Dibattito
Le paure dell’Islam (1)

di Rosario Amico Roxas

"Tutta una serie di quesiti sarebbero da porre a quanti si propongono come risolutori dei problemi inerenti i rapporti tra occidente e mondo arabo-musulmano; tentiamo di aprire un confronto, innanzitutto sulle paure che stringono in una morsa letale il mondo islamico; paure che non vengono capite e spesso neanche conosciute.

Gli argomenti in agenda sono i seguenti:

* Cos’è la paura islamica dell’Occidente ?

* Quali sono le paure degli imam ?

* Perchè l’islam ha paura della democrazia ?


*********************************

Paura dell’Occidente

Fin dai tempi pre-islamici il termine arabo Gharb, ha significato occidente, per indicare la geografia dell’ignoto, della notte che incombe sul giorno, dell’oscurità che fa paura perché incomprensibile.
L’Occidente è il punto dove l’orizzonte inghiotte il sole e spinge avanti la notte con i suoi misteri e le sue paure: nell’islam tutto ciò che non si capisce fa paura; è questa la ragione prevalente per la quale nell’esercizio della religione non esistono misteri, tutto deve essere ed è chiaro ad una lettura letterale, che è quella che viene richiesta alla gran parte dei fedeli. Le letture metaforiche, analogiche o anagogiche sono riservate agli studiosi e ai teologi, ma non sono oggetto di divulgazione.
Il maghreb si identifica con l’occidente, o meglio al-maghrib-al-aqsa, cioè l’estremo occidente; la gente del maghreb considera infidi gli al-mashrib, gli abitanti dei luoghi dove sorge il sole, perché vivono ai confini con il mondo cristiano, mentre il maghrebino vive ai confini con l’infinito rappresentato dall’immensità dell’oceano Atlantico, quell’oceano che inghiotte il sole spingendo avanti le tenebre.
E’ un retaggio antico della cultura berbera anteriore alla conquista araba, quando l’Atlantico rappresentava la fine del mondo conosciuto, geloso custode di misteri nascosti dalla notte.
Oggi riemergono antiche paure e la paura stessa viene manipolata e utilizzata per scopi diversi dalla legittimazione antropologica; avviene la divisione tra popolo e potere: quando il popolo chiede una maggiore partecipazione, allora la paura serpeggia nei corridoi del potere.
Una democrazia partecipativa diventa l’incubo di una gerarchia consolidata nei secoli; la paura dell’occidente viene ribaltata come paura della democrazia, figlia dell’occidente che vuole vestite lo chador. All’interno delle nazioni arabo-musulmane si confrontano realtà che non possono convivere:
la moschea e le TV satellitari, il senso del peccato e il consumismo, il viaggio rituale alla Mecca che purifica i rapporti interpersonali tra fratelli islamici e i commerci internazionali.
Due mondi diversi costretti a convivere, perché l’occidente ha bisogno di quel mondo.
Riemerge la paura dell’occidente perché da quall’occidente arrivano i bombardamenti a tappeto, le guerre preventive, i missili intelligenti, le invasioni, le aggressioni, le torture. E’ impossibile qualunque difesa quando vengono bombardati banchetti di nozze, moschee nel giorno dedicato alla preghiera e nell’ora di massima partecipazione; quando vengono colpiti autobus di scolaretti, quando vengono rase al suolo intere città.
Senza le medesime armi ogni difesa diventa approssimativa, così vengono trasformati in armi deleterie i corpi dei volontari che si lasciano esplodere per restituire le paure nelle quali sono costretti a vivere.
Sarebbero "resistenti" che combattono per la liberazione e per la doverosa sovranità della loro terra, ma l’occidente non può permettersi di combattere "resistenti", sinonimo di sacrificio per amore della patria, così li chiama terroristi, per giustificare, di fronte ad un pianeta sempre più distratto dai "consigli per gli acquisti" e dal consumismo imposto dallo stesso occidente, una lotta sempre più cruenta e sanguinosa.
L’occidente assume le sembianze di un ragno che tesse la sua tela di paure, dentro la quale tiene avviluppata una cultura che riemerge da lontati momenti che sembravano superati; riemerge l’antica paura dell’occidente che porta avanti la notte e i secoli bui della storia, l’oscurità delle coscienze, i misteri dell’uso sproporzionato della forza usata per stroncare popoli armati solo di giovani, i quali, avendo superato da tempo il confine tra la vita e la morte, dovendo convivere con le quotidine stragi, sentodo di doversi sacrificare per urlare al mondo intero lo stato di paura nel quale sono costretti a vivere."



Domenica, 21 ottobre 2007