MONSANTO
I
Sfamare il mondo o l’agrobusiness

di Daniela Zini

DA UTILIZZARE AMPIAMENTE

DA DIFFONDERE LARGAMENTE

Per le generazioni della prima metà del XX secolo, la società tedesca Krupp, la britannica Vickers e la francese Schneider-Creusot erano divenute sinonimi di mercanti di morte.

Per coloro che sono nati dopo il 1945, è l’americana MONSANTO che può fregiarsi di questo sinistro appellativo. Se vi è, oggi, una società, le cui attività siano simbolo mondiale della necro-impresa, è, incontestabilmente, questa multinazionale che, dall’agent orange (http://www.youtube.com/watch?v=tznQ2Bko5X4) alla semenza Terminator, passando per la produzione di PCB, di pesticidi e diserbanti, altamente tossici, di ormoni di crescita cancerogeni e di organismi geneticamente modificati (OGM), ha ricercato i maggiori profitti, fabbricando i prodotti più nocivi.

Chiaramente, affermando il contrario e pretendendo di promuovere la scienza della vita e la sfamazione dell’umanità…!

Questa identificazione della MONSANTO con la produzione per la morte può essere spinta più lontano ancora, perché legami stretti la associano al nazismo.

Dopo la seconda guerra mondiale, la MONSANTO era divenuta una partner Farbenfabriken, in seno alla Chemagrow Corporation. L'IG Farbenfabriken (Interessen-Gemeinschaft Farbenindustrie AG) aveva apportato un sostegno finanziario decisivo al partito nazista, negli anni 1930, e aveva prodotto il pesticida destinato ad Auschwitz e a Majdanek, all’inizio del decennio successivo, lo Zyklon-B (acido cianidrico o acido prussico).

Alla Chemagrow Corporation, chimici nazisti e americani avevano lavorato insieme alla messa a punto di armi chimiche, i primi dividendo con i secondi il frutto delle loro esperienze nei campi di sterminio della Germania hitleriana.

Nessuno si sorprenderà, dunque, di leggere dalla stessa penna di Edgar Monsanto Queeny, presidente di questa impresa dal 1943:

I recognized my two selves: a crusading idealist and a cold, granitic believer in the law of the jungle.”

Edgar Monsanto Queeny, Monsanto chairman, 1943-63, The Spirit of Enterprise, 1934.

È l’ideologia del più forte, nutrita delle teorie economiche dei liberali manchesteriani e dei loro discepoli della scuola di Chicago.

Negli anni 1960, le grandi praterie americane divennero silenti: il numero degli uccelli canori era diminuito a causa dell’utiilizzo massivo di pesticidi. Il famosissimo libro di Rachel Carson, Silent Spring (1), dette il via alle prime campagne ecologiche americane.

Se le produzioni della MONSANTO sono tanti attacchi ai diritti fondamentali degli esseri umani, i governi reagiscono, nel caso migliore, con l’indifferenza, nel caso peggiore – e il più sovente – con la complicità.

Di fronte a questa diserzione, ai cittadini non resta che farsi carico loro stessi della qualità dei propri mezzi di sussistenza e del proprio spazio di vita.

Come?

Innanzitutto con l’informazione.

Questo è più di un reportage, è un GRIDO, lanciato a ogni persona attenta al modo in cui gli attori economici modellano le nostre vite.

Un GRIDO della società civile.

Un GRIDO cittadino.

Un GRIDO che potrà fornire le chiavi per disintossicarsi dalle menzogne degli attori politici, dalle manipolazioni della pubblicità e dalle imprecisioni di una stampa, troppo spesso, silenziosa, quasi sempre caricaturale e, talvolta, anche compiacente.

E, dunque?

Non solo ripercorrere la storia di una impresa americana, divenuta un gigante mondiale dell’agrochimica, ma mostrare come una multinazionale possa divenire, a poco a poco, una piovra, i cui tentacoli serrano i popoli di tutti i continenti, e prendere, progressivamente, il controllo del più vitale di tutti i settori: la catena alimentare e sanitaria.

Agendo sull’alimentazione e sulla salute, ci si assicura un controllo assoluto dei popoli, posti, così, in totale dipendenza.

Aldous Huxley e George Orwell sono stati superati dalla realtà.

Secondo la formula uitlizzata da uno dei quadri della MONSANTO “la captazione della totalità della catena alimentare” è l’obiettivo ultimo delle multinazionali dell’agrochimica.

Per proteggere e accrescere la produzione agricola, la MONSANTO ha proposto pesticidi e diserbanti, le cui prestazioni, sempre più spinte, hanno finito con il mettere in pericolo le piante stesse, che volevano proteggersi. Piuttosto che rimettere in causa il produttivismo all’origine di questo uso intensivo di prodotti – che avvelenano i terreni e le riserve idriche, hanno un impatto sulla salute degli animali e dei consumatori e gravano sul budget dei coltivatori agricoli, piuttosto che dare alla ricerca l’obiettivo di diminuire la nocività dei prodotti del trattamento – la MONSANTO e gli altri giganti dell’agrochimica hanno preferito ricorrere alle manipolazioni genetiche in vivo. Perché l’oggetto della ricerca, non era il miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente, ma la produzione di quello che era suscettibile di divenire commercializzabile.

Sono state create, dunque, specie vegetali MONSANTO che resistevano ai pesticidi e ai diserbanti MONSANTO.

E a questi soli.

Il legame di dipendenza era stabilito perché si doveva, necessariamente, fare ricorso agli uni e agli altri per garantire la produzione.

Ma non bastava forse.

Per garantire una “captazione” totale della catena alimentare e impedire ogni velleità di indipendenza degli agricoltori, il genio genetico divenne faustiano: dette vita a una semenza che germogliava una sola volta, grazie all’introduzione di un gene autodistruttore, rendeva impossibile il ricorso tradizionale alla semenza prelevata nella produzione del raccolto precedente e obbligava l’agricoltore ad acquistare, ogni anno, nuove semenze.

Era la semenza Terminator, di cui la MONSANTO aveva acquistato i diritti.

Al fine di assicurare il controllo della catena alimentare mondiale, “de la graine à l’assiette”, come ammonisce José Bové, le multinazionali dell’agrochimica, la MONSANTO in testa, si impiegano, ormai, a estendere la pratica delle manipolazioni genetiche e del brevetto a tutte le specie viventi suscettibili di servire come alimenti o come trattamenti nell’ordine vegetale, ma egualmente nell’ordine animale, dove il ricorso agli ormoni o ad altri attivatori di crescita, l’impiego di farine animali, l’uso intensivo di antibiotici, mostrano, già, che l’obiettivo non è di fornire una alimentazione di qualità, ma di soddisfare la ricerca di profitti sempre maggiori per le grinfie rapaci dell’agrochimica mondiale.

In nome di un obiettivo definito non in funzione dei bisogni reali dei popoli, ma in funzione dei profitti, ricercati da quelli che agiscono a monte come a valle della produzione agricola, un produttivismo frenetico conduce a pratiche dannose per miliardi di persone nei Paesi del sud, ma egualmente e sempre di più, nei Paesi industrializzati. Senza che gli agricoltori abbiano formulato una domanda, senza che siano stati consultati e senza che abbiano potuto esprimere una scelta.

Un modello produttivo è stato loro imposto.

La generalizzazione degli ONG, brevettati nel quadro delle politiche vantate dall'OMC, spoglierà i popoli del sud delle proprie risorse naturali e manterrà se non accrescerà la carestia e la malnutrizione.

Favorisce, già, l’esodo rurale e la desertificazione delle campagne, provocando la distruzione massiva degli eco-sistemi. Da un punto di vista sanitario, indebolisce la qualità della catena alimentare, scatenando meccanismi suscettibili di rendere incurabili certe malattie nelle piante, negli animali e negli umani.

Ma di tutto ciò, la MONSANTO si preoccupa?

Quando la qualità della vita e la sicurezza della salute lasciano indifferenti o negligenti la maggior parte dei decisionisti politici, sdegnati, a breve termine, e sensibili, poi, alle pressioni degli ambienti di affari, quando gli attori economici rifiutano ogni funzione sociale e privilegiano la ricerca sfrenata di un profitto sempre considerato insufficiente, quando la ricerca scientifica, abbandonata dalle istituzioni statali, deve vendere la sua indipendenza agli investitori di fondi privati e rinunciare, da quel momento, alla sua capacità critica e a una interrogazione permanente sul suo ruolo nella società, quella che trionfa è una organizzazione mercanteggiatrice del mondo, a beneficio esclusivo, ma considerabile, di una piccola minoranza di individui e di quanti sono al loro soldo.

Questa deriva è voluta dalle società multinazionali e accettata dai loro “staffettisti” della classe politica.

Note

(1) Il libro di Rachel Carson, il cui titolo si ispira a una poesia di John Keats, The Beautiful Lady without Pity, che contiene i versi:

The sedge is wither'd from the lake,

And no birds sing”,

è stato pubblicato nel settembre del 1962.

Silent Spring, che ha contribuito al divieto del pesticida DDT negli Stati Uniti, nel 1972, è

comunemente, ritenuto una sorta di manifesto antesignano del movimento ambientalista ed è dedicato ad Albert Schweitzer, che disse:

L'uomo ha perduto la capacità di prevenire e prevedere. Andrà a finire che distruggerà la Terra.”

Daniela Zini

Roma, 6 settembre 2011
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Martedě 06 Settembre,2011 Ore: 21:57