La deriva autoritaria delle attuali gerarchie cattoliche
Battesimo di Allam, preghiera per gli ebrei
Ratzinger brucia 40 anni di dialogo e di amicizia

di Vittorio Bonanni

Riprendiamo questo articolo dal quotidiano Liberazione del 25-3-2008

Torna il primato della religione cattolica e della necessità di convertirsi ad essa. Insomma torna lo spirito delle crociate. A scapito innanzitutto di chi non crede e di tutti i fedeli delle altre religioni. Un passo indietro rispetto alle posizioni espresse da papa Wojtyla, quando ad Assisi si confrontò alla pari con gli esponenti delle altre grandi religioni monoteistiche. A fomentare questa deriva è paradossalmente un egiziano: si tratta di Magdi Allam, saggista, giornalista, vice-direttore del Corriere della Sera , uomo di origine egiziana, che sabato scorso ha deciso di convertirsi alla religione cattolica insieme ad altre sei persone adulte, suscitando la ferma protesta di numerosi giornali arabi che lo accusano così di gettere benzina sul fuoco dello scontro di civiltà. Allam ha fatto la sua scelta in pompa magna, senza quella riservatezza auspicabile in casi di questo tipo, tanto che la notizia è stata ripresa dai quotidiani di mezzo mondo. «Ego te baptizo in nomine Patris, et filii, et Spiritus Sancti», questa è la formula del battesimo pronunciata non a caso da Papa Benedetto XVI, il pontefice più reazionario degli ultimi quarant’anni, che sta portando a compimento l’opera di distruzione dei contenuti più avanzati espressi dal Concilio Vaticano II di Giovanni XXIII, mai completamente affossati dai suoi più moderati successori. E la conversione del redento Allam, da tempo, in particolare da quando ha conquistato la fiducia di Paolo Mieli dopo l’esperienza di Repubblica , fustigatore di tutti gli islamici, estremisti e non, è avvenuta senza alcun pudore, alla luce del sole, malgrado le proprie convinzioni religiose dovrebbero essere un atto privato, privo di ripercussioni politiche di ogni tipo. Ma Magdi, che per l’occasione ha assunto anche il nome di Cristiano, non solo ha voluto pubblicizzare il gesto, no, ha chiesto al deputato di Forza Italia Maurizio Lupi, membro di Comunione e Liberazione, di fargli da padrino e questo in piena campagna elettorale. Il vicedirettore del quotidiano di via Solferino non ha esitato, nel giustificare il suo gesto, a sposare le tesi più estremiste presenti nel panorama politico italiano: «Al di là della contingenza che registra il sopravvento del fenomeno degli estremisti e del terrorismo islamico a livello mondiale, la radice del male è insita in un islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale» aveva scritto in una lettera indirizzata a Mieli pubblicata sul Corriere proprio il giorno di Pasqua. Per questo non lo hanno minimamente sfiorato preoccupazioni come quelle, per esempio, di Yahya Sergio Yahe Pallavicini, vicepresidente dell’organizzazione islamica italiana della CorEiS (Comunità religiosa islamica) per il quale «se Allam realmente è stato spinto da una forte ispirazione spirituale forse sarebbe stato meglio procedere con delicatezza, magari con un prete a Viterbo, dove egli vive». Ma per chi non ha esitato ad appoggiare, senza alcun dubbio, la politica israeliana e ad accusare di collusione con il terrorismo docenti universitari italiani e americani, dell’Orientale di Napoli come della Georgetown University di Washington D.C, colpevoli soltanto di aver invitato intellettuali islamici che esprimono liberamente in Gran Bretagna come negli Stati Uniti le proprie opinioni, non possono essere questi gli ostacoli per portare avanti la propria inquietante crociata. L’appoggio incondizionato allo Stato ebraico non ha però fatto i conti appunto con la deriva totalitaria delle attuali gerarchie cattoliche. Un trend che non potrà, ma più verosimilmente è il caso di usare il presente, non può non colpire inevitabilmente proprio gli ebrei se è vero che i giorni scorsi, per la prima volta dal 1970, un gruppo di cattolici tradizionalisti, recitando la controversa formula pre-conciliare in latino del Venerdì Santo, ha pregato per la conversione degli ebrei, suscitando anche qui la ferma protesta non solo, come era ovvio, delle comunità ebraiche e della European Association for Jewish Studies, ma anche di molti cattolici che non intendono rinunciare al dialogo con le altre fedi religiose. Proprio il documento di questa autorevole associazione ebraica è stato pubblicato nel sito di Noi Siamo Chiesa, sottoscritto anche da numerose organizzazioni di base cattoliche, intellettuali, insegnanti di religione, giornalisti, tutti preoccupati «per una scelta - come si legge nel documento - che mette a serio rischio più di quaranta anni di dialogo, in quanto qualunque cosa possa far pensare a un tentativo di conversione è inconciliabile con il riconoscimento ed il rispetto della verità nella fede dell’altro.»



Venerdì, 28 marzo 2008