Islam - Consultazione insegnamento religioso
Presa di posizione della Comunità islamica del Canton Ticino dopo la consultazione con la direzione

di Hassan El Araby

Consultazione insegnamento religioso

Presa di posizione della Comunità islamica del Canton Ticino

Premessa

Al di là degli aspetti legali e alle leggi costituzionali che danno diritto ad ogni cittadino la libera scelta della propria religione e la liberta di culto, elementi che sono ben menzionati sia nella proposta, sia nei rapporti di minoranza che di maggioranza della commissione ad hoc, noi riteniamo che un cambiamento del sistema dell’insegnamento religioso all’interno della scuola, si renda sempre più indispensabile, considerando la nuova presenza islamica, che lentamente sta facendo parte del tessuto sociale ticinese, comprende ormai oltre seimila membri.

Non bisogna dimenticare che i cittadini islamici presenti in Ticino sono persone che hanno, in molti casi, tutti i diritti e doveri civici di qualsiasi cittadino svizzero e che, in ogni caso, sono sottoposti al rispetto dei doveri, quali pagare le tasse e ossequio alle leggi, di ogni altro abitante del nostro cantone.

Alcune considerazioni

-         Ci preoccupa il fatto che la comunità islamica sia stata esclusa nella composizione della commissione. Ciò è segno di scarsa considerazione, ma l’esclusione viene però giustamente rettificata dal vostro invito di partecipare alla consultazione.

-         La presenza, già oggi, in diversi testi scolastici a vari livelli di scuola ticinesi, di frequenti imprecisioni e talvolta, gravi errori inerenti la nostra religione, ciò è dovuto al fatto che questi riferimenti nei testi non sono neppure scritti o verificati da un musulmano. Vorremmo però precisare che non abbiamo ancora eseguito un esame approfondito, come ad esempio ha fatto il pastore Giuseppe La Torre per i testi scolastici in Italia. Egli ha trovato numerosi errori, a volte gravi, su come viene proposto l’Islam nei testi italiani.

-         Un’analisi iniziale della prima fase del progetto “Compagni di banco”, commissionato dalla Biblioteca islamica, Chiasso Culture in movimento, Radix e l’Ufficio federale della migrazione, rivela importanti lacune riguardo alla cognizione dell’Islam, non solo tra i ragazzi, ma anche da parte di alcuni membri del corpo insegnante.

-         Va anche tenuto conto che la stessa commissione federale contro il razzismo, nel suo rapporto del settembre 2006, parla esplicitamente di un crescente e diffuso sentimento anti-musulmano tra la popolazione svizzera.

-         Negli ultimi tempi stiamo vivendo una crescente ostilità - persino da parte di alcuni politici e giornalisti, che, tra l’altro, hanno abusato di alcuni fatti marginali, per trasformarli in crociate e scontri di civiltà sui nostri media - che evidenzia l’importanza di una corretta informazione, premessa per un dialogo sincero, base di una sana convivenza, nel reciproco rispetto.

-         La religione islamica non solo rispetta la diversità di scelta della religione, ma contiene anche una lunga serie di insegnamenti che obbligano alla pacifica convivenza. Basti pensare che uno dei motivi della nostra esistenza, è la sfida della reciproca conoscenza e pacifica convivenza, malgrado le nostre differenze.

 

Conclusioni

I fatti elencati ci portano a credere che l’insegnamento religioso nella scuola vada di conseguenza riesaminato in maniera sostanziale. Le proposte della commissione assumono pertanto un importantissimo valore per il prossimo futuro alla luce della situazione esistente che, nel frattempo, si è arricchita di nuove realtà religiose e socio-culturali. Non va infatti dimenticato che l’insegnamento religioso è, per ora, l’unica fonte istituzionalizzata di insegnamento etico nella scuola. Il fatto che questa ora non sia obbligatoria, non fa che ulteriormente alimentare i crescenti disagi giovanili.

Cosa proponiamo

-         L’insegnamento dell’ora di religione dovrebbe, secondo noi, restare sotto l’egida e il controllo del dipartimento dell’educazione. Tutti gli aspetti amministrativi e il controllo politico vanno salvaguardati al fine di offrire un programma uniforme sul territorio cantonale. La scelta dei docenti va in ogni caso coordinata tra le comunità religiose e il dipartimento. Va da se che, durante l’ora di religione, vada insegnata l’etica e i valori della fede secondo le varie credenze, e non l’indottrinamento fine a se stesso. Infatti, l’ora di religione dovrebbe diventare obbligatoria, permettendo così anche a coloro che si ritengono non legati ad alcuna dottrina religiosa, di ricevere un insegnamento etico con un proprio programma.

-         Di conseguenza, riteniamo che sia corretto che la scelta della religione islamica venga proposta agli allievi dei vari livelli scolastici, così come per le altre fedi.

-         I materiali scolastici per l’insegnamento della religione andrebbero predisposti in concordanza tra le autorità politiche del dipartimento e la comunità. In merito, riteniamo che sarebbe opportuno che tutti i testi scolastici delle varie materie che citano l’Islam, siano presi in esame, al fine di evitare che vengano diffuse nozioni non esatte, come purtroppo abbiamo già potuto osservare.

-         Il docente, anch’esso, andrebbe scelto in concordanza tra le parti.

Oltre all’ora di religione e all’insegnamento religioso, riteniamo che sia estremamente importante proporre, all’interno dei programmi scolastici, un insegnamento che tenga conto della diversità socio-culturale-religiosa e che abbia come principale obiettivo l’integrazione tra allievi autoctoni e gli altri. Già ora, diversi insegnanti, di propria iniziativa, propongono un approfondimento di questo tipo nei vari programmi scolastici. Ma noi riteniamo che ciò sarebbe proficuo se fosse proposta in maniera istituzionalizzata.



Lunedì, 03 settembre 2007