Conoscere l’islam
Com’è affascinante quel velo...

di Patrizia Khadija dal Monte

Riprendiamo questo articolo dal sito
www.islam-online.it


Come un’apparizione è comparso inaspettatamente sulla Stampa del 10/9/2008 un articolo molto interessante sull’annosa questione del foulard, dal titolo accattivante:"Com’è sensuale quel velo", firmato da Naomi Wolf, che ringraziamo.

L’articolo inizia proponendo un’immagine quotidiana: una donna molto coperta a fianco di donne scopertissime sulla medesima strada, dominata da cartelloni pubblicitari in cui altre donne ancora più scoperte e con pose apertamente provocanti ammiccano democraticamente agli sguardi di tutti.

"Le battaglie ideologiche vengono spesso combattute con i corpi delle donne, e l’islamofobia occidentale non fa eccezione… ricorda la nostra giornalista, e lo si fa naturalmente interpretando come libertà l’atteggiamento delle signorine non vestite e schiavitù, ignoranza, repressione quello delle coperte con conseguente marcatura dell’incompatibilità dei due modelli.  

Ma noi in Occidente non stiamo forse fraintendendo radicalmente i costumi sessuali musulmani, in particolare il senso del velo o del chador?

E’ questa la domanda centrale dell’articolo che si sviluppa proprio tracciando un’ipotesi interpretativa del velo islamico basata sull’esperienza concreta della giornalista molto diversa da quella pubblicizzata abitualmente dai mass media e che fa parte ormai grazie ad essi dell’immaginario collettivo. Difficile per l’uomo comune oggi  ascoltare gli altri, evadendo da ritornelli ormai stanchi conosciuti a memoria e che anche qualche nuovo "laico" importato si diverte a cantare, sentendosi á la page: 

"Ma quando, viaggiando nei Paesi musulmani, sono stata invitata a partecipare a incontri con sole donne all’interno di case musulmane, ho imparato che l’atteggiamento musulmano verso l’aspetto e la sessualità femminile non ha le sue radici nella repressione, ma in un forte senso del pubblico rispetto al privato, di ciò che si deve a Dio e ciò che si deve al proprio marito. Non è che l’Islam sopprima la sessualità, è che ha un fortissimo senso di come vada incanalata in modo appropriato: verso il matrimonio, verso i legami che sorreggono la vita familiare, verso l’attaccamento che protegge la casa…

Piuttosto, piacere e sessualità, sia negli uomini sia nelle donne, non devono essere mostrati in maniera promiscua - e potenzialmente distruttiva - agli occhi di tutti." 

La confusa e superficiale coscienza occidentale lambita   da venti mediatici ad hoc,

si muove a proposito del velo tra un adolescenziale gusto della libertà intesa come faccio ciò che mi pare, coccolata dal gigantesco meccanismo consumistico che suggerisce sempre nuove frontiere, e reminiscenze di cultura cattolica ormai avvizzita per cui il velo  è quello delle suore, vergini votate a Dio e quindi anche quello delle donne musulmane deve essere per forza segno di "astensione dalla sessualità".

Insomma niente libertà e sesso, invece no, è diverso.

La libertà per la musulmana e il musulmano è nell’obbedienza a Dio ed è lotta per radunare tutte le fibre del proprio essere, della nafs, in quel gesto di adorazione che è piegarsi della mente e del corpo a Colui che ci ha creati per amore e ci avvolge nella Sua misericordia. Troppa  fatica  fa l’uomo ad astrarsi da  ciò che gli suggerisce la propria pelle, per questo ci sono le Sue parole, la Sua guida, l’esempio del Profeta, pace e benedizione su di lui.  Le donne musulmane poi non sono suore, il corpo  e le  dinamiche di seduzione vengono "velati" a tutti per svelarsi a uno, al compagno della propria vita e questo non banalizzare la sessualità, non disperderla nei mille rivoli della provvisorietà, dell’occasione del momento, il tenerla nel recinto del sacro, come è stata per secoli e in molteplici tradizioni culturali, la può rendere più intensa e potente:

"Quando la sessualità è tenuta privata e diretta su strade considerate sacre - e quando il marito non vede sua moglie (o altre donne) mezza nuda tutto il giorno - quando il velo o chador cadono nella sacralità della casa, si possono sperimentare grande potenza e intensità.

Tra i giovani uomini sani dell’Occidente, cresciuti nella pornografia e nelle immagini sexy a ogni angolo di strada, la scarsa libido è quasi un’epidemia. È facile invece immaginare il potere della sessualità in una cultura più pudica, le esperienze positive che le donne - e gli uomini - possono avere in culture dove la sessualità è gestita in modo più tradizionale."

Dovremmo superare la convinzione che il velo sia vissuto in modo oppressivo da tutte le donne musulmane, per la maggior  parte di esse non è così. Velo e femminismo non sono in contraddizione, se ciò che si persegue veramente è il rispetto dell’essere femminile in quanto tale e non il voler imporre il proprio modello di liberazione, come certi femminismi occidentali amano fare:

"Molte delle donne musulmane con cui ho parlato non si sentivano affatto asservite dal chador o dal velo. Al contrario, si sentivano liberate da quello che avevano sperimentato come lo sguardo occidentale intrusivo, oggettivante, bassamente sessuale…. Mi sento rispettata». Il pensiero femminista non è molto lontano da ciò."

L’articolo poi si conclude con una domanda fatta alle donne occidentali "le liberate", evidenziando come anche nel guardare se stessi, oltre che gli altri ci sia molta cecità:

Non siamo forse ciechi di fronte ai nostri marcatori di oppressione e di controllo delle donne?

E, cosa più importante, quando tu scegli la tua minigonna e il tuo top - in una cultura occidentale nella quale le donne non sono così libere di invecchiare e di ignorare i negozi del lusso in Madison Avenue, e non sono sempre rispettate come madri, come lavoratrici e come esseri spirituali - vale la pena pensare in modo più sfumato a che cosa sia davvero la libertà femminile.

Termino il mio breve commento a questo bell’articolo riportando qualche verso sulla libertà e le sue illusioni di Gibran, dal Profeta, la libertà l’amiamo tutti, ma bisogna scoprire dov’è: 

Alle porte della città e accanto al focolare, io vi ho veduto prosternarvi e adorare la vostra libertà… 

In verità, ciò che chiamate libertà è la più resistente di tali catene, 

benché i suoi anelli brillino al sole e abbaglino i vostri occhi. 

E che cosa volete eliminare per essere liberi se non brandelli di voi stessi?... 



Sabato, 20 settembre 2008