti credono in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri e nei Suoi Messaggeri. Non facciamo differenza alcuna tra i Suoi Messaggeri.” E dicono: “Abbiamo ascoltato e obbediamo. Perdono, Signore! E’ a Te che tutto ritorna” (Corano II, 285) 

E i versetti seguenti ci ricordano infatti i profeti antichi Mosè e Noè e le vicende del popolo d’Israele, i doni ricevuti, i tradimenti perpetrati, la misericordia divina e la punizione dei peccati:

Demmo a Mosè la Scrittura e ne facemmo la Guida per i Figli di Israele [dicendo loro]: “Non prendete altro protettore che MeVi demmo quindi il sopravvento su di loro e vi corroborammo con ricchezze e progenie e facemmo di voi un popolo numeroso….Quando poi si realizzò l’ultima promessa i vostri volti furono oscurati ed essi entrarono nel tempio come già erano entrati e distrussero completamente quello che avevano conquistato…. (XVII,2 -7) 

Un ritorno a Gerusalemme, per riaffermare l’unicità della rivelazione divina e  il legame tra i profeti e la verità della guida coranica, la religione islamica si situa in continuità con la rivelazione ebraica e cristiana: 

“…[poiché questo è il Nostro] modo di agire nei confronti degli inviati che mandammo prima di te e non c’è cambiamento nel Nostro agire.” (XVII,77)  

In verità questo Corano conduce a ciò che è più giusto e annuncia la lieta novella ai credenti, a coloro che compiono il bene: in verità avranno una grande ricompensa,

e in verità per coloro che non credono nell’altra vita abbiamo preparato un doloroso castigo.” (XVII,9-10)  

“Quindi, Muhammad - le benedizioni e la pace su di lui - fu rapito fuori da questo mondo verso il Cielo.

Sulla roccia al centro del luogo del Tempio egli montò Buràq e sali oltre i sette Cieli . Tutto quello che vedeva ora, lo vedeva con l’occhio dello Spirito (Ruh) e, riferendosi alla sua natura spirituale e alla sua anteriorità in rapporto all’inizio della vita terrena, ebbe a dire: "Ero Profeta quando Adamo si trovava ancora tra l’acqua e l’argilla".

Il culmine dell’ascensione fu il Loto del Limite (Sidrat al-muntahà)2 così viene chiamato nel Corano e, in uno dei più antichi commentari basato sui detti del Profeta, viene detto : "Il Loto ha le radici nel Trono, e segna la fine della conoscenza di ogni conoscitore, che sia un Arcangelo o un Profeta - Messaggero. Tutto ciò che sta oltre è un mistero nascosto, sconosciuto a tutti, salvo a Dio".

"Quando il Loto ricoprì completamente quello che ricopre, l’occhio non vacillò nè si sviò. In verità egli osservò, di tutti i segni del Suo Signore il più grande" (LII,16-18 ). Secondo il commentario, la Luce divina discese sul Loto e lo ricoprì con tutto quello che vi stava attorno, e l’occhio del Profeta - pace e benedizioni e su lui- la osservò senza vacillare o ritrarsi. Tale fu la risposta alla supplica implicita contenuta nelle sue parole: "Mi rifugio nella Luce de Tuo Volto".

E’ in questa particolare occasione che il Profeta Muhammad- benedizioni e pace su di lui- ricevette per la sua gente, i musulmani, il comando di fare le 5 preghiere giornaliere. Inizialmente erano 50 ma con il consiglio di Mosè il Profeta- benedizioni e pace su di lui - ritornò più volte a Dio e chiese di ridurle fino al numero di 5. Quando Mosè gli disse di ritornare ancora a Dio per chiedere di ridurle ulteriormente il Profeta -benedizioni e pace su di lui-gli rispose: "Sono tornato dal mio Signore talmente tante volte e Gli ho tanto chiesto che me ne vergogno. Non tornerò più indietro." E’ per questa ragione che colui che compie le cinque preghiere, con fede e fidando nella munificenza di Allàh, avrà una ricompensa equivalente a cinquanta preghiere.”(M. Lings - "Il Profeta Muhammad", versione italiana ed. SITI - Cap. 32 - "La Luce del Tuo volto")     

Il Loto del limite presso il quale c’è il Giardino di Ma’wa , (dimora paradisiaca), la visione di Dio alberga nei pressi del Paradiso…  

La luce che illuminò il profeta Muhammad è bene espressa nel resto della Sura Al Najm, in cui spira un senso di armonia e  unità profonda, solo in Lui, nell’Unico avviene la riunificazione degli opposti, la molteplicità fa posto all’Unità: 

e che in verità tutto conduce verso il tuo Signore,

e che Egli è Colui Che fa ridere e fa piangere,

e che Egli è Colui Che dà la vita e dà la morte,

e che Egli è Colui Che ha creato i due generi, il maschio e la femmina,

da una goccia di sperma quand’è eiaculata,

e che a Lui incombe l’altra creazione ,

e che invero è Lui Che arricchisce e provvede…” (LIII,42-48)  

che è al contempo sicurezza, fiducia nella Giustizia divina che regge il mondo e la vita di ciascuno, quella giustizia che tante volte sfugge all’uomo non illuminato:

Hai visto colui che ti volge le spalle,

che dà poco e poi smette [di dare]?

Possiede conoscenza dell’invisibile e riesce a vederlo?

Non è stato informato di quello che contengono i fogli di Mosè

e quelli di Abramo, uomo fedele?

Che nessuno porterà il fardello di un altro,

e che invero, l’uomo non ottiene che il [frutto dei] suoi sforzi ;

e che il suo sforzo gli sarà presentato [nel Giorno del Giudizio]

e gli sarà dato pieno compenso…”(LIII,33-41)

Dunque prosternatevi davanti ad Allah e adorate! …”(LIII,62)

Le ombre si dissolveranno nella Luce, il dolore nella gioia, questo è il canto dell’uomo riconciliato con la sua Origine, e la sua lode ora è simile a quella del resto della creazione:

“I sette cieli e la terra e tutto ciò che in essi si trova Lo glorificano, non c’è nulla che non Lo glorifichi, lodandoLo, ma voi non percepite la loro lode…” (XVII,44)

Il ricordo del viaggio notturno ed ascesa al cielo del Profeta Muhammad, pace e benedizione su di lui, ci mostra le altezze alle quali Dio può far accedere il credente sincero, là dove la luce del Suo Volto splende e l’essere si apre in silenzio alla contemplazione del Suo Signore… Ci invita anche alla perseveranza nel cammino del bene e della preghiera, come ci ha mostrato il profeta Muhammad, che spogliato di ogni consolazione umana non maledì il suo destino, ma si affidò alla Luce più forte di ogni oscurità. Affinché le stelle possano brillare nella notte… Inch’Allah.

“La terra e il cielo sono la luce della Verità evidente,

e in essi le creature sono manifestazione della Fonte di ogni fonte.

Se davvero comprendi, ascolta dalle mie parole la certezza:

tu che conosci la Religione dal punto di vista razionale,

sappi che il creato è costituito da simboli,

ed è nobile e risoluto colui

che ottiene una coppa del vino iniziatico, e con essa trionfa.

Sì, grazie alla coppa ciò che è altro da Allah

viene cancellato dalla tavola dell’esistenza,

e appaiono, divenendo visibili, i gradi dell’essere (al-atwâr),

specchio dell’Adorato.” 3 



Martedì, 29 luglio 2008