Crolla sostegno terrorismo nei paesi islamici

2007-07-26 13:33

ROMA - Sempre meno musulmani in Medio Oriente e negli altri Paesi islamici sostengono il terrorismo, e tanto meno giustificano gli attentati suicidi o altre forme di violenza contro i civili compiuti in nome dell’Islam. A rivelarlo è un sondaggio effettuato dal gruppo di analisi statunitense ’Pew Research Center’ secondo cui la percentuale di musulmani che appoggia gli attacchi kamikaze è calata di oltre la metà rispetto al 2002. In Libano, per esempio, solo il 34% della popolazione islamica ritiene ancora che gli attentati suicidi a difesa dell’Islam siano spesso o qualche volta giustificabili. Cinque anni fa, la percentuale era pari al 74%. Dati simili vengono rilevati anche in Bangladesh, Pakistan, Giordania e Indonesia, dove la maggior parte dei musulmani ritiene che gli attentati siano tutt’al più raramente accettabili.

L’unica eccezione, fra i Paesi in cui i dati sono disponibili, è data dai Territori palestinesi, in cui ben il 70% della popolazione è ancora convinta che gli attacchi contro i civili possano essere spesso o qualche volta giustificati. Nei Territori rimane sostanzialmente elevata anche la fiducia in Osama bin Laden che, seppur in calo rispetto al 2003, viene accordata dal 57% degli abitanti. Negli altri Paesi musulmani il supporto al leader di al Qaida é crollato di pari passo con il sostegno all’estremismo. La Giordania è il Paese in cui questo trend è maggiore, con un calo del 56%: solo un giordano su cinque sembra appoggiare ancora il terrorista, ricercato numero uno degli Stati Uniti. Meno uniformi risultano invece, stando allo studio del Pew Research Center, le opinioni riguardo a Hezbollah e ad Hamas. Entrambi i gruppi sono visti in maniera fortemente positiva dai palestinesi e godono di buona considerazione anche nei Paesi a predominanza musulmana del Medio oriente e dell’Asia.

La condanna giunge invece dalla maggioranza degli islamici che risiede in Turchia. Secondo la ricerca, il problema che affligge e preoccupa sempre più pesantemente la popolazione musulmana risulta essere la tensione fra gli sciiti e i sunniti, complice il perdurare delle violenze settarie in territorio iracheno. L’88% dei libanesi, il 73% dei kuwaitiani e il 67% dei pachistani ritiene che il conflitto interreligioso sia sempre più grave e non sia affatto una questione limitata all’Iraq. Rimane altresì diffuso nel mondo islamico un forte sentimento anti-americano: gli Stati Uniti vengono considerati come una potenziale minaccia per il futuro dal 64% dei turchi e dei pachistani. Le percentuali sono ancora più alte in Bangladesh (93%), Marocco (92%) e Malaysia (81%). In un’ottica più globale, gli Usa sono stati citati come la maggior minaccia militare da 17 dei 47 Paesi mondiali complessivamente analizzati e si posizionano al primo posto in questa classifica, davanti all’Iran e anche ad al Qaida.

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Venerdì, 27 luglio 2007