Islamofobia
Proscioglimenti a...raffica e prove... incerte

Algerini assolti Non aiutarono i terroristi arabi.
I quattro imputati sono rimasti in carcere un anno ingiustamente. Furono arrestati dai Ros. Adesso chiederanno i danni.
IMAM VARESE FU ASSOLTO PER PROVE INCERTE.


Da Il Giornale di Vicenza

Venerdì 3 Agosto 2007

PROCESSO. Il gup di Venezia li ha prosciolti dall’accusa di associazione sovversiva
Algerini assolti Non aiutarono i terroristi arabi
I quattro imputati sono rimasti in carcere un anno ingiustamente. Furono arrestati dai Ros. Adesso chiederanno i danni
Non avevano raccolto denaro per finanziare la Jihad e non appartenevano al gruppo salafita


Altro che cellula del terrore pronta a colpire obiettivi sensibili a Vicenza nel nome della Jihad. Altro che algerini organici al Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento potenzialmente capaci di immolarsi nel nome di un islam sanguinario. Altro che arabi pronti ad attività antitaliane di sostegno a un’idea sovversiva nel nome di un Allah integralista che vuole la morte dei cristiani.
Niente di tutto questo: sono innocenti. I fratelli Farid e Nabil Gaad, rispettivamente di 37 e 25 anni, e i connazionali Khaled As, di 31 anni, e Alì Touati, 34 anni, tutti gravitanti attorno al call center di corso Ss Felice e Fortunato, sono stati assolti con formula piena perché il fatto non sussiste. Il verdetto è stato letto ieri pomeriggio dal tribunale di Venezia intorno alle 15.40.
Il gup Vincenzo Santoro ha sposato in pieno la tesi difensiva degli avvocati Paolo Mele senior e Gianluca Alifuoco, osservando che i quattro islamici non avevano partecipato all’associazione terroristica internazionale salafita legata ad Al Qaeda.
E le intercettazioni telefoniche che chiamavano in causa il kamikaze Yamine Bouhrama per un attentato sotto la galleria dei Berici sulla A4? Riguardavano un’altra inchiesta che non è sovrapponibile a quella che chiama in causa i due fratelli Faarid, Touati e As. Sono questioni distinte. L’ha spiegato il tribunale.
Dunque, dopo un anno giusto di carcere ieri pomeriggio si sono riaperte le porte della cella per i quattro nordafricani ai quali la giustizia italiana ha restituito l’onore stabilendo che la carcerazione preventiva è stata ingiusta. E saranno risarciti per questo.
I quattro magrebini, residenti tra Vicenza e il Bresciano, l’avevano gridato in tutte le maniere nel corso di quest’anno di essere innocenti e di non c’entrare nulla col terrorismo. Avevano inviato più volte i loro scritti sostenendo di essere al centro di un grande errore giudiziario perché a loro interessavano solo le questioni religiose.
Si professano musulmani, ma il contenuto delle telefonate intercettate dai carabinieri dei Ros di Napoli, Roma e Padova fino al maggio 2006 erano neutre.
Di questo avviso non era il pubblico ministero Carlo Nordio, per il quale i quattro algerini si erano macchiati dei reati per i quali erano stati incarcerati. Egli ha chiesto 4 anni e mezzo di reclusione per Faari Gaad e 3 anni e mezzo per i presunti complici.
I quattro dovevano rispondere oltre che di associazione terroristica, anche di associazione per delinquere finalizzata al reperimento di documenti di identità e di permesso falsi per aiutare connazionali che abbracciavano la fede terroristica.
Il castello delle accuse è crollato con un tonfo secco davanti al gup del tribunale di Venezia, competente a giudicare per asseriti episodi di terrorismo avvenuti a Vicenza.
Per l’avvocato Mele senior e il giovane collega Alifuoco è stata indubbiamente una grande vittoria processuale.
L’inchiesta dei carabinieri del Ros, che avevano ribattezzato l’operazione Numidia, è implosa perché il giudice ha ritenuto che le accuse non fossero sorrette da prove, ma da mere ipotesi.
Le conversazioni telefoniche, a volte astruse, i riferimenti in qualche caso chiaramente scherzosi sono stati scambiati per fatti veri e hanno alimentato una impalcatura di sospetti che non ha retto alla prova dell’aula.
Bisognerà valutare, adesso, quale sarà l’orientamento della procura antiterrorismo di Venezia in ordine alla possibilità di proporre l’appello quando saranno conosciuti i motivi.
Nel tardo pomeriggio di ieri i quattro algerini sono stati scarcerati. Due si trovavano a Monza gli altri a Padova. Per un anno hanno ripetuto di non avere mai sostenuto la Jihad nè di avere raccolto soldi per sostenere l’internazionale della grande piovra del terrore.
Il gup Santoro ha stabilito che l’accusa non ha provato il loro coinvolgimento e pertanto i musulmani sono stati assolti.
Dal processo con rito abbreviato è rimasto escluso l’egiziano Abdel Gader El Senbawy, 46 anni. È irreperibile.I.T.

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http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_2418610.html?ref=hpsbdx

Milano, 11:32
TERRORISMO: IMAM VARESE FU ASSOLTO PER PROVE INCERTE
"Il materiale probatorio raccolto non consente di formulare nei confronti degli imputati un giudizio di responsabilita’ penale. E cio’ non tanto per quel deficit di determinatezza che - com’e’ noto - presentano in se’ le fattispecie associative in genere, quanto perche’ le prove raccolte si rivelano scarne, equivoche, incerte ed incomplete, assolutamente inidonee a formare una condanna". Cosi’ i giudici della prima Corte d’assise di Milano giustificano il verdetto di assoluzione pronunciato, il 24 maggio scorso, nei confronti dell’ex imam di Varese, Zerout, e dei suoi collaboratori, Raouiane ed El Kaflaoui, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale.



Domenica, 05 agosto 2007