Conoscere l’Islam
Le moschee nell’Islam

di Patrizia Khadija Dal Monte

Riprendiamo questo articolo dal sito www.islam-online.it

 

Grandi titoli nei giornali da un po’ di tempo, contro moschee, minacce di chiusura, referendum dei cittadini, sospetti… non vogliamo parlare dei soliti giornalisti e politici professionisti dell’antislamismo e dimostrare  la non legittimità di tutto questo accanimento nei confronti dei luoghi di culto musulmani, ma concentrarci sul significato della moschea quale appare nei testi fondanti dell’islam chiedendoci: 

Cos’è la moschea per i musulmani? Qual è la sua funzione principale?

La parola masjid, resa in spagnolo con mezquita, e quindi nelle diverse lingue europee con moschea deriva dalla radice araba s-j-d che significa prosternarsi e, quindi può essere tradotta con “luogo di prosternazione”, il luogo cioè in cui  musulmani e musulmane, compiendo la salat, si inchinano fino a terra per pregare Dio. Il significato primario di moschea è quindi quello legato alla preghiera, come afferma chiaramente anche un versetto coranico: Le moschee appartengono ad Allah: non invocate nessuno insieme con Lui.” (LXXII,18)

Il suo significato è perlomeno simile a quello delle chiese e delle sinagoghe, come dice chiaramente questo versetto, luoghi in cui si nomina Dio:

Se Allah non respingesse gli uni per mezzo degli altri, sarebbero ora distrutti monasteri e chiese, sinagoghe e moschee nei quali il Nome di Allah è spesso menzionato.”(XXII,40)

Anzi sappiamo dagli hadith che i primi musulmani si trovarono a pregare in chiese e sinagoghe…

Abű Műsa al-Aš‘arî e ‘Umar ibn ‘Abdullazîz facevano la salât nella chiesa. Aš-Ša‘bî, ‘Âtâ’ e ibn Sirîn non vedevano niente di male nel fare la salât in chiesa.

Al-Bukhârî disse: “Ibn ‘Abbas faceva la salât nelle chiese, eccetto in quelle in cui si trovavano delle statue.” I musulmani di Najrân scrissero a ‘Umar, che non avevano trovato niente di meglio e più adatto che un tempio giudaico per fare la preghiera. Egli rispose loro: “Spruzzatevi dell’acqua e fateci la salât.” Secondo le scuole Hanafita e Šafi‘ita è makrűh (sconsigliabile) fare la salât in questi posti, ma ciò non rende la preghiera non valida.

Oltre a masjid esiste nella tradizione islamica un altro termine per indicare la moschea: jamah’a, che è quello più diffuso nel mondo arabo-islamico e deriva dalla radice trilittera j-m-a che significa radunare. Questo termine è vicino a quello di ekklesia e synagogè, parole che indicano, infatti, una riunione di credenti. Il venerdì, giorno in cui è prescritta la preghiera comunitaria, è chiamato in arabo yawm al-jumu’a, ovvero il giorno del raduno. Il raduno del venerdì alla moschea non è fine a se stesso o a scopi politici, ma trova ancora una volta il suo significato primario nell’adorazione del Dio e l’ascolto della khutba, come si legge nella sura Al Jumu’a: 

O credenti, quando viene fatto l’annuncio per l’orazione del Venerdì, accorrete al ricordo di Allah e lasciate ogni traffico.  Ciò è meglio per voi, se lo sapeste.

Quando poi l’orazione è conclusa, spargetevi sulla terra in cerca della grazia di Allah, e molto ricordate Allah, affinché possiate avere successo.” (LXII,9-10) 

Questo significato primario della moschea come luogo di preghiera è confermato anche dagli hadith:

Muslim ha ricordato che il Messaggero di Âllâh (*), disse: “Le masjid non sono fatte per le urine o la sozzura, ma per ricordare Âllâh e leggere il Corano”. 

Molta importanza ha nella vita del musulmano la frequentazione della moschea…

Abű Hurayra ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*) disse: “Se qualcuno va alla moschea, Âllâh gli preparerà un banchetto in Paradiso, grande come il suo cammino per andare e ritornare da essa.”(Ahmad, Bukhârî e Muslim) 

Abű Sa‘îd ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*) disse: “Se vedete un uomo che frequenta la moschea, con ciò ha testimoniato la sua fede. Poiché Âllâh dice: «Badino alla cura delle moschee di Allah solo coloro che credono in Allah e nell’Ultimo Giorno» (IX,18)

(Ahmad, Ibn Mâjah, Ibn Khuzayma, Ibn Hibbân e Tirmidhî, hasan, sahîh)  

Abű Hurayra ha raccontato che il Messaggero di Âllâh (*) disse: “Se qualcuno purifica se stesso e la casa, poi va alla casa di Âllâh per fare una delle salât obbligatorie, rivelate da Âllâh,  un  passo gli cancellerà un peccato e quello successivo lo farà  alzare di un grado.” (Muslim) 

Abű Dardâ’ ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*), disse: “La moschea è la casa di tutte le persone pie, e Âllâh  procura a colui  la cui casa è la moschea, conforto e comodità, e un sentiero per il compiacimento di Âllâh e il Paradiso.”(At-Tabarânî e Al-Bazâr, isnâd sahîh)  

E’ un grande atto meritorio davanti a Dio costruire delle moschee, o almeno partecipare alla loro costruzione donando ciò che si può. Questo sentire è molto vivo nella comunità musulmana che esprime anche oggi una grande generosità nel dare per l’edificazione delle case di Dio. 

Uthmân ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*) disse: “Chiunque costruisca una moschea per Âllâh, chiedendo la Sua grazia, Âllâh gli costruirà una casa in paradiso.”(Muslim e Bukhârî) 

Ibn ‘Abbâs ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*) disse: “Chiunque costruisca una moschea per Âllâh, anche piccola come il nido di un uccello, Âllâh gli costruirà una casa in paradiso.”(Ahmad, Ibn Hibbân e Al-Bazâr con isnâd sahîh ) 

Le moschee, come chiese o sinagoghe sono case di Dio, e come tali possiedono una certa sacralità che induce ad un rispetto particolare, tuttavia tre moschee che hanno una sacralità più elevata, la prima di queste è al-masjid al-haram, la moschea che circonda la Kaaba , luogo più sacro dell’Islam, nella Mecca; la seconda è al-masjid al-nabawi, la moschea sorta sulla casa di Muhammad (*) e sulla sua tomba, a Medina; la terza è al-haram al-sharif, la moschea sorta a Gerusalemme sulla roccia su cui Mhhammad(*), secondo la tradizione islamica, appoggiò il piede prima di compiere la sua ascesa fino al Loto del Limite.

Jâbir ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*) disse: “La salât nella Masjid al-Harâm  equivale a centomila salât. Quella a Medina equivale a mille salât. Una salât in masjid Al-Aqsâ equivale a 500 salât fatte altrove. .(Bayhaqî )

Ahmad ha ricordato che il Messaggero di Âllâh (*) disse: “Fare la salât nella mia moschea è meglio di mille salât fatte altrove, tranne quelle fatte nella masjid Al-Harâm. In essa una salât è meglio di 100 salât fatte nella mia moschea.” 

Se le moschee sono luoghi che esigono un particolare rispetto, questo non significa un atteggiamento rigido come ad esempio quello legato alla concezione cristiana… Nell’islam la vita, il corpo, non sono così staccati dallo spirito come nel cristianesimo. Nella moschea si può ad esempio mangiare e dormire:

Ibn ‘Umar disse: “All’epoca del Messaggero di Âllâh (*), quando eravamo giovani, dormivamo e facevamo un sonnellino nella moschea.”

An-Nawawî disse: “E’ confermato che ahl as-suffa1, ‘Alî, Sufyân ibn Umayya e alcuni Sahâba erano soliti dormire nella moschea. Thumâma dormiva lì prima di entrare nell’islâm. Tutto ciò avveniva all’epoca del Messaggero di Âllâh (*)”. Aš-Šâfi‘î scrisse in Al-Umm: “Se un politeista poteva dormire nella moschea, sicuramente lo poteva fare un musulmano.”

Nel Mukhtar si dice: “Non c’è problema che un politeista stia in moschea, tranne in masjid Al-Harâm.”

Abdullâh ibn Al-Hârith disse: “All’epoca del Messaggero di Âllâh (*), mangiavamo carne e pane in masjid.”(Ibn Mâjah con isnâd hasan)

O ancora:

An-Nawawî disse: “E’ permesso impegnarsi in conversazioni legali nelle moschee e si può discutere  di affari e altre cose e anche ridere, purchè di cosa lecita. Questo parere si basa su un hadîth di Jâbir ibn Samura, il quale disse: “Il Messaggero di Âllâh (*) non si alzava dal posto dove aveva fatto salât al-fajr, finchè il sole non fosse sorto, e dopo che era sorto, si alzava. Parlavano e ridevano dell’epoca pre-islamica, ed egli sorrideva.”(Muslim) 

Se è vero che  sono case di Dio, è anche vero che tutta la terra è luogo di preghiera per il musulmano, tutto viene da Dio, la religione non è in opposizione alla natura, anzi è un ritorno ad essa nella sua forma originale:

Rivolgi il tuo volto alla religione come puro monoteista, natura originaria che Allah ha connaturato agli uomini; non c’è cambiamento nella creazione di Allah. Ecco la vera religione, ma la maggior parte degli uomini non sa.” (XXX,30) 
w\Per cui Âllâh ha conferito una speciale benedizione a questa comunità, cioè l’intera terra è stata dichiarata masjid : “Per me la terra è stata resa buona e pura, e  (tutta quanta) luogo di prosternazione (masjid): dovunque sia un uomo all’ora della preghiera, preghi nel luogo in cui si trova”. (trasmesso da Jabir bel Abdallah, nel Muslim)

Ibn ‘Umar ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*),  proibì la salât solo in sette posti: “Discariche, mattatoi, cimiteri, al centro della strada, bagni, nel luogo dove i cammelli riposano e sulla Ka‘ba.”(Ibn Mâjah, ‘Abd ibn Himayd e Tirmidhî il quale disse che l’isnâd non è forte)  

Il Profeta stesso, che costituisce l’esempio sul quale si basa la vita dei credenti, fece costruire lui stesso la prima moschea, con vicino alcune stanzette in cui abitava. Come racconta Anas ben Malik, riportato da Bukhari e Muslim, “Il profeta arrivò a Medina e discese nella parte superiore della città presso il clan dei Banu ‘Amr ben ‘Awaf,  presso i quali restò per quattordici notti. Poi fece chiamare i Banu n-Naggiar, ed essi vennero da lui, cingendo le loro spade. E’ come se vedessi l’Inviato di Dio sulla sua cavalcatura, Abu Bakr dietro di lui, e i capi dei Banu n-Naggiar intorno a lui. (Si mosse lasciando le redini della sua cammella) fino a fermarsi nell’aia della casa di Abu Ayyub. Fino a quel momento l’Inviato di Dio amava pregare nel luogo dove si trovava nel momento in cui veniva la preghiera, al punto che pregava anche nel ricovero delle greggi. (Giunto all’aia di Abu Ayyub) diede ordine di costruire la moschea (masjid). Convocò nuovamente i capi dei Banu n-Naggiar e disse loro: "O Banu n-Naggiar fatemi un prezzo per questo (terreno comprensivo dei) muri”. “No, per Dio” risposero, “non ne chiediamo il prezzo se non da Dio”.  Anas dice che in esso, (e cioè nel terreno che il Profeta aveva chiesto) v’erano delle palme, delle sepolture di idolatri e dei ruderi. L’inviato di Dio diede ordine che le palme fossero tagliate, e  riguardo alle sepolture chi resti fossero riesumati( e portati  altrove), e infine riguardo ai ruderi, li fece spianare. Quindi disposero delle palme per ranghi nella direzione dell’orientamento rituale, e iniziarono a costruire facendo in pietra gli stipiti della porta. (Mentre lavoravano) insieme all’inviato di Dio, cantavano dei versi di poesia. Dicevano: “Oh Dio non v’è altro bene che il bene dell’altra vita, sostieni dunque gli ausiliari(ansar e gli emigrati (muhajrun)”.

Secondo quanto dice Al ‘Ayni nel suo commento a questo hadith, il profeta ordinò di costruire la moschea senza tetto, coperta solo da rami di palma sfrondati, aperta verso il cielo……

Nella moschea si realizza la convergenza delle due dimensioni fondamentali dell’essere umano, quella verso l’alto, Dio, nella prostrazione, che rimane principale e quella orizzontale, comunitaria, la preghiera fatta insieme ha più valore nell’insegnamento profetico di quella fatta da soli e casa propria.

Secondo l’insegnamento profetico, la moschea deve essere semplice, molti hadith mettono in guardia dal gareggiare nelle belle costruzioni, dimenticando lo scopo della loro edificazione che è l’adorazione di Dio:

Anas ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*) disse: “L’Ora non verrà fino a quando le persone non si vanteranno tra di loro per la decorazione delle moschee.”(Ahmad, Abű Dawűd, An-Nisâî, Ibn Mâjah e Ibn Hibbân, sahîh) Nella versione di Ibn Khuzayma : “Il tempo  verrà quando le persone gareggeranno tra di loro nelle masjid, ma le frequenteranno raramente.” 

Umar ordinò di costruire le moschee dicendo: “Proteggete la gente dalla pioggia. Attenzione alle decorazioni rosse e gialle, esse distraggono le persone dalla preghiera.”(Ibn Khuzayma nel suo Sahîh e in Bukhârî in forma di mu‘allaqa) 

Semplici, ma pulite e profumate: 

Âyša ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*)  ordinò di costruire le moschee in zone abitate e di mantenerle pulite e profumate.(Ahmad, Abű Dawűd, At-Tirmidhî, Ibn Mâjah e Ibn Hibbân con isnâd hasan)

Abű Dawűd disse: “Ha ordinato di costruire le moschee in zone abitate, di costruirle bene e di pulirle. ‘Abdullâh accendeva incensi quando ‘Umar si sedeva sul pulpito.”  

Anas ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*), disse: “Le ricompense per la mia comunità sono davanti a  me, anche per aver rimosso solo un atomo di polvere dalla moschea.”(Abű Dawűd, Tirmidhî e Ibn Khuzayma, sahîh)  

La moschea è luogo riservato all’adorazione comune, non si deve approfittare del posto per guadagnare o fare in essa cose futili: 

Abű Hurayra ha anche riportato che il Messaggero di Âllâh (*), disse: “Se vedete qualcuno comprare o vendere nelle moschee, ditegli: “Possa Âllâh non darvi alcun beneficio dal vostro commercio.”(An-Nisâî e Tirmidhî, hasan)

Abdullâh ibn ‘Umar ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*) vietò di comprare e di vendere nelle moschee, recitare poesie, fare annunci circa oggetti smarriti, e in particolar modo vietò di riunirsi in cerchio (per discutere), prima della salât al-jumu‘a.”(I Cinque, Tirmidhî l’ha classificato sahîh) 

Ibn ‘Umar ha riportato che il Messaggero di Âllâh (*), entrò mentre alcune persone  stavano facendo la salât e alzavano la voce per recitare il Corano. Il Messaggero di Âllâh (*) disse: “Chi fa la salât si rivolge verso il suo Signore, lo faccia in modo tale da essere consapevole di quello che Gli sta dicendo. Non  deve alzare la voce disturbando gli altri che eseguono la loro recitazione del Corano.”(Ahmad con isnâd sahîh)

Le moschee erano essenzialmente previste per la preghiera, in particolar modo per quella comunitaria del venerdì, vincolante per tutti i musulmani. Nello stesso tempo le moschee erano anche scuole e luoghi utilizzati per notifiche di ogni tipo… qui aveva luogo gran parte della vita pubblica e politica della comunità…La moschea doveva essere in grado di accogliere tutti i credenti di una città e quindi essere spaziosa. Le primissime moschee appartenevano al tipo di moschea con porticato o ipostila, nella quale un gran numero di supporti singoli (per lo più colonne) di piccole dimensioni erano distribuiti su uno spazio potenzialmente illimitato... Sono tre le caratteristiche della moschea che hanno una valenza sia simbolica che funzionale: la prima è il mihrab, una nicchia che indica la Qibla, ovvero la direzione della Mecca, che è anche quella della preghiera. Questo elemento architettonico che richiama anche alla memoria la presenza ideale del Profeta si sviluppò intorno al 700 d.C, ed è presente in tutte le moschee. Il mihrab diventò con il tempo la parte dell’edificio decorata più sfarzosamente. La seconda caratteristica  è il minbar che in realtà risale ai tempi del Profeta: si trattava originariamente di una sedia alta con tre gradini utilizzata dall’Imam (colui che guida la preghiera) che teneva un sermone, spiegava o leggeva ad alta voce... La terza caratteristica è il minareto, il luogo dal quale il muezzin richiama i fedeli alla preghiera. Nei primi secoli dell’Islam il suo scopo principale era quello di permettere alla voce del muezzin di giungere lontano. Il minareto era anche un segno visibile della presenza di una comunità musulmana o un simbolo che avvertiva i fedeli della presenza di un luogo sacro…(sherif.blog.dada.net/ post/182269/La+moschea+nell’ Islam

La moschea quindi ci appare nelle fonti principalmente come un luogo di adorazione e preghiera, abitato dalla Luce di Allah, è quindi un luogo a cui il credente va proprio per avvicinarsi ad essa, gli altri usi sono secondari e funzionali a questo:

Allah è la luce dei cieli e della terra. La Sua luce è come quella di una nicchia in cui si trova una lampada, la lampada è in un cristallo, il cristallo è come un astro brillante; il suo combustibile viene da un albero benedetto, un olivo né orientale, né occidentale, il cui olio sembra illuminare, senza neppure essere toccato dal fuoco. Luce su luce. Allah guida verso la Sua luce chi vuole Lui e propone agli uomini metafore. Allah è onnisciente.[E si trova questa luce] nelle case che Allah ha permesso di innalzare, in cui il Suo Nome viene menzionato, in cui al mattino e alla sera, Egli è glorificato da uomini che il commercio e gli affari non distraggono dal ricordo di Allah, dall’esecuzione dell’orazione, dall’erogazione della decima e che temono il Giorno in cui i cuori e gli sguardi saranno sconvolti. . Affinché Allah li compensi delle loro opere più belle e aggiunga loro della Sua Grazia. Allah provvede a chi vuole senza misura.” (XXIV,35-38) 
 

1 ) Il Profeta,che Allàh preghi su di lui e gli dia la pace, quando fondò a Medina la prima moschea dell’Islam, vi costruì per i più poveri dei suoi seguaci una banchina (suffa) coperta da tettoia perché si riparassero dalle intemperie. Coloro che se ne servirono vennero chiamati Ahl as-suffa (la gente della banchina).

 



Domenica, 24 agosto 2008