UN CONTRIBUTO DELLA CHIESA DI PADOVA ALLA RIFLESSIONE SUI LUOGHI DI CULTO MUSULMANI

di La Diocesi di Padova

Importante documento della diocesi di Padova


Riprendiamo il seguente documento dal sito http://www.padovaislam.it/ della diocesi di Padova dedicata al dialogo con l’Islam, sito che vivamente cosnigliamo ai nostri lettori. Si tratta di un importante contributo al dialogo e di opposizione alle tendenze xenofobe e razziste impersonate dalla Lega Nord che si appresta a mettere in campo iniziative tendenti alla criminalizzazione dei migranti, soprattutto di quelli di religione islamica. Ci auguriamo che sulla base del presente documento possa esserci una rinnovata iniziativa di dialogo cristiano-islamico che coinvolga tutte le chiese cristiane in Italia.


Vanno diffondendosi in città e in diocesi luoghi di preghiera e di socializzazione per immigrati di fede musulmana. Questo fatto provoca reazioni diverse tra la gente, talvolta di accettazione e accoglienza, altre invece di diffidenza e rifiuto. Si tratta di un fenomeno complesso e nuovo per il nostro territorio e nella nostra cultura, di fronte a cui ci si trova forse impreparati e si avverte la fatica stessa delle autorità civili, responsabili della vita pubblica, nel prendere le necessarie decisioni.

La Diocesi sta seguendo con attenzione il dibattito che si è aperto - in particolare nella città di Padova - e intende esprimere il suo pensiero per contribuire a un dialogo sereno, rispettoso, aperto al confronto e impostato all’interno di una logica di conoscenza più precisa del dato sociale e culturale, al di fuori di qualsiasi forma di strumentalizzazione ideologica o politica.

Sull’argomento sia la Chiesa italiana che le Chiese del Triveneto sono già intervenute con riflessioni e indicazioni, con riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa e in sintonia col patrimonio di fede e di cultura delle nostre comunità. Sono riferimenti che collocano la comunità ecclesiale su posizioni non legate a ideologie sociali e religiose né a indicazioni di partiti politici.

La Chiesa cerca di muoversi in fedeltà al Vangelo e nella ricerca del bene delle persone, in libertà e nella logica del bene comune. In questi stessi termini si pone la Chiesa di Padova in merito alla questione attuale.

Siamo convinti, infatti, che la discussione sulla "moschea" a Padova non possa ridursi a uno scontro tra posizioni ideologiche o tra appartenenze politiche con finalità di potere. La questione della "moschea" è prima di tutto un problema culturale complesso e pone a tema il rapporto della città e delle nostre comunità cristiane con una realtà sociale, culturale e religiosa "diversa" e relativamente nuova.

In questa prospettiva è opportuno ricordare, anzitutto, il diritto di ogni persona e di ogni gruppo sociale alla libertà religiosa, sancito dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti dell’uomo. Per noi cristiani fa parte anche dell’insegnamento della Chiesa.

La libertà religiosa è un diritto civile fondato sulla natura stessa della persona e non sulla concessione di qualche autorità. Per questo non può essere negata né disattesa. Ciò comporta, per tutti, la libertà di credere e di professare, anche pubblicamente, la propria fede religiosa.

Il rispetto delle persone passa anche attraverso il rispetto di questo diritto umano fondamentale, che costituisce pertanto un dovere per i singoli e le comunità. Un diritto dovere che spetta alle autorità politiche e amministrative tutelare.

Il caso specifico in discussione a Padova, tuttavia, non rimane nell’ambito strettamente religioso, non riguardando solo la costruzione di un luogo di culto. La questione, infatti, è contemporaneamente di natura culturale e sociale: riguarda la convivenza tra realtà diverse presenti nella stessa città, con conseguenti ricadute sulla vita delle persone, sui rapporti con la popolazione residente e con il territorio. È proprio per questo che le autorità pubbliche sono tenute a regolamentare la questione, nel rispetto delle leggi italiane.

Auspichiamo quindi che i responsabili di queste decisioni agiscano con prudenza e lungimiranza e sulla base di procedure giuridiche e amministrative le più democratiche, trasparenti e lineari possibili, per favorire un clima di concordia e di pace e la maturazione di una coscienza civile adeguatamente attrezzata e formata ad accogliere i grandi cambiamenti sociali in atto.

Per questo motivo e per superare sensi di paura e di allarmismo, non è fuori luogo né lesivo della libertà religiosa, che le autorità competenti chiedano - e rendano note alla città - garanzie sulla rappresentatività, le attività, i finanziamenti e i soggetti responsabili di questi nuovi centri di aggregazione e di preghiera. Il tutto nel rispetto del principio della legalità e delle esigenze di ordine pubblico.

Noi riteniamo che la questione della "moschea" a Padova, una volta garantita la legittimità e l’osservanza delle leggi e delle procedure - che sono valide per tutti - sia un’occasione per i cittadini di Padova e del territorio di imparare a vivere insieme pur nella diversità, che può diventare un’occasione di crescita. Assicurato il rispetto reciproco, la strada è quella del confronto e del dialogo, che inizia sempre dalla conoscenza gli uni degli altri.

Come Chiesa inoltre sollecitiamo l’attenzione sul principio di una fattiva reciprocità: il diritto-dovere al rispetto della libertà religiosa riguarda tutti e quindi deve essere riconosciuto e rispettato anche dai musulmani nei confronti, per esempio, di chi sceglie di diventare cristiano. Questione questa che tocca da vicino la nostra realtà locale. La reciprocità è necessaria per garantire la convivenza tra diversi e su questo si invoca l’attenzione di chi ha responsabilità di governo anche sul piano internazionale. Non c’è dubbio che la libertà religiosa richiesta per se stessi diventa obbligante prima di tutto per chi la chiede.

Dai credenti musulmani, pur comprendendo gli inevitabili problemi legati al processo migratorio, ci aspettiamo un’assunzione di responsabilità nei confronti del contesto locale, convinti che un vero inserimento si attui grazie all’acquisizione convinta dei doveri civili e a relazioni ispirate al reale desiderio di una società comune. Ciò comporta, ad esempio, un maggiore inserimento nella vita sociale, senza ripiegamenti esclusivi all’interno del proprio gruppo di riferimento.

Un contesto come l’attuale, caratterizzato da tante sfide e dalla compresenza di molte religioni, rende urgente la conoscenza e la cooperazione tra fedi diverse, l’impegno sincero e continuo a favore di tutti, la qualità del modo di proporre la personale visione di Dio e i comportamenti che ne conseguono. Su questo la Chiesa di Padova è impegnata da tempo con iniziative concrete - dal Servizio per le relazioni cristiano-islamiche agli incontri della Pastorale ecumenica e della cultura, dalle proposte per i migranti ai vari servizi di carità e fraternità attuati dalla Diocesi e diffusi nel territorio - e rimane disponibile a proposte e occasioni formative capaci di qualificare l’agire dei credenti e della comunità tutta per il bene comune.

La Diocesi di Padova


Padova, 10 maggio 2008

N.B. La Diocesi di Padova da anni ha istituito un apposito Servizio per le relazioni cristiano-islamiche e molto materiale informativo e di documentazione si può consultare sul sito internet all’indirizzo www.padovaislam.it ; altre informazioni che riguardano il fenomeno migratorio nel suo complesso e l’attività della Chiesa locale si possono trovare anche nei siti della pastorale dei migranti agli indirizzi www.diweb.it/pd/pm, www.diweb.it/pd/migrantes



Lunedì, 12 maggio 2008