Amato difende il velo islamico: sicurezza e integrazione

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Riprendiamo questo articolo dal sito de L’Unità:
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=69075


«Possiamo scegliere di avere solo ingegneri e dottori, e chiudere all’immigrazione ma se facciamo questa scelta decidiamo che, in un mondo che cambia, l’Italia ha scelto il proprio declino demografico, culturale e politico». Il ministro dell’Interno Giuliano Amato ha scelto proprio il palcoscenico più contestato dagli antirazzisti attualmente, Palazzo Vecchio- circondato da centinaia di manifestanti contro l’ordinanza contro i lavavetri -, per chiarire la posizione del governo sulla delicata questione dell’ immigrazione alla vigilia del varo del "pacchetto sicurezza". Una posizione, quella espressa dal ministro socialista del governo Prodi, nettamente diversa dalla visione "tolleranza zero" espressa quest’estate in molti commenti anche da parte di esponenti della maggioranza o del Pd. Imperialismo anti velo islamico. «Conservare la propria identità senza ulteriori addizioni significa conservare una diversità declinante- continua infatti il discorso di Amato- ma se vogl iamo che questo non accada, allora dobbiamo seriamente impegnarci in politiche che consentano l’integrazione e l’interazione. non ci dobbiamo aspettare che le cose accadano da sole». È un discorso decisamente progressista quello pronunciato dal Dottor Sottile nel suo intervento conclusivo alla Conferenza nazionale sull’immigrazione di Firenze, anche a proposito del velo islamico contro cui «non si deve avere un approccio ideologico. «In certe occasioni il velo è prova di prevaricazione dell’uomo sulla donna - riconosce -; in altri è prova di un senso identitario. Vietarlo a priori significa imporre una propria ideologia imperialista».«Sono stanco - ha aggiunto - di assistere ad attacchi scomposti su questi temi che dimostrano solo quanto è piccolo chi li fa». Percorsi di regolarizzazione più facili dunque, per l’integrazione. Che non significa non combattere l’illegalità, precisa il ministro. «Ma l’immigrato clandestino non ha un Dna che lo fa delinquere più del regol are: questo è grottesco - sbotta -. Tuttavia, siccome è vero che il clandestino delinque più del regolare, vuol dire che in quanto illegale è sottoposto al ricatto di chi lo usa come manovalanza del crimine. Se è regolare, è sottratto a questo ricatto». Di conseguenza, secondo Amato «occorre lavorare per favorire l’immigrazione regolare, perché non ci può essere integrazione se c’è irregolarità». E quindi non solo contrastare "il racket" ma soprattutto rendere più agevole il percorso di regolarizzazione come prevede il disegno di legge Amato-Ferrero che è stata finalmente avviata in commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama per la prossima settimana. Casa agli immigrati . Il ministro va anche più in là della futura legge. E riconosce ad esempio che anche per gli immigrati occorre «una seria politica della casa», tema di cui potrebbe occuparsi la prossima Finanziaria attraverso l’adozione di un piano casa che affronti anche questa tra le varie categorie so ciali.Interventi in grado di evitare strozzature generali del mercato degli affitti, spesso drogato dai prezzi pagati al nero dagli immigrati ammassati in locali fatiscenti. E poi Amato non condivide affatto chi sostiene che «fino a quando un immigrato lavora otto ore in fabbrica va bene, ma poi deve sparire e non avere neanche una casa». Lo Stato non può lasciar correre. Anche per quanto riguarda i flussi di immigrati da far entrare dalle nostre frontiere. «La domanda delle imprese - dice Amato - come unico selettore per gli immigrati, è un fatto sbagliato. Io devo tenere conto delle esigenze delle imprese, ma mi devo preoccupare anche del resto». Amato ammette che la polizia «è un po’ come i vigili del fuoco» che intervengono solo quando le fiamme sono già divampate. Annuncia che da martedì comincerà a discutere del famoso piano sicurezza . Ma la sicurezza non è solo repressione e la lotta al crimine più efficace è quella che riesce a prevenirlo. E così, pare di capire, in parallelo ai piani sicurezza per le città si tenterà di far diventare legge il ddl Amato-Ferrero a sostituzione della vecchia e barbarica Bossi-Fini, così come sta scritto nel programma dell’Unione.



Lunedì, 08 ottobre 2007