Preoccupato di incoraggiare il dialogo in vista di evitare un eventuale scontro militare tra lIran e gli Usa, il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) ha partecipato allorganizzazione di una discussione tra il presidente iraniano Mahmoud Ahma-dinejad e circa 140 personalità religiose degli Usa. Lincontro, che ha avuto luogo il 27 settembre scorso, si è svolto a New York, presso la sede dellOnu. Organizzato dal Comitato centrale men-nonita (Mcc), organizzazione di soccorso, aiuto allo sviluppo e promozione della pace dei mennoniti del Nord America, era stato fissato il giorno dopo lintervento del presidente iraniano allAssemblea generale dellOnu. Il pastore Christopher Ferguson, rappresentante del Cec presso lOnu, faceva parte del gruppo che ha posto una serie di domande al presidente Ahmadinejad, in particolare circa le sue dichiarazioni molto controverse sullOlocausto, lo sviluppo nucleare del suo Paese e il problema dei diritti della persona. «I vangeli ci impegnano vivamente a difendere i poveri, le vedove, i prigionieri e gli oppressi», ha dichiarato il past. Ferguson. «Nel suo discorso allAssemblea generale, Lei si è detto preoccupato dal fatto che i paesi che pretendono di difendere i diritti della persona sono in realtà i primi a violarli». «Vorremmo porle una domanda, tenendo presente che nessun governo e nessun Paese compiono totalmente quello che Dio vuole che facciamo. Questo è anche il caso dellIran. Ispirati dalla nostra fede in Dio e dal rispetto dei dirittti umani, possiamo trovare il modo di parlare dei campi in cui lIran è molto lontana dal rispettare tali diritti?» Ahmadinejad ha risposto: «Loggetto delle mie preoccupazioni è lo stesso del vostro: sono molto triste di vedere che le inimicizie, le occupazioni, i massacri, le guerre e la discriminazione sono presenti ovunque nel mondo». «Sono altresì molto preoccupato dalle molte violazioni dei diritti della persona», ha proseguito, aggiungendo che «alcuni responsabili di queste violazioni cercano di risolvere i problemi mondiali unicamente con le armi. Non abbiamo ancora criteri fermi, per quanto riguarda i diritti umani nel mondo, perché ci sono molti modi di interpretarli. È possibile collaborare per giungere a criteri solidi in questo campo». Il presidente iraniano ha concluso dicendo che in Iran «abbiamo le norme più severe che ci siano in materia di rispetto dei diritti umani». Il presidente della seduta ha quindi sollevato la questione delle violazioni dei diritti delle minoranze religiose in Iran, ma questa non ha potuto essere esaminata per mancanza di tempo. La discussione con il presidente Ahmadinejad era la terza di una serie organizzata dai mennoniti. La prima ha avuto luogo a New York un anno fa, la seconda a Teheran nel febbraio 2007, in occasione della visita di una delegazione religiosa. Il fatto è che «le muraglie del silenzio e della lontananza vanno abbattute», ha dichiarato padre Reew Chri-stiansen, redattore della rivista cattolica, ribadendo che «è sbagliato non instaurare un dialogo con coloro che non condividono le nostre vedute, perché questo non fa che rafforzare i pregiudizi e la cattiva volontà». (cec)
Il presente articolo è tratto da Riforma - SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI Anno 143 - numero 40 - 19 ottobre 2007. Ringraziamo la redazione di Riforma (per contatti: www.riforma.it) per averci messo a disposizione questo testo
Mercoledì, 17 ottobre 2007
|