Sufismo
L’immobile viaggio della conoscienza

Riceviamo dal prof. Gabriel Mandel Khan questo articolo, pubblicato sul periodico "informazione" di Borgo Maggiore del 26 novembre 2007, sulla Mostra Storica del Sufismo al Civico Museo etnologico e archeologico "Il Museo degli Sguardi" di Rimini.


Arcaici sono i saperi trasmessi dal sufismo, la corrente mistica dell’islamismo sviluppata dalle genti turche, e arcaiche sono, spesso, le filosofie che si possono ricondurre sino al suo esoterismo. Se ne ritrova traccia, con Aristotele, anche in Occidente. Per questo, ma non soltanto per questo, il museo degli Sguardi ha in serbo una mostra intitolata “L’oggetto e il simbolo. Il sufismo raccontato da Gabriel Mandel’”. Appartiene, infatti, a Mandel, autorevole esponente della cultura sufi nella sua qualità di vicario generale per l’Italia, l’insieme di opere messe in mostra al museo degli Sguardi. Un itinerario di profonda suggestione nel quale domina il problema della conoscenza. Mostra storica è il sottotitolo dell’esposizione. E la mostra travalica, con mirabile agilità, dall’arte alla musica, dalla scienza alla letteratura. Senza che Mandel si trasformi in un qualunque turcimanno - parola di origine araba che significa interprete - perché il sapere del maestro trasuda da ciascun pezzo della mostra. Tanta saggezza derivò ai sufi, i mistici dell’Islam, dall’obbligo che avevano di studiare e viaggiare. Dovevano dunque pensarla molto diversamente dal nostro Giovanni Pascoli che affermava che “tutti i mali degli uomini derivano dal fatto che non sanno stare chiusi nella loro stanza”. Famoso è il suo immobile viaggiare della poesia Romagna “Era il mio nido: dove immobilmente,/io galoppava con Guidon Selvaggio e con Astolfo;”. Altrettanto metaforico e altrettanto immobile è, del resto, il cammino del sufismo che conduce il ricercatore alla presenza divina. I sufi sono, così, una sorta di omologhi dei nostri frati domenicani. Legano il loro nome, già in età medievale, all’istituzione di università, ospedali e manicomi. Per saperne di più, però, occorrerà visitare la mostra aperta da sabato 24 novembre sino al 6 gennaio 2008.

Evento che inaugura, per il Museo degli Sguardi, una stagione culturale votata ai grandi numeri. E tenuta a battesimo da Franco Battiato di cui è esposto in mostra il dipinto “Mevlevi danzante nel rito del Semà”.



Venerdì, 30 novembre 2007