VII Giornata del dialogo cristiano-islamico
Insieme viviamo la gioia del dialogo

Licata, 27 ottobre 2008


LA COMUNITA’ CRISTIANA E LA COMUNITA’ ISLAMICA
DI LICATA


INVITANO

a vivere insieme
LA GIOIA DEL DIALOGO
alla VII giornata del
dialogo intereligioso
cristiano-islamico

il 27 ottobre 2008
al chiostro s. Angelo
sala Rosa Ballistreri ore 17.30.


Il 14 dicembre del 2001, ultimo venerdì del mese di Ramadan dell’anno 1422 dell’Egira, Giovanni Paolo II chiese ( nel bel mezzo della guerra in Afganistan) di condividere il digiuno di Ramadan a donne e uomini di buona volontà.

Un messaggio alto, quello del Papa Giovanni Paolo II, recato a tre mesi del tremendo 11 settembre, che nella pedagogia papale proseguiva quella pedagogia dei gesti con cui egli aveva scelto di porsi di fronte alle fede altre, sin dai primi tempi del suo pontificato. Giovanni Paolo II respinse il concetto di "scontro di civiltà" contrapponendogli quello di "civiltà dell’amore".

Una iniziativa dal basso, oggi, la giornata del dialogo intereligioso, che rompe gli schemi delle persone intruppate nelle rispettive appartenenze e mette a contatto donne e uomini di due fedi diverse che s’incontrano per dire che non ne possono più di odio, e di religioni al servizio dei potenti di turno.

Il criterio centrale per un dialogare fruttuoso è favorire la maturazione di un atteggiamento positivo verso le altre fedi.

Il dialogo intereligioso maturerà nel quadro del riconoscimento che vi sono coinvolti non le religioni ( entità astratte) bensì uomini e donne in carne e ossa, con storie, vissuti, sofferenze, peculiari e irrepetibili.

L’obiettivo del dialogo intereligioso è uscire dal falso presupposto per cui il dialogo sarebbe un’attività riservata a specialisti, e assumere come caso serio l’invito di Giovanni Paolo II nella Redemptoris Missio: "Tutti i fedeli e le comunità cristiane sono chiamati a praticare il dialogo intereligioso" (n.57).

La grande sfida di oggi è di evitare una lettura delle differenze esistenti, talora profonde, come uno scontro tra il Bene e il Male, e di rifiutare la demonizzazione dell’altro. Dobbiamo guardare le nostre differenze non come a idoli da adorare, ma come arricchimenti reciproci verso una vita piena di amore, quell’amore che cristiani e musulmani caratterizza l’essenza di Dio. Se uno dei nomi divini della tradizione islamica è Al- Wadud, L’Amorevole, la Bibbia dice che "da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli" ( 1Gv. 13,35). Non dimentichiamolo in occasione dell’appuntamento del dialogo cristianoislamico del 27 ottobre 2008.



Mercoledì, 15 ottobre 2008