I resoconti delle iniziative
La sesta giornata dell’amicizia cristiano - islamica a Reggio Calabria

di Antonino Pangallo

Anche quest’anno, come è ormai tradizione, si è svolta in città la Giornata del dialogo cristiano-islamico. A conclusione del Ramadan, ormai da sei anni, si vuole esprimere attraverso un incontro il desiderio di dialogo e di amicizia con la comunità musulmana presente in città. E’ sempre di più avvertita l’esigenza di rilanciare i temi del dialogo interreligioso, in un tempo in cui si impone l’urgenza di favorire le occasioni di ascolto reciproco e di una lettura delle differenze non come occasioni di scontro ma come ricchezza per la costruzione del bene comune.
Non fa certo notizia nel grande caos mediatico, più preoccupato del sangue e dei conflitti che pronto a raccontare legami di amicizia, la visita di un gruppo di cristiani al centro islamico della città di Reggio Calabria. Eppure l’appuntamento della sesta giornata dell’amicizia cristiano-islamica celebrata in città il 7 ottobre è da considerarsi un tassello prezioso nella tessitura di un mondo nuovo, segnato dalla interculturalità e dal dialogo, mentre giungono nelle nostra case le immagini da Gaza dove un cristiano palestinese, direttore della libreria della Società Biblica, è stato trucidato .
Quest’anno l’incontro si è svolto nella zona sud della città dove si trova il nuovo centro culturale islamico, nelle vicinanze della chiesa di S. Maria del Soccorso. La sesta giornata è stata così caratterizzata da una semplice visita di amici ai fratelli musulmani riuniti in preghiera in questi ultimi giorni di Ramadan.
Partendo dal piazzale della parrocchia un gruppo di cristiani, appartenenti a diverse confessioni, si è snodato per le vie del quartiere Gebbione raggiungendo la sede del nuovo centro di cultura islamica, da pochi mesi trasferitosi nella zona sud della città.
Giunti presso la sede del centro islamico i presenti sono stati accolti dal segretario Hassan El Mazi, sempre cordiale, vero tessitore di amicizia e di integrazione. Entrati nell’ambiente predisposto per la preghiera, in un clima di fraternità, è iniziato il tempo dei saluti. Mons. Giorgio Costantino, parroco del luogo, ha rivolto pensieri di fraternità confermando la disponibilità all’accoglienza, particolarmente attraverso il centro di ascolto parrocchiale.
Le religioni sono promotrici di pace e di cooperazione tra i popoli, ha detto il vicario per l’ecumenismo ed il dialogo. Bisogna adoperarsi per far crescere sempre di più nella nostra città la conoscenza e l’integrazione tra culture e religioni diverse. Nel vivere con intensità spirituale il tempo di conversione del ramadan, i musulmani aiutano la città a recuperare il primato di Dio.
L’arcivescovo ha fatto dono del messaggio inviato per la fine del ramadan dal pontificio consiglio per il dialogo inter-religioso. L’augurio rivolto a tutti è che il clima di fraternità tra musulmani e cristiani creatosi a Reggio Calabria possa diffondersi ovunque, in modo tale che la libertà religiosa divenga in ogni paese e contesto culturale un diritto a tutti riconosciuto.
Hassan El Mazi ha sottolineato i valori della pace e dell’amicizia nel nome dell’unico Dio in cui musulmani e cristiani credono e ha fatto dono di un Corano in lingua italiana. Ringraziando i presenti per la visita egli ha sottolineato il comune impegno nell’intensificare i rapporti pacifici tra le due comunità per la pace universale.
Significative sono state le parole di un muftì giunto da Marrakesh che si è detto molto lieto dell’incontro che rafforza i legami di amicizia e ha evidenziato i punti di convergenza tra islam e cristianesimo, manifestando il desiderio di pace e di fratellanza che i musulmani sentono e per il quale pregano l’unico Dio misericordioso e onnipotente. I rapporti tra le religioni sono chiaramente espressi dal Corano. Non possono non essere se non rapporti di pace. L’adorazione dell’unico Dio è un patrimonio comune molto più forte di tante differenze. Pur riconoscendo la diversità, dobbiamo intensificare l’amicizia e la collaborazione perché chi crede non può non amare. Mai il nome di Dio può divenire arma contro altri.
Le parole del muftì sono risuonate come una dolce musica che non azzera certamente le difficoltà del momento ma getta luce su un percorso ineludibile. I credenti non possono portare legna da ardere alla logica dello scontro, ma sono chiamati a gettare ponti di autentico rispetto e di amicizia per costruire insieme un domani autenticamente rispettoso di ogni uomo e donna.
Guardando i volti dei musulmani in preghiera su semplici tappeti e delle donne in un angolo per loro preparato, lontano da occhi indiscreti, ci si accorge che esiste realmente un islam moderato e dei musulmani venuti tra noi solo per motivi lavorativi, ben lieti di inserirsi nel nuovo contesto sociale, nel rispetto delle leggi, come esistono, nell’indifferenza e nell’agnosticismo imperante, tanti cristiani che non usano l’argomento della reciprocità per giustificare la diffidenza e l’esclusione ma sono pronti a continuare a tessere, sull’ordito del monoteismo, la trama di un dialogo che schiude alla fraternità universale.
Lasciamo la sede del centro dopo aver fatto la foto di rito. Mentre le luci si spengono all’interno, il flebile bagliore illumina i corpi in ginocchio di un piccolo popolo di credenti. Un’altra fiammella dialogo si accende per la città.


Antonino Pangallo
direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Reggio Calabria-Bova



Lunedì, 15 ottobre 2007