Conoscere l’islam
Risposta di amina salina alla Coreis

di amina salina

Risposta dell’imam Hamid Distefano ad Amina Salina

Il 5 maggio 2008, sul periodico online Il Dialogo, è apparsa una “Lettera aperta al fratello Yahya Pallavicini”, firmata dalla signora Amina Salina e consultabile all’indirizzo internet http://www. ildialogo. org/islam/letya05052008. htm. Alla Lettera ha replicato Hamid Abd al-Qadir Distefano, imam di Torino della Co. Re. Is. Italiana. Islamicità propone ai suoi lettori la risposta dell’imam, che ci sembra emblematica della distanza tra due concezioni antitetiche dell’Islam: una ideologica e politica, l’altra religiosa e spirituale. L’auspicio è che risulti sempre più evidente il vero volto dell’Islam, che non ha nulla a che vedere con gli orientamenti settari e militanti di coloro che ostacolano la presenza dignitosa, integra e nobile dei musulmani in Italia.

Gentile Signora Salina,
sono l’imam torinese della Co. Re. Is. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana Hamid Distefano e mi permetto di proporre una replica sintetica e puntuale alla lettera aperta che ha voluto indirizzare al nostro Vice Presidente Yahya Pallavicini.
La Co. Re. Is. Italiana è da molti anni attiva nel promuovere la conoscenza dell’Islam e il dialogo con ogni realtà religiosa, politica, culturale e sociale che sia disponibile ad un confronto serio, onesto e intelligente. Non spetta però a noi il compito di valutare la religiosità dei rappresentanti politici coi quali ci troviamo a interagire, in nome di Dio, né quella dei membri della Federazione dell’Islam Italiano insieme ai quali cerchiamo di garantire una rappresentanza dignitosa, affidabile ed efficace alla nostra religione nel nostro Paese.
D’altro canto, se l’Ucoii è stata esclusa dalla Federazione, è proprio perché si è rifiutata di firmare la Carta dei Valori che di questa Federazione costituisce il quadro normativo ed etico di riferimento; rifiuto coerente, peraltro, con un bouquet di esternazioni assortite che hanno gravemente danneggiato i musulmani in Italia e vanificato in pochi minuti un lavoro di mesi, che i credenti della Co. Re. Is., dell’UMI e di altre realtà continuano a portare avanti in tutti i settori della società civile, nonostante tutto.
Non si tratta neppure di “mettere d’accordo i principi islamici … con la vita delle nuove generazioni e con la cultura occidentale”, poiché i principi religiosi autentici non sono negoziabili; si tratta invece di imparare a declinare con intelligenza e pietà religiosa i principi dell’Islam in ogni tempo e in ogni contesto, praticando principi immutabili in contingenze mutevoli.
Se i musulmani devono custodire il deposito della sacralità senza cedere all’omologazione, sono tenuti nello stesso tempo a non costruire ghetti artificiosi che non hanno nulla a che vedere con l’integrità religiosa. Ancora: nessuno pensa a ministri di culto “nominati” dal Ministero dell’Interno, ovviamente, ma siamo convinti che una maggiore trasparenza e un controllo più rigoroso farebbero bene in primo luogo all’Islam e ai musulmani.
Quanto alle associazioni islamiste “pacifiche e democratiche” represse dai regimi arabi, bisognerebbe intendersi: rientrano nella categoria anche coloro che propalano le ideologie eretiche dell’integralismo, arruolano aspiranti suicidi, giustificano gli attentati contro i civili israeliani, favoriscono l’immigrazione clandestina e coprono varie forme di illegalità, in Italia e altrove? D’altra parte, sia detto incidentalmente, lo sfruttamento della povertà per fini illeciti da parte della società occidentale non esime “i nostri fratelli e le nostre sorelle” dalle proprie responsabilità etiche, civili e soprattutto islamiche. Insomma, nessun musulmano è obbligato a compiere peccati e nemmeno reati; anzi, proprio in quanto musulmano dovrebbe farsi strumento dell’Altissimo e non del crimine e della degenerazione.
Prendo atto delle sue considerazioni politiche, che tuttavia mi permetto di considerare non pertinenti, discutibili e piuttosto imprecise: in ogni caso, siamo persuasi che sia necessario, in nome di Dio e nell’interesse dei musulmani, condurre un dialogo costruttivo con ogni governo del nostro Paese, senza preclusioni ideologiche, nemmeno per Borghezio, che d’altronde fa parte della Lega Nord e non della Federazione dell’Islam Italiano… D’altra parte, gentile sorella, sarebbe auspicabile che certe scorie laiciste o di “estrema sinistra” fossero esaurite da un’adesione sincera alla tradizione islamica. Se molti esponenti dell’Ucoii si rifanno all’antifascismo, noi crediamo che una comunità religiosa non debba nemmeno lontanamente somigliare ad un sindacato, e ci rifacciamo a Dio e al Suo Profeta, prescindendo da ogni ideologia e impegnandoci fisabiliLlah, sulla via di Dio, esclusivamente per la Sua soddisfazione, tramite la perfetta conformità al modello del Profeta Muhammad.
L’Islam non è e non può essere ridotto all’elenco di attività sociali più o meno meritevoli che lei ha la premura di fornire. L’Islam è la fede operativa nell’unicità di Allah e nella missione profetica di Muhammad: i musulmani compiono la preghiera canonica, versano l’elemosina rituale, praticano il digiuno nel mese di Ramadan e fanno il pellegrinaggio alla Casa di Dio, se ne hanno la possibilità. Credono in Dio, nei Suoi angeli, nei Suoi libri, nei Suoi Inviati e nell’Ultimo Giorno. Ecco cos’è la fede islamica.
Naturalmente, la Co. Re. Is. Italiana non ha preclusioni circa il contributo costruttivo che tutti i musulmani, religiosi e laici, autoctoni e immigrati, potrebbero dare alla crescita di un Islam italiano integro e non integralista, religioso e non politico, intelligente e non ideologico, rispettoso dell’ordinamento giuridico, delle leggi dello Stato e delle differenze religiose e culturali, affidabile, trasparente e maturo. Su queste basi, collaboriamo a Torino coi fratelli dell’UMI di Abd al-Aziz Khounati e con chiunque condivida tale orientamento.
Il lavoro che svolgiamo, a Dio piacendo, porterà frutti benedetti per credenti e non credenti, per ebrei, cristiani e musulmani, per il nostro Paese e per i cittadini italiani. Magari porterà anche - perché no? - all’8 per mille, e alcuni dei problemi materiali dei fratelli immigrati potranno essere meno pressanti. Ma soprattutto potrà garantire una rappresentanza davvero religiosa, efficace e ortodossa dell’Islam in Italia, permettendo a tutti i musulmani di credere, pregare, vivere, amare e lavorare con dignità e sicurezza in Italia e in Europa.

Assalamu alaykum wa rahmatuLlahi wa barakatuHu


Hamid Distefano




Risposta di Amina Salina
gentile fratello,
va da se che non ho alcuna preclusione per un Islam italiano che sviluppi pienamente e compiutamente una spiritualità autentica e profonda, al contrario. Credo che l’Islam viceversa non si possa in alcun modo ridurre ad una serie di consegne di giustizia sociale terrena ma che al tempo stesso non possa prescindere anche da considerazioni di giustizia- terrena ed ultraterrena. Certamente non esiste un islam politico staccato da un islam spirituale. Certamente siamo aperti al dialogo con le altre realtà islamiche e non vogliamo demonizzare nessuno.
Vorrei dirLe per puntualizzare la situazione italiana che a differenza di ciò che afferma una volgata mediatica abbastanza diffusa in certi ambienti l’UCOII purtroppo la Carta dei Valori l’ha firmata eccome. La notizia la trovatre qui da La Repubblica e su parecchi siti internet http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/carta-valori-ucoii/carta-valori-ucoii/carta-valori-ucoii.html

Nonostante ciò sul web alcuni siti e blog legati alla destra - e non solo continuano a diffondere la menzogna secondo la quale l’UCOII sarebbe stata esclusa dal dialogo col Ministro perchè non avrebbe approvato la Carta. Ecco il commento dell’Ucoii riportato sullo stesso articolo""L’approvazione - si legge nel testo - è avvenuta all’unanimità, nel corso della riunione dell’8 luglio 2007, a cui hanno preso parte i soci ed i membri del Consiglio di amministrazione. La Carta dei Valori - sottolinea la nota - attinge i suoi significati e le sue espressioni dalla nostra Costituzione Italiana, che resta il principale riferimento e la fonte in assoluto più importante nel regolare i rapporti tra i cittadini e lo Stato".

Per l’Ucoii, "la Carta dei valori, non sostituisce, dunque, i principi costituzionali e - spiega il documento diffuso questa sera - non essendo testo sacro, riteniamo che in futuro la si possa migliorare, integrare e modificare". Tuttavia, "oggi costituisce un valido ed imprescindibile punto di partenza in cui tutti, cittadini ed immigrati, credenti e non, si riconoscono". (ivi)14 luglio 2007. Il documento lo trovate su
http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/carta-valori-ucoii/carta-valori-ucoii/carta-valori-ucoii.html
Nonostante ciò non tutti erano d’accordo sull’opportunità della firma anche se poi è stata votata all ’unanimità. Hamza Piccardo ha rimesso il mandato di portavoce Ucoii proprio perchè pensava che imporre una Carta dei Valori al posto della Costituzione -sulla quale dovranno essere tutti d’accordo- sia una vera e propria discriminazione poiché nessuna Carta da siglare è stata imposta a ebrei protestanti o a nessun altra minoranza residente in Italia. Perchè a noi musulmani deve essere imposta una serie di valori astratti e di principi sui quali essere per forza d’accordo ??( se no si rompono le trattative??) I valori non negoziabili sono i diritti civili e sociali garantiti dalla Costituzione della Repubblica. Nonostante ciò l’UCOII ha accettato di firmare la Carta in un clima di collaborazione con il Ministro degli Interni e con le altre Associazioni Islamiche salvo poi ritrovarsi contro i soliti noti. Detto ciò non capisco veramente i motivi profondi di tutta questa acrimonia verso di noi. Se non volete un Islam di Stato tanto meglio. Del resto su alcuni temi controversi si è già pronunciato Tareq Ramadan . dal rifiuto netto dei matrimoni forzati - che il Profeta non ha mai approvato- alle battaglie per i diritti delle nostre sorelle fino all’islam dei giovani che hanno rimesso in discussione certe tradizioni arabe . Le ricordo che nella Commissione antiviolenza del MPO c’eravamo anche noi ed il testo che avevamo concordato metteva d’accordo tutti. Era una condanna netta di qualsiasi violenza contro le donne senza alcuna giustificazione. La destra bloccò tutto e non fummo più riconvocati anche grazie ad alcuni dei vostri. Solo perchè non eravate stati inseriti nella Commissione. La campagna anti UCOII ha danneggiato tutta la Comunità islamica rimandandoci indietro di vent’anni nella discussione e nell’elaborazione dell’Islam italiano. Continuando così non si fanno gli interessi dei musulmani ma solo quelli delle associazioni locali che stanno cercando di distruggere l’UCOII. Ci stiamo battendo per un Islam legato a questioni importanti stiamo sostenendo una comunità povera discriminata e senza mezzi. Ai nostri fratelli ed alle nostre sorelle sono di fatto negati, in quanto in gran parte immigrati poveri, diritti come la casa o un lavoro stabile. Non siamo un elite di intellettuali, viviamo con i nostri fratelli e le nostre sorelle i problemi elementari di tutti i giorni la necessità di fare dawa e la casa in affitto che non si trova il lavoro per il fratello giunto dall’estero e le iniziative per bambini ed invalidi. Tutto si mescola in certi giorni e ci rifugiamo nella preghiera. Non vogliamo sostenere alcuna forma di violenza o di illegalità anzi i nostri imam hanno fatto prediche del venerdì contro chi ruba e chi spaccia droga cercando di far crescere il senso della cittadinanza nei fedeli ma quando non si ha casa o lavoro è un lavoro difficile. Abbiamo promosso corsi di italiano e sulla Costituzione. Quanto alla Resistenza essa è fondativa della nostra identità come cittadini della Repubblica, l’ha riconosciuto anche Alemanno. Abbiamo collaborato e collaboriamo con Accademici, con Istituzioni di vario tipo per ricerche sull’immigrazione e le culture.
Anche perchè su certi temi come la Palestina dalle vostre parti il silenzio è d’oro mi pare.
cordialmente

amina salina




Mercoledì, 28 maggio 2008