Conoscere l’islam
Brevi cenni sull’Islam

di Rosario Amico Roxas

Nell’Islam non esiste una gerarchia religiosa, come c’è nella religione cattolica, non esiste una Congregazione della Fede, che armonizzi i comportamenti e detti le regole di vita uguali per tutti; nell’Islam tutto è lasciato all’interpretazione del Corano, che ognuno ritiene di poter fare autonomamente. Non si tratta di anarchia interpretativa, ogni islamico tende ad interpretare il Corano secondo gli insegnamenti che ha ricevuto. Tali insegnamenti vengono impartiti dai capi religiosi, pur in assenza di una vera gerarchia. Ciascun islamico che riesca ad ottenere credito culturale, autorità e autorevolezza, fornisce la propria interpretazione, i suoi adepti sono in numero direttamente proporzionale al livello del carisma di cui il propugnatore dispone. Il Corano stesso può essere interpretato in vari modi, talvolta anche discordanti o contraddittori; su questi equivoci si basano le interpretazioni più diverse, che vanno dalla tolleranza al desiderio di dialogo, all’integralismo più intransigente.
Questa possibilità di variare le interpretazioni del Corano ha causato, all’interno dell’Islam, una lunga serie di scismi e sette differenti, per lo più localizzate in territori ben identificati.
La grande tragedia dei nostri giorni è rappresentata dall’integralismo, una visione estremistica dell’Islam, che prende dal Corano solo alcune parti, trascurandone altre. Estrapolare dal Corano talune affermazioni, fuori dal contesto generale, significa travisare l’intero pensiero islamico per giustificare un comportamento che nulla ha a che vedere con i principi ispiratori del libro sacro dell’Islam.
Islam significa ’abbandono a Dio’, abbandonarsi totalmente alla volontà di Dio. L’Islam concepisce la propria religione come direttamente collegata ad Abramo, che è considerato, attraverso Ismaele, il capostipite del popolo arabo. Abramo sostenne per primo il monoteismo puro contro le religioni astrali; tale monoteismo sarebbe stato falsato dagli Ebrei, che non avevano accettato il racconto dei fatti presenti nel Corano, ritenendolo lacunoso; così Maometto giunse alla conclusione che la Verità a lui rivelata sarebbe più antica di quella degli Ebrei, identificandosi con la stessa Fede di Abramo. Non vi è netta separazione tra istanze politiche e istanze religiose, ma qualsiasi azione deve essere intrapresa nel nome di Dio e portata a compimento in ordine alle responsabilità di ciascuno nei confronti di Dio, dal momento che l’uomo è direttamente al cospetto di Dio, senza alcuna intermediazione sacerdotale.
La religione ha un ruolo molto incisivo nello sviluppo dei popoli, tanto più nel caso degli islamici, per i quali i dettami del Corano coinvolgono insieme la vita religiosa e civile. La sua influenza presenta aspetti positivi e negativi: positivi, perché promuove l’obbedienza e il senso del dovere, che sono elementi fondamentali per il buon funzionamento della società; negativi, perché l’aspetto conservatore della religione favorisce il mantenimento dello ’status quo’, cioè l’immobilismo, e frena l’aspetto critico, che sta alla base dello sviluppo.
I periodi di radicali cambiamenti si accompagnano ad una certa disgregazione morale, perché vengono a mancare i vecchi doveri senza che ancora si siano fortificati i nuovi.
L’avvento dell’Islam, monoteista, rigoroso nei precetti fondamentali, costituì, per le varie tribù che accolsero favorevolmente la nuova religione, un momento di cambiamento radicale, che provocò disorientamenti che continuano anche ai nostri giorni. La scissione tra sunniti e sciiti avvenne pochi decenni dopo la rivelazione di Maometto e causò anche spargimento di sangue e rivalità tribali, che si tramutarono in rivalità religiose.
Gli eserciti cristiani della 1° crociata ebbero facile sopravvento sui musulmani proprio perché lacerati nel loro interno e militarmente indeboliti da secoli di lotte fratricide.
Per quanto riguarda i popoli arabi, essi erano divisi in numerosi popoli e tribù quando, nel VII sec. d.C, la divulgazione del Corano diede loro una ragione di aggregazione, facendoli diventare il popolo islamico. Più tardi le norme contenute nel Corano non furono più sufficienti a dare una risposta ai quesiti che lo sviluppo della società presentava, e a questa esigenza di dinamica regolamentazione rispose la Sunna (comportamento), che poneva come regola di condotta quella del profeta Maometto, depositario della rivelazione divina.

Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)



Mercoledì, 05 dicembre 2007