Riflessione
Considerazioni e insegnamenti sull’episodio di Segrate

di Hamza Roberto Piccardo

Riprendiamo dal sito www.islam-online.it questa riflessione di Hamza Roberto Piccardo sul recente attentato alla moschea di Segrate. Purtroppo le azioni intimidatorie nei confronti dei musulmani italiani continua. Un altro attentato è stato compiuto oggi sempre in provincia di milano contro un’altra moschea. Ai musulmani italinai esprimiamo tutta la nostra solidarietà e chiediamo alle autorità di stroncare queste vili azioni che tentano di spingere i musulmani italiani sulla via della violenza.


“Il credente non viene mai morsicato due volte dallo stesso buco” (hadith)


Quando ieri abbiamo scritto la nostra scherzosa fantacronaca della visita del sig. Presidente alla moschea di Milano Segrate volevamo esorcizzare ogni vittimismo e farci una risata, magari un po’ amara sulla nostra condizione, sulla nostra differenza. Non è il caso di farne una tragedia, ci siamo detti, la Peugeot non smette di fare automobili, i vetri si sostituiscono e una latta di pittura sarà sufficiente a rimbiancare il muro annerito, nessuno si è fatto male e va bene così.
Poi abbiamo considerato che se Sig. Presidente non si è fatto vivo e neppure il sig. Ministro dell’Interno, insomma era quasi scontato, ma almeno il Sindaco (quello di Segrate beninteso, ché la sciura Moratti cosa c’entra con i comuni dell’interland) o il Prefetto in rappresentanza dello Stato e di quel Ministro dell’Interno che ogni tanto ci vuole “vedere chiaro” nei bilanci delle moschee e poi se ne ricorda solo per commentare l’ennesima clamorosa operazione “antiterrorismo” ( a proposito si potrebbe sapere qualcosa sulle “ 60 sostanze pericolose rinvenute” a Ponte Felcino e sulla natura del contenuto dei tre fusti dichissacché?) beh, loro potevano dire qualcosa e invece niente!
In compenso si è mossa la magistratura e il procuratore aggiunto Armando Spataro, si è visto attribuire l’inchiesta che era stata assegnata alla collega Alessandra Dolci. Per competenza e comprovata esperienza immaginiamo, speriamo in bene, anche se c’è poco da sperare in bene. Non ci risulta infatti che i responsabili delle centinaia di azioni criminali a sfondo antislamico, perpetrate negli ultimi dieci anni, siano mai stati individuati e condannati o, se ciò è avvenuto, sarà stato come il caso di quel dirigente islamico che riceveva lettere minatorie scritte su ritagli di Libero (toh, ma guarda un po’!) che venivano fatte scivolare sotto la serranda di un’attività commerciale gestita da qualcuno della sua famiglia. La DIGOS individuò la colpevole e la denunciò per minacce aggravate e continuate, ma al processo l’imputata (rea confessa e specificatamente recidiva) patteggiò e fu condannata ad una pena ridicola, interamente condonata e senza neppure avvisare il minacciato, sentirlo o valutare se era stato risarcito del danno.
Insomma la percezione della “differenza dei cittadini di fronte alla legge” è evidente!
La bestemmia costituzionale è palese e continuata, un sistema di caste si è di fatto stabilito in questo Paese, in alto ci stanno quelli che a giudicarli “stonati” (come disse l’Abbè Pierre e la pagò cara) si rischia il linciaggio mediatico e al livello più basso i musulmani, che-va-già-bene-se-sono-tollerati-altro-che-diritti-ci-farei-vedere-io-a-quelli-li-e-ga-rason-il-MagdiAllam-che-l’è-un-musulmano-a-modo:cosa-se-ne-fanno-di-tutte-quelle-moschee? Ci-fanno-i-terroristi-dentro!Preghino-a-casa-loro-se-c’han-voglia.

La martellante propaganda in merito alla minaccia del “terrorismo islamico” ha fatto sì che la maggior parte della gente non consideri minimamente il fatto che in Italia, grazie a Dio, non è mai stata compiuta un’azione che abbia comportato uno spargimento di sangue e le centinaia di musulmani inquisiti e spesso a lungo “preventivamente incarcerati” per reati connessi con quella fattispecie, non sono quasi mai stati condannati se non per reati minori attinenti alla violazione di disposizioni amministrative o per qualche, raro, crimine associativo. Il “concorso in” che quelli che erano già grandicelli negli anni ’70 sanno essere la maniera con la quale lo Stato mette fuori circolazione qualche chiacchierone sul quale nessun prova si è potuta ottenere per dimostrarne altre più gravi responsabilità.
Ma nella maggior parte dei casi (a Varese e Vicenza gli ultimi due) l’assoluzione è stato il giusto, seppur tardivo riconoscimento, che gli imputati non avevano nulla a che fare con le gravissime accuse per le quali erano stati inquisiti, arrestati e trattenuti a lungo in carcere.
Quando finirà tutto questo? Quando si potrà ripristinare nel paese una serena percezione della presenza islamica che non è talibana e men che meno qaedista, ma piuttosto composta da una stragrande maggioranza di uomini e donne e bambini che stanno vivendo questi anni con l’angoscia dell’innocente vilipeso e perseguitato.
Crediamo che finirà abbastanza presto, lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: gli USA stanno pagando un prezzo troppo alto alla pervicacia politica neocons, la guerra al terrore dura ormai da 6 anni e in politica non c’è nulla che enduring più di tanto.
Ma in questi ultimi mesi, azzardiamo 9 o 10, dobbiamo aspettarci un inasprimento dello scontro. Per dare un senso alla guerra fatta e a quello che si è subito (e fatto subire), per conquistare quanto più terreno possibile, per attestarsi sulle migliori posizioni: non si spara, bombarda e assalta mai come nei mesi e giorni immediatamente precedenti alla tregua, alla fine della guerra.
Nel caso nostro non di guerra guerreggiata si parla ma di violenza mediatica e di scaramucce notturne come quella messa a segno a Segrate (che a Milano segue quelle contro Islamic Relief e la sede della Coreis ) e che potrebbero intensificarsi e assumere maggiore protervia e prevaricazione.

E allora noi musulmani dobbiamo mantenere i nervi saldi, non cedere alla provocazione, non entrare MAI nella logica dello scontro e soprattutto imparare a difendere i nostri luoghi di culto e d’insegnamento con tutti i mezzi che la tecnica moderna ci mette a disposizione.
La difesa passiva infatti, correttamente applicata e resa nota potrebbe essere necessario e sufficiente deterrente: la moschea di Segrate, nonostante fosse da sempre un “obiettivo sensibile”, che ci fossero stati reiterati episodi di minaccia epistolare e con scritte a sfondo razzista e antislamico tracciate sui muri esterni, che il presidente Dott. Ali Abu Shwaima, avesse subito un tentativo di omicidio che lo ridusse in fin di vita qualche anno orsono, nonostante tutto questo non aveva nessun dispositivo di protezione e neppure uno straccio di video sorveglianza che oggi non si nega neppure ad un bar di bocciofila che la notte lascia le sedie di fuori.
Un hadith che interroga la fede di ogni musulmano dice che: “Il credente non vene mai morsicato due volte dallo stesso buco” (nel senso che non mette due volte la mano in una tana abitata da un’animale pericoloso). Facciamo dunque tesoro dell’esperienza, un impianto di video sorveglianza efficiente costa meno di mille euro. La sicurezza dei nostri luoghi di culto vale immensamente di più.

PS
Scaricate, completate e sottoscrivete l’esposto vs Taormina, quella legale è un’azione di difesa attiva lecita e doverosa.



Venerdì, 10 agosto 2007