RAMADAN, FESTA DI COMUNIONE

Religioni a confronto in "Collina"


di Aldo Pintor

Resoconto della 6agiornata del Dialogo svoltasi nella Comunità "LA Collina" di Serdiana (CA), pubblicato su CHORUS, periodoco di ispirazione cattolica di Cagliari


Ringraziamo Pierpaolo Loi per averci inviato i seguente resoconto della 6agiornata del Dialogo svoltasi nella Comunità "LA Collina" di Serdiana (CA), pubblicato su CHORUS, periodoco di ispirazione cattolica di Cagliari.


Per caso fortuito il mese di Ramadan, in cui il profeta Maometto avrebbe ricevuto le sue rivelazioni e durante il quale i mussulmani digiunano dall’alba fino al tramonto, quest’anno è cominciato a ridosso della data tragica dell’11 settembre, che nel 2001 ha dato inizio a un periodo di guerre e tensioni ancora non esauritesi. Tutti gli operatori di pace, in ricordo di quel giorno nefasto, hanno il dovere di moltiplicare gli sforzi contro tutte le guerre, anche quando l’ipocrisia porta a chiamarle giuste, contro tutte le barbarie, contro i mercanti di morte e i fautori dello scontro di civiltà che giustifica il dilagare di xenofobia e razzismo. E per accogliere l’altro, il diverso da noi, che porta una cultura e un modo di vivere diverso dal nostro.
Con questo scopo, giovedì 11 ottobre, al termine del mese di Ramadan, la comunità “La Collina” ha organizzato la giornata del Dialogo Cristiano-Islamico. L’iniziativa che ha visto partecipi numerosi “fedeli” delle serate del giovedì della Collina e persone richiamate li per la prima volta, ha avuto inizio alle 19 con Mohamed Koucharad, mussulmano praticante e mediatore culturale del Marocco.
Mohamed ha posto l’accento sulla necessità reciproca di conoscersi per giungere a rispettarsi e per scoprire che ciò che ci unisce è molto più importante di ciò che ci divide. Inoltre, conoscendo bene la religione dell’altro si eviterà di cadere nel pregiudizio di giudicarla negativamente e riconoscere la condotta giusta, indicata dalla religione distinguendola dagli atti, di coloro che, invece, la applicano in modo distorto, come hanno fatto gli inquisitori per i cristiani o gli attentatori kamikaze per i musulmani.
Successivamente ha parlato Pierpaolo Loi, laico, docente di scuola, esperto di religione, il quale ha sottolineato il bisogno di costruire speranza e convivialità tra le religioni. Per raggiungere questo obiettivo cristiani e mussulmani devono riportare al centro della propria vita l’impegno contro l’idolatria, che ha caratterizzato sia la vita di Maometto, che ha infranto gli idoli della Kaaba, sia di Gesù, che ha cacciato i mercanti dal tempio. Gesti questi che indicano con chiarezza che la fede religiosa non può essere sottomessa ad alcun interesse economico. Pierpaolo Loi ha invitato a guardare alle differenze tra le due religioni non come assoluti che ci condizionano ma come arricchimento reciproco verso una vita piena di amore che tanto per i cristiani quanto per i mussulmani costituisce l’essenza stessa di Dio. Uno dei novantanove nomi di Dio della tradizione islamica è “Al Wadud” l’amorevole. E Gesù nel vangelo raccomanda: “Da questo conosceremo che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13 34 - 35). Nessuno che si dica cristiano possa dissentire da questo: dobbiamo conoscerci sempre più per poter apprezzare quanto ci unisce e anche quanto si differenzia da noi come arricchimento reciproco. Per questo La Comunità “La Collina”, diretta da Don Ettore Cannavera, ogni anno organizza la giornata del Dialogo islamico-cristiano per poter concretizzare come dice Pierpaolo Loi, speranza e convivialità tra le religioni. Impegno, questo, che richiede un agire concreto, senza il quale vane sono le parole. E per togliere ogni legittimità religiosa ai propagatori dello scontro di civiltà, a qualunque religione essi appartengano. Il Dio unico nel quale, insieme a ebrei e mussulmani crediamo, Dio rivelatosi al migrante di nome Abramo, la cui patria d’origine era l’odierno Iraq, è un Dio di pace di misericordia e di giustizia.
Cessata la presentazione, alle 20 si è entrati nella piccola cappella della Comunità a pregare recitando testi cristiani, come il magnificat, e testi di mistici islamici, quale un bellissimo brano di Ibn Arabi.
La preghiera del Corano in arabo ha concluso la parte religiosa dell’incontro. Successivamente, nella sala grande della Collina 2, si è data realizzazione alla convivialità con pietanze della tradizione sarda e della tradizione magrebina o medio orientale.
Una cena multietnica, in compagnia, ha concluso questa bella serata tra le colline di Serdiana. Questa esperienza ci fa esprimere l’augurio che i sacrifici che i nostri fratelli mussulmani compiono durante il Ramadan diano anche a noi cristiani quegli stimoli necessari a far si che le chiese e le moschee possano divenire luoghi aperti all’incontro fra credenti di fedi diverse e possano essere sentinelle di giustizia nella società.

Aldo Pintor



Mercoledì, 21 novembre 2007