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SAUM RAMADAN

di Tariq Ramadan

Riprendiamo questo articolo dal sito www.islam-online.it


Bimillah ar rahmani ar rahim

 

Pace e benedizioni sul Profeta Muhammad e su tutti i nobili inviati

 

In questa lezione ci occuperemo del digiuno nel mese di Ramadan, nei suoi aspetti dottrinali e giurisprudenziali.

Innanzi tutto dobbiamo evidenziare il carattere particolare del mese di Ramadan poiché molti musulmani e molte musulmane sanno soltanto che in questo mese bisogna astenersi dal cibo, dalle bevande e dalle relazioni sessuali dall’alba al tramonto.

In realtà tutto ciò che si fa in questo mese, ciò che riguarda la rottura e l’allontanamento da tutto ciò che è abituale deve realizzare una rivitalizzazione di tutta la dimensione spirituale della vita del credente e della credente.

Allah (gloria a Lui l’Altisismo) ci ricorda nella sura della Giovenca: “O voi che credete, vi è stato prescritto il digiuno come era stato prescritto a quelli che vi hanno preceduto, forse diverrete timorati” (Corano II, 183).

يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آمَنُوا كُتِبَ عَلَيْكُمُ الصِّيَامُ كَمَا كُتِبَ عَلَى الَّذِينَ مِنْ قَبْلِكُمْ لَعَلَّكُمْ تَتَّقُونَ

Ya ayyuha-lladhina amanu kutiba alaykum-ssiyamu kamà kutiba ala-lladhina min qablikum, la’allakum tattaquna.

La prima cosa da mettere in evidenza è che Allah (gloria a Lui l’Altissimo), ci ricorda che questo precetto ci identifica, ci comprende nella dimensione di tutte le rivelazioni e le spiritualità che si sono succedute da Adamo (pace su di lui) fino a Muhammad (pace e benedizioni su di lui), e pone quindi la dimensione della nostra spiritualità all’interno di tutte le spiritualità precedenti con questa particolare pratica che ci contraddistingue: il fatto di astenersi dal mangiare, dal bere e di vivere in una fase della propria vita, un periodo dell’anno, in una situazione di rottura con le abitudini che addormentano, con la ripetizione che stucca e ha un effetto soporifero sulla coscienza.

Pertanto quello che cercheremo di ricordare è che in questo particolare precetto Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ci riposiziona nel ciclo delle profezie dicendoci che c’è un segreto in questo digiuno e questo segreto è di tutti quelli che vogliono vivere in armonia con il loro spirito e il loro cuore e riavvicinarsi a Dio e questo riavvicinamento comporta un risveglio della coscienza quando l’abitudine potrebbe addormentarla.

Bisogna quindi capire che esso è una rottura che sveglia e non soltanto una privazione che mette a disagio.

Su questo punto dobbiamo stimolare le coscienze dei credenti e delle credenti, in questo fatto particolare c’è da sviluppare una vera consapevolezza una spiritualità da rendere più intensa.

Ma c’è di più, perché viene detto a chiare lettere che il mese stesso ha un particolarissimo legame con la rivelazione.

Nella stessa sura, nello stesso capitolo Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ci dice:

شَهْرُ رَمَضَانَ الَّذِي أُنزِلَ فِيهِ الْقُرْآنُ هُدى ً لِلنَّاسِ وَبَيِّنَات ٍ مِنَ الْهُدَى وَالْفُرْقَانِ

Shahru ramadana-llady unzila fy-hi –l-qur’anu hudan linnesi wa bayyinatin mina-l-huda wa--lfurqan

 “E’ nel mese di Ramadan che è stato fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione”.

Cosa ci viene detto? Ci viene ricordato che in questo mese c’è Laylatul Qadr, la notte del destino e questo mette in assoluto rilievo un fatto straordinario, che dal cielo più alto fino al cielo più basso è avvenuta la prima rivelazione del Corano, dalla Tavola custodita alla Nobile Casa  (al-Lahù al Mahfuz – al Bayt al Izza), da quella particolare notte di quel mese benedetto è poi iniziato un ciclo che sarebbe durato ventitre anni durante il quale il Corano fu progressivamente rivelato un’altra volta.

Per noi tutto ciò significa qualcosa, significa che questo mese è il mese della rottura e il mese del riavvicinamento: la rottura dell’abitudine e il riavvicinamento alla meditazione su questo mese, Shahru Ramadan, Shahru al Qu’ran, il mese di Ramadan è il mese del Corano.Questo è il mese della Rivelazione e c’è qualcosa di particolare sul piano spirituale. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: Futihat abuabu al jennah, le porte del Paradiso sono aperte wa ullikat abuabu an-nar  le porte dell’Inferno sono chiuse.

Quindi sul piano della nostra spiritualità è il mese di ogni benedizione e dell’intensità spirituale e allora, molto più che il fatto di astenersi da mangiare e bere, il mese di Ramadan dev’essere nella coscienza del credente e della credente il mese della rottura dell’abitudine, e nel risveglio di una spiritualità che forse si è addormentata durante l’anno. 

Ma come svegliarla ?

 Svegliarla non facendo più quello che è diventato talmente abitudinario che ne abbiamo perso la coscienza: bere e mangiare e allo stesso tempo poter vivere una vita materiale e fisica che non ha più coscienza di sé tanto ha consuetudine nel suo vivere e in questa prospettiva godere di un riavvicinamento con quello che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ci ha dato di più prezioso: una luce, un percorso e una guida su questo cammino ed è di questo che dobbiamo riappropriarci affinché possiamo essere in quanto musulmani “min al muqarrabin” tra i riavvicinati.

Quello che più importante tener presente è in primis la benedizione che c’è in questo mese, la comprensione di questa spiritualità e poi, soprattutto quando si vive in Europa, bisogna capire due cose: per noi non può essere soltanto questione di applicare la regola esteriore dell’astinenza dal cibo, dalla bevanda e dalle relazioni sessuali durante la giornata, c’è di più, bisogna che nella vita quotidiana cambi qualcosa. Bisogna che noi capiamo bene  che tutto ciò di cui ci asteniamo ci deve condurre a qualcosa di speciale: una condizione del cuore, una condizione della coscienza, una condizione dell’essere che cerchi la spiritualità: che organizzi la giornata in modo diverso, che organizzi il proprio tempo in modo diverso, che non digiuni senza nulla cambiare nel modo in cui vive con gli altri, con la televisione, con la negligenza, la dimenticanza.

NO! Si tratta di astenersi per ricordare e questo richiede una spiritualità soggettiva, davvero importante da approfondire ogni giorno. E per far ciò, lo vedremo più avanti, Allah ce ne ha dato i mezzi, in particolare con la consuetudine con il Corano, con la Rivelazione e con l’esecuzione più partecipata, e per tutto il mese, delle preghiere. Comprendendo che se c’è privazione durante la giornata non significa che ci debba essere oblio e distrazione la notte.

Ci sono quelli che al momento di rompere il digiuno mangiano per tre, quando hanno digiunato per uno durante la giornata e non è certo questo la ragione della rottura; è invece quella di mangiare ciò che è necessario per rimanere svegli e coscienti e non addormentarsi di fatica per aver troppo mangiato dopo essersene astenuti, perché allora si fallirebbe, non si raggiungerebbe lo scopo che ci si era prefissati e che Allah ci ha chiesto. Per le stesse ragioni non c’è motivo di passare la notte a fare qualsiasi cosa, davanti alla televisione o insieme ad altre persone per “passare la notte” per dormire meglio di giorno. 

Il Digiuno non è un’inversione delle abitudini, dormire di giorno per rimanere svegli la notte, no!

E’ rimanere svegli di giorno per vivere con profondità la propria spiritualità.

Se c’è una cosa che è terrificante nell’essere umano è che può vivere sveglio ma con una spiritualità addormentata.

Quello che gli viene chiesto durante Ramadan è molto profondo, è di vivere la giornata con una spiritualità sveglia, perché questo è la discriminante: essere apparentemente svegli con una spiritualità dormiente o come Ramadan e il riavvicinamento a Dio ci danno modo di diventare, essere svegli e intimamente lucidi e vicino a Dio.  Svegliare quello che dorme in noi.

E’ questo il percorso che dobbiamo affrontare e che richiede molta dedizione e attenzione durante questo mese di spiritualità.

Al contempo in questo mese c’è tutto il perdono, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha detto: “Chi digiuna nel mese di Ramadan con fede e perseveranza Iddio gli perdona tutti i peccati che ha commesso in precedenza”. E’ quindi un mese di purificazione e di remissione delle colpe: Approfondisce e cancella, e più approfondisce e più cancella.

Pertanto maggiormente la nostra coscienza è tesa al riavvicinamento a Dio e più Egli perdonerà le colpe che abbiamo commesso nella negligenza per lo sforzo che stiamo producendo per evitare la negligenza stessa.

Questa introduzione è molto importante perché ci sono musulmani e musulmane che si fermano alle lettera del precetto e della legge trascurandone lo spirito e la maniera di viverlo e di assolverlo, precludendosi quello che ognuno di noi dovrebbe fare, diventare testimoni della nostra spiritualità e questo dovrebbe essere maggiormente vero e sentito in Europa più che altrove, in cui viviamo immersi in una società di consumi e produttività che ci conduce ad avere sempre di più senza sapere più cosa siamo. La comunità dei musulmani, i credenti e le credenti dovrebbe essere qui a testimoniare che mentre il mondo è preso dall’ebbrezza dei consumi, una comunità musulmana s’impone la profondità della meditazione, la profondità della sosta, del fermarsi un po’ per capire cosa si è quando tutto tende a farci perdere contando su ciò e solamente su ciò che si possiede.

Questa è il primo obiettivo per ognuno di noi.

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Domenica, 31 agosto 2008