«RIPRENDIAMOCI IL DIRITTO ALLA GIOIA»

AL VIA LA VII GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO ISLAMICO


di Adista Notizie n. 61 8-9-2008

34570. ROMA-ADISTA.

È stato scelto il 27 ottobre come data stabile per la Giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico, nata per iniziativa di un gruppo di teologi, sacerdoti, pastori, laici sia cattolici che protestanti ed ortodossi, giunta alla sua VII edizione e svoltasi nelle sei edizioni precedenti in corrispondenza dell’ultimo venerdì di Ramadan. "La scelta è caduta sul 27 ottobre - hanno spiegato gli organizzatori - ripensando a quel primo incontro interreligioso promosso ad Assisi nel 1986 che indubbiamente segnò un punto alto di una ricca stagione di dialogo interreligioso".

Quella stagione oggi sembra molto lontana: come ha affermato recentemente Paolo Naso sull’agenzia Nev (26/8), "dai gesti coraggiosi di Giovanni Paolo II, si è passati alle chiose dogmatiche di Benedetto XVI; una valutazione generalmente positiva del dialogo ha fatto spazio alla denuncia dei rischi che comporta; dalla prospettiva dell’incontro intorno a valori e impegni comuni si è passati alla rivendicazione della propria orgogliosa identità".

Alla luce di queste difficoltà è però oggi tanto più urgente coltivare il dialogo come unica alternativa all’intolleranza e all’odio che crescono in un’epoca di paura e di violenza. Un dialogo che deve nascere - ha scritto Brunetto Salvarani sul mensile missionario dei gesuiti Popoli (8-9/2008) - come "iniziativa dal basso, che rompe gli schemi delle persone intruppate nelle rispettive appartenenze e mette a contatto donne e uomini delle varie religioni o senza religione che s’incontrano per dire che non ne possono più di odio e di religioni al servizio dei potenti di turno".

Da qui l’esigenza manifestata dagli organizzatori della Giornata - in una lettera indirizzata lo scorso 30 agosto "a tutte le musulmane e a tutti i musulmani d’Italia" in occasione dell’inizio del Ramadan - "di riprenderci tutto intero il nostro diritto alla gioia e di riscoprire ‘la gioia del dialogo’, dell’incontro con chi ha cultura e/o religione diversa dalla propria".

"La diversità - si legge ancora nella lettera - arricchisce perché aiuta a vivere meglio il mistero della vita", e "la gioia del dialogo" è la "migliore medicina contro il male che troppi interessati mercanti di cannoni diffondono a piene mani per rimpinguare i propri conti in banca".

Lungi dal rappresentare un ostacolo al dialogo e alla pacifica convivenza, le rispettive tradizioni religiose possono costituirne il più autentico e solido fondamento: "Nella Bibbia, nel libro dei Salmi, troviamo l’appello alla concordia: ‘Oh quant’è bello e quanto è soave che i fratelli abitino insieme nella concordia!’ (Salmo 133,1). E l’umanità è un’unica famiglia. Nel Corano troviamo l’appello a rifiutare il male: ‘O voi che credete! Entrate tutti nella Pace. Non seguite le tracce di Satana. In verità egli è il vostro dichiarato nemico’. (Corano 2.208) Nella Bibbia cristiana, nella Prima Lettera di Pietro è scritto: ‘Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra dal dire il falso; fugga il male e faccia il bene; cerchi la pace e la persegua; perché gli occhi del Signore sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti alle loro preghiere; ma la faccia del Signore è contro quelli che fanno il male’. (1Pt 3,10-12)".

Ecco perché, aggiungono gli organizzatori della Giornata, "chi diffonde odio fra le religioni o proclama crociate e promuove blasfemi giuramenti in tal senso non ha nulla di religioso, è un nemico dichiarato di Dio e dell’umanità, non è cristiano né musulmano né di qualsiasi altra religione".

Articolo tratto da
ADISTA

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Lunedì, 08 settembre 2008