Moni Ovadia sul caso M. Allam
«Magdi Allam? La fede è interiore, non ha bisogno di outing»

di Tonino Bucci

Piazza San Pietro in Vaticano durante l´Angelus di domenica


Riprendiamo questo articolo dal quotidiano Liberazione del 25-3-2008


Le conversioni, di norma, sono un fatto interiore. Scattano nel profondo dell’animo. I credenti portano la propria fede nel cuore e, semmai, la testimoniano nei comportamenti. Ma di questi tempi, no. Anche le religioni sono moneta sonante sul mercato della politica. Magdi Allam, editorialista e vicedirettore di uno dei maggiori quotidiani italiani, il Corriere della Sera , ha fatto della propria conversione un evento pubblico. «Magari anche autentica, questo non sta a noi stabilirlo. Ma tutto questo bisogno di comunicazione mediatica fa sorgere il sospetto di una strumentalizzazione della religione». Lo dice Moni Ovadia, attore e autore teatrale, musicista, un intellettuale orgoglioso della propria identità ebraica senza per questo sentirsi obbligato ad abbracciare una religione. Ma anche uno studioso appassionato dei testi sacri.

Questa conversione è uno spettacolo?
Ognuno fa quel che vuole. Però penso che la conversione abbia a che fare con la spiritualità e con l’interiorità. Non c’è bisogno di outing così eclatanti. Si può andare a convertirsi anche di fronte a un parroco di campagna. Perché proprio davanti al Papa? Per carità, non entro nel merito dei sentimenti di Magdi Allam. La risonanza che la sua conversione ha avuto sulla stampa dopo essere stata annunciata urbi et orbi non può essere separata dal suo ruolo di influente opinionista. Ripeto: non voglio fare il tribunale delle coscienze - Dio ce ne scampi e liberi - ma penso che l’interiorità di fede nasca dal di dentro. Se la conversione è autentica o meno non sta a noi dirlo, ma quando è pubblicizzata in modo così ridondante allora è chiaro l’intento di usare la religione per fini politici.

E’ casuale che questa mossa politica avvenga sotto il pontificato di Benedetto XVI?
Questo Papa ha richiamato in vigore il principio nulla salus extra ecclesiam. I pontefici precedenti lo avevano relegato in secondo piano scegliendo la via dell’ecumenismo e del dialogo. Ratzinger è tornato, invece, all’idea della primazia del cattolicesimo sulle altre religioni. Ma del resto si era espresso per questa linea già quando era Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.

La religione cattolica ha il monopolio della verità e quindi è superiore alle altre. Questa è l’idea che trapela dal pontificato di Ratzinger. Ora torna a circolare anche la formula del Venerdì Santo del messale pre-conciliare, la preghiera per la conversione degli ebrei. Altro segnale preoccupante?
Anche se non è la versione dei tempi più bui la trovo offensiva. Io, ad esempio, ho interesse per la figura di Cristo, nonostante io sia un ebreo che sposa alcuna religione. Però se qualcuno mi invita a illuminarmi e a convertirmi alla vera fede rispondo no grazie, sto benissimo così.

La figura di Gesù è stata interpretata in tanti modi nella tradizione cattolica...
Ecco, appunto. Dovremmo metterci anche d’accordo di quale Gesù parliamo. Di quello dei valdesi? O di quello dei lefebvriani? Dipende dall’interpretazione del divino, dalle posizioni. Con alcuni cattolici mi trovo benissimo, meglio che con gli atei devoti che sono una caricatura all’italiana. Neanche Borges avrebbe fatto di meglio nel suo bestiario.

Anche gli atei devoti sono un caso di uso strumentale della religione per obiettivi chiaramente politici, o no?
Quasi non vale la pena parlarne. Prendiamo questa storia della moratoria sull’aborto. Se fosse una proposta vera, mossa da convincimenti autentici, allora dovrebbe essere accompagnata, da parte di chi la propone, dalla richiesta di una forte campagna mondiale sui metodi anticoncezionali. Se siamo contro l’aborto, l’unica via da battere è l’uso dei contraccettivi. Così invece non è. E allora dichiararsi a favore della vita mi sembra un’ipocrisia. Sono talmente annoiato da questa storia che non leggo più articoli su questa storia. Altri, e più gravi, mi sembrano i problemi del pianeta: la corsa al riarmo, l’aumento delle spese militari, l’inquinamento, lo sfruttamento, la miseria. Il mondo cambia in fretta e la politica è in stato confusionale.

Ma si può dialogare con questa Chiesa come invitano a fare gran parte della classe politica? Si può parlare con chi mira a convertirti?
No. Ci sono delle precondizioni per dialogare. Ho collaborato a quattro puntate di Uomini e profeti , un programma radiofonico di Gabriella Caramore. Una trasmissione di grande spessore. Difendere Dio dai credenti, questo era il tema. Sono intervenuti anche Paolo Flores d’Arcais e Bruno Forte, arcivescovo di Chieti. Dobbiamo diventare consapevoli che noi esseri umani non siamo depositari della verità, ma abbiamo sempre punti di vista parziali. Nel momento in cui qualcuno si dichiara portatore della verità allora cadono le condizioni del dialogo. E non ci può essere democrazia. Questo la sinistra lo sa bene, l’ha imparato nella sua storia. Quando la dialettica marxista è stata sostituita da una verità chiesastica, lì è iniziata la débacle. I guai sono cominciati con l’imbalsamazione di Lenin. Non può esserci politica senza dialettica. E questo implica la pari dignità degli esseri umani, di quelli credenti come di quelli non credenti, per tornare al nostro argomento. Quando qualcuno ritiene di essere portatore della verità e considera gli altri come individui che vivono nell’errore o che sono in ritardo nel cammino verso la verità, non dialoga. Fa un monologo. E’ scritto nell’Antico Testamento, nel Levitico , "considera il prossimo tuo come te stesso". L’altro è come te, ha la stessa dignità. Questa è la democrazia. Il filosofo Levinas ne ha fatto un perno della propria intepretazione. Noi siamo solo una parte della verità. Oggi la voglia di affermare con l’imposizione il trascendente nella politica è un errore. E’ ovvio che un politico cristiano sia ispirato dalla sua religione ma se teorizza che i suoi valori debbano valere per tutti, allora si tratta di un’ingiunzione. Oscar Luigi Scalfaro è un cattolico a prova di ferro, eppure è stato un costituente, un politico con un senso di laicità e di rispetto per la Costituzione che ha pochi eguali oggi. Ma davvero si pensa che i cattolici in Italia sono perseguitati? I governi messicani volevano imporre matrimoni civili anche ai cattolici, quelli sì potevano essere accusati di "laicismo". Ma io, oggi, in Italia, non vedo nessuna imposizione di ateismo. C’è "laicismo" quando si vieta ai credenti di frequentare i luoghi di culto o di parlare di religione. Ma se non c’è giorno che i tg non riferiscano delle frasi del Papa?

Si parla molto di trascendente eppure pochi sono davvero a conoscenza dei dogmi religiosi. Il furore identitario della Chiesa non sarà una reazione difensiva di fronte a una società che minaccia d’allontanarsi dal suo controllo?
Sono convinto che questa linea è dettata dalla disperazione. Un credente convinto non ha il bisogno di rivendicare la propria fede. Se dopo duemila anni di evangelizzazione il cattolicesimo ha paura dell’islam vuol dire che qualcosa non funziona. Io sono ebreo e anche se l’ebraismo per me non è una religione, la mia identità ebraica si è rafforzata, è frutto di una ricerca. Ma non ho bisogno di manifestarla in scelte integraliste. Non si possono costruire fortezze intorno alla fede. Dico una boutade: facciamo una moratoria sulle religioni e interessiamoci solo dell’essere umano. Dell’uomo che soffre.Martin Buber nei Racconti chassidici parla del buon ateismo, quello che presta attenzione all’altro bisognoso d’aiuto e si fa carico d’aiutarlo con le sue sole forze senza appellarsi alla misericordia dell’Onnipotente. Dio diventa un’alibi, uno schermo dietro cui nascondersi per non aiutare gli altri. O, peggio, per giustificare in suo nome il male che facciamo loro.

Ma tutta questa ostentazione sui media non finisce per uccidere la vera religiosità?
La voce del divino è nel silenzio. Oggi invece tutto è mediatico. C’è un rumore di fondo che annulla il senso delle parole. Si dice tutto e il contrario di tutto. Siamo tutti cristiani e vogliamo cacciare i migranti dall’Italia. Le parole hanno un significato, chiamano a una responsabilità. Gesù accoglieva i peccatori. E nella Bibbia Dio dice "davanti a me siete tutti stranieri". Se Gesù dovesse nascere di nuovo nascerebbe in un campo nomadi. Tutti sono democratici, ma dimenticano che la democrazia è incompatibile con la povertà. E l’accusa di antisemitismo? E’ talmente inflazionata che fra poco sarà più pesante l’epiteto "sciocchino". Io stesso sono stato accusato di essere antisemita per aver criticato la politica del governo israeliano. Ci vuole sobrietà. Magdi Allam faccia quel che vuole. Ma noi qualche dubbio sulla storia dell’occidente ce l’abbiamo.



Venerdì, 28 marzo 2008