Islam
Appello e solidarietà a tutte le donne

di Youssef Salmi

Sono un nuovo cittadino di origine marocchina, impegnato nel mondo del volontariato, e in particolare in quello della mediazione interculturale e in occasione della giornata contro la violenza alle donne che si celebrerà il 25 Novembre, desidero fare un appello a tutti/e ma soprattutto a coloro che sono sempre impegnati in questo mondo.
“Siamo ora mai al fiorire della seconda generazione degli Immigrati in Italia, c’è un’integrazione tutto sommato discreta, il problema che in questi ultimi anni con il crescere dei nostri figli cominciamo ad affrontare problemi seri e cominciamo a renderci conto che il cammino della convivenza non è facile, e che la diversità delle culture che dovrebbe essere la nostra futura vera ricchezza oggi rappresenta il vero ostacolo, un ostacolo che spesso è rafforzato dalle continue osservazioni e critiche di alcuni esponenti di alcune comunità che si incrociano poi con l’ignoranza di alcuni genitori, assieme all’ignoranza di alcuni giovani che poi alla fine provocano amare conseguenze”.
Perchè dico questo? Perchè siamo reduci di una condanna ad un ignorante disumano e possiamo chiamarlo come vogliamo che è appena stato condannato giustamente assieme ad altri per trenta anni di carcere. Ora vorrei fare alcune domande: secondo voi è stata fatta giustizia? Abbiamo risolto il problema?
Cari amici e amiche penso che ci sia bisogno che riflettiamo tutti insieme e far sì che il prezzo caro che ha pagato HINA serve a qualcosa, HINA rimarrà il simbolo di questa fase storica che sta passando l’Italia, da paese dei migranti al paese degli Immigrati, dall’ultimo paese per quel che riguarda i flussi migratori vent’anni fa al terzo in Europa oggi. Noi tutti siamo responsabili per la salvaguardia della nostra seconda generazione e in particolar modo le nostre ragazze, soprattutto con cultura diversa, in questo caso “cultura musulmana”, lo dico per esperienza.
I giovani vivono in un profondo disagio frutto in gran parte di esclusione che spinge a comportamenti spesso per attirare l’attenzione e per dire “veh guarda ci sono anche io”. Molti giovani sono convinti che possono fermarsi davanti all’oratorio o in Piazza o al parco a baciarsi una ragazza Italiana senza nessun problema, ma guai se lo fa sua sorella succede il finimondo, o è segregata in casa sotto gli occhi di tutti. Allora bisogna che riflettiamo, la reciprocità nel rispetto e nella conoscenza è molto importante specialmente se vogliamo assicurare a tutti e a tutte autodeterminazione e libertà di scelta.
Oggi siamo di fronte ad una seconda generazione che è in buona parte figlia di persone che non hanno un titolo di studio, non hanno vissuto in grandi città, non hanno padronanza della lingua e che hanno un forte bisogno di conoscere la cultura di questo paese. Soprattutto hanno bisogno di capire che la loro scelta di vivere con la famiglia in questo paese comporta qualche cambiamento: che non vuol dire spogliarsi della propria cultura e indossare quella dell’altro ma saper interagire attraverso un’interazione culturale cercando da una parte di rispettare la Costituzione Italiana, dall’altra di tramandare la propria cultura, insegnandola ai figli senza creare spaccature.
In questa giornata decisa dall’ONU dedicata alla lotta contro la violenza sulle Donne, vorrei esprimere la mia solidarietà anche alle donne che arrivano convinte di trovare il paradiso, e che se non hanno una forte personalità, pagano prezzo molto caro. I dati che sono stati illustrati ultimamente parlano chiaro, queste donne spesso sono vittime di una chiusura causata da una delusione immediata che provoca problemi all’interno della coppia, che sono spesso frutto di matrimoni combinati o affrettati. L’arrivo in Italia di certe donne spesso coronato di gravidanza immediata, in un mondo dove la donna non sa ancora nulla, seguite da un’altra gravidanza e poi un’altra, aggiunge problemi economici che portano poi alla fine a un divorzio traumatico con tutte le sue conseguenze…
Ora cosa possiamo fare? Io penso che la prevenzione e l’informazione siano i veri antidoti a questi problemi. La formazione immediata e la conoscenza della lingua Italiana come condizione all’arrivo nel comune di residenza potrebbe essere un buon metodo per avvicinare soprattutto le donne ad una società che vuole garantire gli stessi diritti e gli stessi doveri dell’uomo. Così facendo riusciamo ad essere efficaci nel trasmettere i valori della democrazia e probabilmente così riusciremo anche a raggiungere qualche obiettivo concreto in breve tempo.
Infine vorrei che la carta dei valori fosse un documento da consegnare a tutti i Cittadini alla loro prima richiesta di residenza, o magari al momento della richiesta del visto d’ingresso in Italia.

Youssef Salmi Consigliere comunale a Novellara
Presidente A.A.C.S
Youssef.salmi@libero.it



Domenica, 25 novembre 2007