Conoscere l’islam
ANDATE A PREGARE A CASA VOSTRA.

di Maria

Musulmani italiani alle prese con l’Italia.


Riprendiamo questo articolo dal sito: http://www.islam-online.it/andate_preg.htm


Non compro più il giornale da una vita. Credo che l’allontanamento dall’edicola sia da imputare ad internet. Due click e sei dentro un mare di notizie e adesso che finalmente è arrivata l’adsl si fa anche meno fatica a “navigare” a vele spiegate in mezzo ad interviste, recensioni, blog e forum con relativi post. E’ la globalizzazione.

Ovviamente quello che attira di più la mia attenzione è quello che fa riferimento alla mia religione, siano articoli di cronaca o approfondimenti o interviste. A volte mi capita di seguire strane discussioni in forum o blog dove si chiede ai navigatori di esprimere la propria opinione su argomenti riguardanti l’Islam o il mondo musulmano.

Qui mi rendo conto dell’ignoranza di molti italiani, soprattutto dei giovani, dai quali l’ignoranza te la aspetti di meno. Molti fanno un tutt’uno e non distinguono tra mondo arabo e mondo musulmano che, bisogna dirlo, non sono proprio la stessa cosa. Anzi, la tradizione popolare che accompagna alcuni usi degli arabi non ha nulla in comune con la religione musulmana e spesso è completamente all’opposto!

C’è poi chi non sa nemmeno che Islam, cristianesimo ed ebraismo hanno radici comuni e pensa che nell’Islam ci siano degli dei in stile orientaleggiante o altro.

Un gran danno lo fanno anche i media che (VOLONTARIAMENTE) non si prendono la briga di parlare di Islam se non quando succede qualcosa di tragico o straordinario. Vedi il caso della morte di Hina, la ragazza pakistana uccisa dal padre per lavare “l’onore” della famiglia o, in casi meno tragici, la discussione nata intorno alla grande moschea che si vuole costruire a Bologna, dove risiedo da ormai tre (lunghi) anni, o il caso nato intorno al centro culturale islamico di via Jenner a Milano.

In un blog di ieri si discuteva giusto del Mahd di Milano. Le domande del blog erano: quale soluzione adottare? Dove è meglio far pregare i tremila (più o meno se non ho capito male) musulmani che frequentano il centro?

La risposta è stata quasi sempre la stessa: ANDATE A PREGARE A CASA VOSTRA, là dove per casa si intende il paese d’origine.

Sebbene non sia d’accordo (vedi articoli della costituzione italiana), posso fare uno sforzo e dare ragione per un attimo a chi la pensa così.

E’ giusto. Ognuno deve pregare al paese suo. Il fatto è che NOI SIAMO A CASA NOSTRA!!!!!

Non stò qui a dare numeri, ma ormai siamo tantissimi e quando dico “siamo” intendo proprio noi musulmani italiani. Italiani, italiani, italiani di genitori italiani e nonni italiani. Forse anche di bisnonni italiani. I trisavoli non di certo perché l’Italia prima del 1848 non c’era!

In quanto italiana, io mi sento discriminata dal mio stesso paese, cioè, io a casa mia non mi sento a casa, ed è una cosa orribile. E’ psicologicamente distruttivo avere a che fare con della gente che ti gesticola in faccia pensando che tu non capisca una parola di italiano solo perché porti il velo, con gente che ti dice che sei una pazza a credere a “quegli invasati che picchiano le mogli e uccidono la gente facendosi saltare in aria con le bombe”, sono stufa di sentirmi dire che le moschee vanno chiuse per motivi igienici perchè ci puzzano i piedi e via così……. Quando io e (quel sant’uomo di) mio marito abbiamo deciso di sposarci un anno fa, c’è stato chi è andato a dire a mia madre che ormai ero spacciata, che lui mi avrebbe chiusa in casa e lei (mia madre) non mi avrebbe rivista mai più. Mah….. ridiamoci su che è meglio.

Per mia somma fortuna, Allah mi ha fatto nascere in una famiglia di persone affettuose, intelligenti e assolutamente ignoranti in materia di Islam.

L’affetto e l’intelligenza hanno fatto si che nascessero in loro delle domande, più che naturali, al momento del mio ritorno all’Islam. L’ignoranza è stata fondamentale, perché quando sai qualcosa “per sentito dire”, ti dai da solo delle risposte che creano solo problemi, mentre quando non sai niente hai più bisogno di chiedere.

Le loro domande mi hanno fatto capire che per un italiano comune, mediamente cattolico, è quasi impossibile comprendere le ragioni che spingono qualunque buon musulmano a comportarsi come tale. Ci è voluta una grande pazienza per spiegare il perché del velo, del cibo halel, delle cinque salat giornaliere e del jumuah del venerdi, del digiuno dentro e fuori il periodo del Ramadan e chi più ne ha più ne metta. Ma spiegarlo a loro ha dato la possibilità a me di capire meglio.

Spero (e prego) sempre che un giorno anche loro tornino all’Islam.

Ma torniamo alla mia situazione di straniera in casa mia.

Perché io, italiana, che lavora, paga le tasse (questo lo specificano sempre tutti “noi paghiamo le tasse!”, come se alcuni le pagassero ed altri…….. vabbè, fate finta che non ho detto niente…..) e comunque io cittadina con eguali doveri e diritti degli altri, devo sentirmi dire che la mia preghiera lede la libertà altrui o che non posso fare un’offerta per contribuire alla costruzione o all’acquisto di uno stabile decente per farvi un centro di culto quando chiunque si può alzare la mattina e aprire una chiesa come piace a lui (vedi la chiesa dello spaghetto fantastico o come si chiama lei) e che il mio abbigliamento mette a disagio le persone (forse perché hanno paura che mi faccia saltare in aria da un momento all’altro)??? E’ uno scherzo…… non posso credere che sia vero.

Così comincio a chiedermi il perché di tutta questa paura e diffidenza nei confronti dei musulmani ed alla fine arrivo a delle conclusioni che per me sono incredibili ma che purtroppo sono reali.

Le persone hanno paura perché stanno vedendo il loro mondo cambiare in maniera repentina e senza capire bene in cosa stia mutando mentre per un musulmano il mondo è immutato dalla discesa del Santo Corano, perché il momento economico non è incoraggiante ma incredibilmente ci sono famiglie musulmane che vivono di uno stipendio solo perché per un musulmano la vacanza in Sardegna non è vitale, perché i problemi si moltiplicano senza trovare soluzione mentre per un musulmano basta chiedere al suo Sommo Padrone Allah e gli sarà dato ciò di cui ha bisogno e che è nel suo destino, perché le persone sono deluse perché gli era stato detto che la globalizzazione avrebbe fatto “del bene” a tutti e non è così, non per tutti, ma per l’ummah mondiale la globalizzazione è in atto da 1428 anni e funziona benissimo, perché nessuno vuole assumersi le colpe di una politica disastrosa ed allora tutti addosso al diverso ed allo straniero, che sicuramente sarà colpa loro e perché qualcuno dice che di noi si deve aver paura ed allora paura sia……. NOI FACCIAMO PAURA. Per forza noi musulmani dobbiamo far paura, perché in un mondo che non ha più valori noi continuiamo a conservare i nostri, perché in un mondo che esalta la bellezza come nudo, noi andiamo in giro ben troppo vestiti, perché in un mondo dove non nascono più bambini perché impegnano la libertà, noi abbiamo ancora il piacere di diventare genitori perché sappiamo che il miglior contributo che possiamo dare al mondo è di educare figli ad essere musulmani migliori di noi, perché in un mondo dove è vietato invecchiare un musulmano non ha paura della morte perché sa con certezza quale bene immenso lo aspetta dall’altra parte………

Le persone fanno fatica a capire il perché di una scelta di vita che loro ritengono sia di rinuncie e sofferenze….. Ma perché rinuncie? A me non manca nulla, anzi, non credo di essere mai stata tanto ricca. Perché di sofferenze? Io non mi sono mai sentite tanto felice. E’ così difficile da capire? Allora la mia domanda diventa: perché la mia felicità fa paura agli altri? Forse perché gli altri non sono felici?

Maria.



Mercoledì, 30 luglio 2008