Oggi il crocifisso, domani il foulard?

di Hamza Roberto Piccardo

La sentenza del giudice dell’Aquila non ci riempie di soddisfazione e tantomeno le salve entusiaste degli atei, razionalisti e iperlaici (vedi altri articoli nella pagina dedicata al crocifisso N.D.R.).

Sappiamo ben poco del contenuto delle 30 pagine nelle quali il dott. Montanaro spiega le ragioni giuridiche ed etiche della sua scelta e tuttavia avvertiamo un diffuso senso di disagio.

La rimozione del crocifisso dalla scuola di Offena è una di quelle decisioni che sembra destinata ad andare lontano, a produrre effetti perversi e indesiderati e certamente negativi per quel dialogo cristiano-musulmano che tanto faticosamente si sta cercando di avviare e, più in generale per la qualità della convivenza in questo nostro paese.

E’ facile immaginare le reazioni scomposte di coloro i quali, leghisti e forzanuovisti in testa, cercano ogni pretesto per dimostrare la strutturale incompatibilità della presenza islamica in Italia. E’ perfino scontato aspettarsi la valanga di ricorsi di coloro che, da una parte e dall’altra, vorranno cogliere la ghiotta occasione per pescare nel torbido e destabilizzare ulteriormente l’ipotesi di una società multiculturale laicamente rispettosa di tutte le opzioni religiose o non religiose.

Ma c’è di più, e come musulmani non ci deve sfuggire, è quell’accenno di integralismo laicista che afferma che: "la presenza del crocifisso nelle aule «si pone in contrasto con quanto ha stabilito la Corte costituzionale, rilevando come il principio di pluralità debba intendersi quale salvaguardia del pluralismo religioso e culturale (cfr. Corte cost. 12 aprile 1989, n. 203 e 14 gennaio1991, n. 13), che può realizzarsi solo se l’istituzione scolastica rimane imparziale di fronte al fenomeno religioso".

Questi sono i presupposti ideologici che stanno portando all’espulsione dalla scuola pubblica le ragazze musulmane che in Francia portno il foulard.

Di fronte alla scelta di sacrificare una parte del simbolico in nome della condivisione dei valori, le peggiori arronganze identitarie non avranno alcun dubbio: crepi l’odiato diverso anche se nella sua tomba si dovrà cadere insieme. E non sarà piacevole nè eroico.

hrp.



Marted́, 28 ottobre 2003