Appello ai cristiani per una giornata del dialogo CristianoIslamico

1° Comunicato stampa e testo dell'appello

 

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COMUNICATO STAMPA SULL'APPELLO ECUMENICO PER UNA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO

Di fronte al terribile evento dell'11 settembre 2001 anche il mondo del dialogo ecumenico e interreligioso è stato scosso alle fondamenta, fino ad essere messo radicalmente in discussione. Il dibattito che ne sta seguendo, del resto, è stato sostanzialmente monopolizzato da politologi, sociologi e teorici dello "scontro di civiltà", che hanno cercato di mettere a fuoco ripetutamente i caratteri specifici dell'islam e dei musulmani. Si è spesso evindenziato, in tale panorama, che l'islam è oggi la seconda confessione religiosa in molti stati europei fra cui l'Italia, dimenticando però che da anni - in parallelo a questo processo - è cominciato anche nel nostro paese un itinerario, difficile e complesso, di reciproca conoscenza fra cristiani, laici e musulmani, a partire dalle problematiche della vita quotidiana e sociale.

Che da tempo non pochi gruppi, associazioni, movimenti, chiese locali e semplici credenti operano con umiltà e passione in tale direzione, evitando qualsiasi irenismo e incontrando non "l'islam" in sé, bensì donne e uomini musulmani, in grandissima parte per nulla fondamentalisti e alla ricerca solo di un decente tenore di vita, di un lavoro, di una casa, di essere cioè accettati in una società pluralista e laica come quella italiana.

Un simile dialogo va oggi, alla luce di quanto è accaduto negli Stati Uniti e sta accadendo in Afghanistan e Pakistan, intensificato e rafforzato, al fine di produrre anticorpi positivi nei confronti di qualsiasi demenziale appello allo "scontro di civiltà", ma anche di inverare compiutamente le profetiche indicazioni provenienti dal Concilio Vaticano II, dal magistero di Giovanni Paolo II e dalle principali Assemblee delle chiese europee, da Basilea (1989) a Graz (1997) sino alla proclamazione, avvenuta a Strasburgo nell'aprile 2001, della "Charta Oecumenica", che invita i cristiani del Vecchio continente "ad incontrare i musulmani con un atteggiamento di stima" e "ad operare insieme ai musulmani su temi di comune interesse". Eppure, l'atteggiamento più diffuso nei loro confronti resta fortemente impregnato di antichi pregiudizi, interpretazioni stereotipate e chiusure mentali.

E' in questo contesto che è nato l'Appello ecumenico che in questi giorni credenti, teologi, educatori alla pace e all'intercultura e personalità impegnate da anni nel cammino del dialogo ecumenico e interreligioso - cristiani di diverse confessioni e laici - hanno scelto di inviare ai leader delle chiese italiane perché il dialogo cristianoislamico prosegua e venga percepito come un "caso serio" dell'attuale stagione, suggerendo ad esempio l'istituzione di una "Giornata del dialogo cristianoislamico". Primo obiettivo dell'Appello è, peraltro, di sollevare dibattito il più possibile ampio nelle comunità e nelle chiese sulla necessità che il dialogo interreligioso esca dall'ambito dei temi per specialisti e addetti ai lavori per diventare materia fondamentale di formazione cristiana, di informazione e di studio, nello spirito dell'affermazione di Paolo VI a partire dalla quale oggi le chiese cristiane sono convocate a "farsi dialogo", fiere della propria identità ma anche senza paura di sporcarsi le mani, e forti del coraggio che deriva loro dall'adesione al Vangelo di Gesù Cristo.

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Testo dell'

APPELLO ECUMENICO PER UNA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO

"Noi, cristiane e cristiani di diverse confessioni e laici, impegnati da anni nel faticoso cammino del dialogo coi musulmani italiani o in un lavoro culturale sull'islam, crediamo che l'orrendo attentato di New York e Washington costituisca una sfida non solo contro l'occidente ma anche contro quell'islam, largamente maggioritario in tutto il mondo, che si fonda sui valori della pace, della giustizia e della convivenza civile. Pensiamo che quanto è accaduto non debba in alcun modo mettere in discussione o rallentare l'itinerario del dialogo. Anzi, riteniamo che proprio i commenti e gli avvenimenti succeduti a quel tragico evento ci chiamino ad accelerare il processo di reciproca conoscenza, senza il quale ci sembra difficile ipotizzare passi avanti sul piano delle relazioni interreligiose, in particolare con quei musulmani che sono da tempo nostri compagni di strada sul cammino della costruzione di una società pluralista, accogliente, rispettosa dei diritti umani e dei valori democratici.

Per questo, chiediamo alle chiese italiane e ai loro responsabili di prendere in considerazione (nello spirito del documento conciliare "Nostra Aetate", della "Charta Oecumenica", delle visite di Giovanni Paolo II a Casablanca e Damasco e del recente incontro di Sarajevo fra i leader delle comunità cristiane e dei musulmani d'Europa) la creazione di una "Giornata del dialogo cristianoislamico".

Siamo ben consapevoli che l'istituzione di una simile Giornata non risolverà certo ogni problema, e che potrebbe - come in altre situazioni simili - risolversi in una sterile celebrazione rituale: siamo convinti, peraltro, che si tratti di un piccolo segnale nella direzione di un incontro che, in ogni caso, sta nella forza delle cose.

Con un augurio sincero di shalom - salaam - pace!"

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"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996