La risposta dei protestanti mondiali alla lettera dei leader musulmani

di Agenzia NEV del 17-10-2007

Samuel Kobia: "Speranza per ciò che le persone di fede possono fare insieme"


Roma (NEV), 17 ottobre 2007 - Reazioni positive sono giunte dal mondo evangelico internazionale alla lettera che 138 esponenti musulmani hanno indirizzato l’11 ottobre ai leader cristiani del mondo, la quale invita al dialogo e afferma che il mondo non può vivere in pace se i cristiani e i musulmani non vivono in pace. Tra i destinatari della lettera, il pastore Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), i pastori Clifton Kirkpatrick e Setri Nyomi, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Alleanza riformata mondiale (ARM), e il vescovo Mark Hanson, presidente della Federazione luterana mondiale (FLM).
"È significativo - ha dichiarato Kobia - che la lettera sia firmata da un così vasto gruppo di leader e intellettuali musulmani di tutto il mondo, cosa che lo rende un fatto senza precedenti. Una così rara unità di intenti dà molta speranza per ciò che le persone di fede possono fare insieme", ha concluso.
Per i rappresentanti dell’ARM Kirkpatrick e Nyomi l’appello musulmano è giunto in un momento quanto mai opportuno: "Concordiamo sul fatto che le persone di fede abbiano la capacità, anzi la responsabilità, di desumere dalle risorse delle nostre diverse tradizioni di fede che dobbiamo lavorare insieme per la pace, in un mondo in cui i sentimenti religiosi sono stati erroneamente usati per fomentare il conflitto e la guerra".
Il vescovo Hanson, che considera la lettera una testimonianza dell’amore di Dio, ha risposto: "Incoraggio tutti a leggere la bellezza di questi passi dei testi sacri delle fedi abramitiche, che mostrano la visione di Dio su come e chi amare in un mondo spezzato. Questa comune visione per ebrei, musulmani e cristiani significa fedeltà e comunione in un mondo in cui il conflitto offende la nostra comune eredità di figli di Dio".



Domenica, 21 ottobre 2007