Islam - Le religioni monoteiste e le donne
La questione della complementarietà dei ruoli

di Ileana Montini

Una risposta all’articolo "Ayaan, la Talebana Infingarda,di Sherif El Sebaie"


Ringraziamo Ileana Montini per questo intervento che speriamo possa servire ad aprire un dibattito vero sul tema del rapporto fra le tre religioni monoteiste e le donne.


Ho letto l’articolo firmato da Sherif El Sebaie intitolato "Ajaan, la Talebana Infigarda" e riferito all’autrice del libro "Infedele" pubblicato in Italia dalla Rizzoli (2007) che ho appena terminato di leggere trovandolo assai interessante e stimolante. Ovviamente si tratta di punti di vista: per esempio mi pare che nel libro si racconti come spesso gli immigrati inventano "balle" per ottenere la cittadinanza olandese che è concessa facilmente a coloro che sono in fuga per motivi politici. S.Sebaie ha omesso di specificare che la giovane somala era riparata in Olanda, mentre, dalla Germania, si trovava in viaggio verso il Canadà dove doveva raggiungere un marito impostale dal padre.
La teologia morale cattolica ammette le "balle" quando sono dette a difesa della vita propria e altrui. Non è così nell’Islam? L’articolista omette di raccontare la storia di questa donna che, come tante altre, è dovuto sottostare a regole e modelli di comportamento patriarcali e tribali ma legittimati in nome del Corano. Perchè questo hanno fatto e fanno ancora nel mondo le religioni e, principlamente le tre monoteiste. E’ di questi giorni la querelle tra Vaticano e Amnesty International perchè la Chiesa Cattolica non ammette che le donne stuprate (in tanti teatri di guerra) possono abortire. Come dire che, lo ha scritto bene Adriano Sofri nella (bellissima) introduzione a "non Sottomessa" di Ayan Hirsi Ali (Einaudi,2005), le donne sono corpi che appartengono alle comunità, cioè ai padri, mariti, figli e fratelli e quindi danno significato e forza di appartenenza. Io sono una donna, ha scritto la giovane somala, quindi sono insignificante.
L’articolista del resto chiede rispetto per i musulmani, intendendo gli uomini in quanto le donne a loro sono complementari avendo ruoli diversi: di sottomissione e di inferiorità. La tesi della complementarietà dei ruoli non è forse comune alle tre religioni monoteiste? Le donne non possono diventare presbiteri perchè così ha voluto Cristo e soltanto la Chiesa (gli uomini ) può interpretare i Vangeli o la volontà divina; alle donne sono dati altri compiti nella Chiesa. Naturalmente si usa dire che uguale è la dignità nella differenza dei sessi e quindi delle vocazioni.Così ha voluto il "disegno di Dio" (o di Allah,o di Yahvè) che non si può cambiare.
La conseguenza la conosciamo: divisione tra privato e pubblico. L ’ambito del privato, ovvero della cura della casa e della famiglia tocca alle donne, mentre agli uomini compete la sfera pubblica ; del potere nella religione e nella politica. "Ora -scrive l’articolosta- io non voglio dire che nel Corano non ci sono i verdetti di cui parla Alì. Ci sono eccome, così come ci sono brani particolarmente truci nell’Antico Testamento. Ma la maggioranza dei musulmani li vive e li legge allo stesso modo in cui i cristiani e gli ebrei recitano i ’Salmi violenti’ durante le funzioni. Non chiedono la loro abolizione ma non li applicano nemmeno. O quanto meno li calano nel loro costume storico, interpretandoli alla luce dei fatti e dei protagonisti di 1400 anni fa. Altrimenti ci sarebbero milioni e milioni di terroristi in giro."
Avendo letto il libro dall’inizio alla fine, mi sento di poter dire che la Hirsi Ali si riferisce soprattutto ai versetti che riguardano le donne: a come si devono vestire, a come si devono comportare, quanto vale la loro testimonianza in tribunale ecc..Questo perchè suo padre, sua madre ,sua nonna, suo fratello e i parenti, quando hanno infibulato lei e sua sorella (applicando usanze di origine pre’ islamica) ,quando le hanno imposto un marito e via discorrendo, al Corano facevano riferimento .
Come quando, prima del Concilio Vaticano Secondo, noi bambine dell’Azione Cattolica, dovevamo portare d’estate almeno delle manichette e, al mare, il costume intero perchè lo aveva scritto S.Paolo , ecc. Mentre le donne sposate a mariti violenti e poco amanti, dovevano sottostare in nome "del debito coniugale". E poi per tutto il resto della subordinazione delle donne c’entravano anche i Padri della Chiesa . Del resto due sono state le immagine della femminilità: la Madonna e la puttana. Uno slogan che noi femministe abbiamo portato nei cortei festosi degli anni settanta suonava infatti così: "Nè madonne, nè puttane, siamo donne".
La Hirsi Ali ci ricorda che non sono pochi i Paesi ove vige la Legge Islamica o la tradizione, a costringere le donne a una vita di costrizioni e limiti. E lei ne sa qualcosa per aver pagato un prezzo assai alto. Vorrei aggiungere che forse la redazione dovrebbe fare presente all’articolista che nella Chiesa Cattolica c’è stato , soprattutto dopo il Vaticano II, un grande fermento teologico per chiedere alla Chiesa di "storicizzare" la Rivelazione. So che anche nel mondo musulmano vi sono alcune richieste di teologi e di femministe in questa direzione. Andrebbe però anche detto al signor El Sabaie che nel mondo cattolico un ateo - o uno diventato tale - ha il diritto di esprimersi sui testi della religione, ovviamente con cognizione di causa. E che la pretesa che soltanto dei credenti abbiano il diritto di esprimere critiche e pareri sui sacri testi, configura un pensiero teocratico. Che anche la Chiesa ha coltivato nel passato in modo generalizzato e che ci ha dato, per esempio, il caso del processo a Galileo Galilei. E per ultimo, descrive la scrittrice alla Fiera del libro di Torino seguita da protettori, omettendo di specificare che è oggetto di minacce (da parte musulmana) e che per questo il governo olandese aveva attivato la protezione e costretta una residenza segreta. Dopo l’apertura del processo di Brescia contro il padre che ha ucciso la giovane pachistana che conviveva con un italiano avvenuta nell’estate 2006, anche la giovane marocchina vice-presidente dell’Associazione Donne Marocchine è stata messa sotto protezione in seguito a un’aggressione di cui è stata oggetto per le sue dichiarazioni davanti al Tribunale.


Ileana Montini



Sabato, 01 settembre 2007