Scontro di inciviltà di Nacera Benali

di Amina Salina

Esce in questi giorni per i tipi della Sperling e Kupfer lŽultimo libro della corrispondente di Al Watan a Roma Nacera Benali giornalista musulmana laica algerina costretta allŽesilio dai tempi della guerra civile stabilitasi nella capitale dove collabora con varie testate tra cui il Messaggero.Il libro eŽ preceduto dalla prefazione del vescovo di Algeri Tessier dedicata al dialogo interreligioso e agli ottimi rapporti tra algerini musulmani e cattolici residenti in Algeria.Ad essa segue una presentazione redatta da Sohaib Benckeikh "mufti" di Marsiglia noto per le sue posizioni islamo-repubblicane e che si sofferma soprattutto sulla questione dei diritti umani e di una etica laica che ritroviamo nella dichiarazione dei diritti dellŽuomo ,Un etica a grandi linee condivisibile nel quadro dellŽislam riformista a cui appartengo ma che senzŽaltro non eŽ lŽetica islamica. .Si capisce allora che noi musulmani dobbiamo lavorare su entrambi i piani ma dobbiamo avere un etica islamica percheŽ come riconosce Bencheikh senza valori trascendenti eŽ impossibile impiantare una etica fondata sui valori e lŽautodisciplina (ivi,pag.XXIV) .Costruire su questŽetica una testimonianza di vita eŽ poi una scelta non facile del singolo.E’ un libro non facile a tratti spigoloso e specialmente nella prima parte poco diplomatico con l’islamismo del suo paese.Quando l’islamismo si trasferisce in Europa il discorso cambia prche’ Nacera Benali difende il velo ed alcuni diritti treligiosi anche se afferma che secondo lei il velo e’ spesso una imposizione.(e allora dice l’UCOII non e’ Islam)Partendo dallŽesperienza dellŽAlgeria immersa nella follia della guerra civile Nacera Benali affronta il tema della difficoltà dellŽintegrazione dei musulmani in Italia dellŽestendersi dellŽislamofobia e delle difficoltà di mentalità tra italiani e musulmaniLa parte migliore del libro e’ quella nella quale i musulmani vengono difesi come cittadini e viene ricoosciuto il valore delle differenze.La pate piu’ debole e’ secondo me quella dedicata all’Algeria troppo emotiva soprattutto nella critica implacabile ad una sola fazione il Fis.L’Algeria e’ oggiin una situazione di pacificazione Ma negli anni Ottanta era sprofondata nella guerra civile, situazione della quale documenta lŽestrema drammaticità sorvolando sulle cause profonde storiche e sulle cause immediate della violenza stessa.La società algerina eŽ storicamente attraversata dalla violenza lo stesso processo di liberazione fu attuato anche attraverso il terrorismo quello stesso "terrorismo" le bombe che adesso si rimprovera a ragione ai vari gruppi islamisti nei territori di guerra percheŽ questa violenza si scatena su civili inermi .La violenza eŽ figlia della dittatura ,degli abusi della mancanza di giustizia sociale della dittatura di fatto che fu imposta al Paese dai nuovi colonizzatori, la grande borghesia compradora amica di francesi ed americana occidentalizzata e laicizzata.Questa borghesia impose un patriottismo di facciata che non resse alle disuguaglianze economiche e sociali.Questa classe dirigente nei primi anni 90 impose il bavaglio al FIS reprimendo nel sangue le manifestazioni di piazza degli islamisti nella fase in cui non si usava ancora la violenza e il Fis dopo aver governato alcune cittadine si apprestava a formare un Governo comŽera suo diritto. Mentre il Fis riconosceva i diritti umani ed il gioco democratico quando cŽera ancora qualche ragionevole speranza di una transizione pacifica fu allora che si frantumoŽ la società algerina tenuta immobilizzata dai nuovi padroni del Paese come una pentola a pressione che esplode.In questi anni la spaccatura del Paese tra islamismi e laicisti la dittatura militare le leggi speciali lŽuso della tortura le violazioni dei diritti umani generarono le stragi. Il massacro di civili inermi intellettuali ma anche abitanti dei villaggi di alcune zone del Paese compiuto da delinquenti al soldo delle imprese che volevano il controllo estero sulle risorse energetiche, da schegge impazzite come il Gia ,da bande di spacciatori e contrabbandieri che non vedevano lŽora di fare i soldi illegalmente da esponenti dellŽesercito e della polizia provocoŽ decine d migliaia di vittime..Questi furono gli sgozzatori non il Fis.Era una strategia della tensione su larga scala al punto che non si seppe mai percheŽ alcune zone furono colpite piuŽ di altre e chi aveva interesse a massacrare contadini che non contavano nulla politicamente..
LŽA. rivive nelle pagine del libro lŽarrivo in Italia la meraviglia e la curiosità degli italiani verso una donna araba, non velata che si rivendica allŽIslam ma eŽ in un certo senso come gli occidentali. Rivendica non solo la battaglia dellŽIslam come una scelta- che ormai eŽ patrimonio anche delle islamiste come noi- ma alcuni valori della civiltà islamica. Come il rispetto per anziani e genitori, lŽospitalità verso i forestieri, lŽamore verso i vicini d casa gli ospiti i viandanti i bisognosi.
Molti musulmani laici esprimono cosiŽ il loro Islam ,ma senza una forte identità ed educazione islamica i giovani musulmani della sponda Sud e di quella Nord del Mediterraneo sono tristemente destinati allŽomologazione culturale.Questi sono valori che non si possono difendere senza imprimere nella mente dei giovani lŽobbligo del culto e delle pratiche religiose che non devono essere vissute mai come una costrizione vuota percheŽ sono valori inseparabili dal semplice fare il bene..Altrimenti il rispetto per genitori e parenti e lŽospitalità vengono vissute come sopravvivenze ancestrali di antichi valori cancellati in un paio di generazioni. Tenuto conto che le generazioni ormai durano sette-nove anni e che anche qui in Occidente tra un giovane di 21 anni ed uno di tredici cŽeŽ una grande differenza a favore di quello piuŽ grande avvalorando cosiŽ lŽhadith che dice che ogni generazione eŽ peggiore della precedente e migliore della seguente.Per questo essere piuŽ credenti e piuŽ praticanti eŽ lŽunico modo per non perdersi e perdere tutti i valori o vederseli disgregare davanti agli occhi.
Nonostante sia un poŽtroppo partigiano sulla questione algerina e parecchio sullŽIslam "laico"(ma siamo tutti laici anche Piccardo lo eŽ) il libro eŽ molto interessante e da leggere con attenzione specie quando decifra la stupidità degli islamofobi nostrani che dipingono i musulmani come terroristi e le donne velate come povere deficienti.Sottolineando se eŽ possibile che le donne italiane convertite sono tra le piuŽ discriminate nelle famiglia dŽorigine e che spesso per evitare drammi sono costrette a tenere nascosto il loro islam o a dover rinunciare al velo.A proposito di "libera scelta"spero che non valga soltanto per lŽapologia dei propri comodi.. Spesso la libera scelta viene chiamata in causa per sottrarsi ai doveri ed agli obblighi imposti da Allah esclusivamente per il nostro bene e per la nostra felicitò terrena e salvezza ultraterrena.Quando la scelta eŽ tra il bene ed il male dovrebbe essere chiaro cosa scegliere.
EŽ ancora lontano il giorno in cui ognuno/a sarà veramente libero/a di fare le proprie scelte senza essere frenato da pregiudizi razziali o dŽaltro genere.Del resto anche lŽistruzione non basta per mettere lŽanima al riparo dal peccato Se non si spiega in profondità il senso ultimo della nostra fede e della nostra testimonianza tutto viene ridotto ad un conflitto inestricabile tra una libertà individuale anarchica e senza scopo ed un autoritarismo o maschilismo desueto.
Senza che si arrivi mai allŽIslam autentico.Sono le contraddizioni irrisolte del salafismo integrale e di certo islam laico che a me sembrano lŽaltra faccia della medaglia lŽuno dellŽatro.Mettiamoci la pigrizia di chi non vuole accettare di alzarsi alle ore3.30 per la preghiera del mattino (oppure lŽaltra faccia della medaglia chi pretende che il suo Islam sia lŽunico al mondo per essere salafi integrale)ed abbiamo il quadro completo.
Comunque dalla lettura del libro emerge un Islam europeo che non ha nulla di fanatico di integralista di guerrafondaio ,un Islam che non vuole invadere nessuno e che vuole vivere in pace con tutti .Un popolo islamico rappresentato dallŽUcoii e dalle altre moschee spontanee che cerca disperatamente di farsi capire e di integrarsi ma che spesso non si conosce e non si riconosce.Un insieme di valori comuni primo tra tutti la pace che musulmani cristiani ed ebrei ,semplici cittadini o intellettuali esponenti politici e della società civile vogliono salvaguardare.Un Islam degli intellettuali un poŽ allŽacqua di rose per i miei gusti ma che comunque cerca di essere sincero.

Salam amina salina .



Lunedì, 21 novembre 2005