Ai genitori di Carlo Giuliani – GENOVA

di don Vitaliano della Sala

don Vitaliano Della Sala
Parrocchia S. Giacomo Apostolo
83010 S. Angelo a Scala (Av)
tel. 0825/900945 – 3473679191
www.donvitaliano.it
e-mail: donvitaliano@tin.it

Ai genitori di Carlo Giuliani – GENOVA


Carissimi Haidi e Giuliano,
è trascorso esattamente un anno dai fatti e dalle parole di Genova, dai forum, dalle manifestazioni, dall’uccisione di vostro figlio, dalle imprese “cilene” delle forze dell’ordine.
L’amarezza e lo sdegno sono ancora vivi dentro di noi per la violenza subita e per le giustificazioni e le coperture a tanta violenza. Una violenza che spesso si è espressa nella forma di una pericolosa generalizzazione: da una parte, nell’odio indiscriminato per tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, dimenticando che nelle loro file ci sono anche democratici autentici; dall’altra, nella criminalizzazione di tutto il movimento no global; senza riconoscere che spaccare le costole a un ragazzo o ammazzarlo non è la stessa cosa che frantumare una vetrina.
Non possiamo più permettere che venga gettato altro fango su centinaia di migliaia di persone – per parlare soltanto di quelli che erano presenti a Genova ma che certamente ne rappresentano molti di più - come ha fatto il Presidente Berlusconi e altri ministri con lui in questo anno.
Di fronte alla violazione dei diritti di un anno fa, che quotidianamente e senza clamore si ripete in Italia e nel mondo, nelle carceri e nelle strade, nei confronti dei migranti o dei deboli, abbiamo l’ineludibile dovere di fare verità e giustizia.
Nel ricordare i fatti di Genova ci vuole uno scossone di democrazia, di civiltà.
Sarei voluto essere a Genova in questi giorni, per ricordare Carlo e tutto quello che lì è accaduto un anno fa, perché dopo un anno i fatti di Genova non sono passati nel dimenticatoio e, nonostante le difficoltà del movimento dei movimenti, volevo essere a Genova come i tanti e con i tanti che non intendono farsi irretire dal potere globale e dalla violenza bruta che lo supporta, con i tanti che non vogliono farsi dividere e disperdere in mille rivoli, ma che si ostinano a tenere unite le loro risorse e a impegnare le loro diversità, in una “convivialità delle differenze”, perché un altro mondo sia veramente possibile.
Sarei voluto essere a Genova, ma il mio vescovo e la mia condizione canonica me lo impediscono; qualche giornalista, con ironia, mi ha definito “agli arresti domiciliari canonici”: potrei anche sorridere di questo, ma non posso transigere con me stesso di fronte alle molte omissioni a cui tale condizione mi costringe. Mi riempie di amaro sconforto riconoscere che quella che dovrebbe essere una sola e indivisa fedeltà a Cristo e al fratello, a Cristo nell’ultimo tra i fratelli, debba invece dividersi in due parti in conflitto fra loro.
Tuttavia solo fisicamente sarò assente da Genova.
Troppe cose mi legano a questa città: le giornate vissute lo scorso anno, la memoria di Carlo e la vostra presenza, i genovesi del movimento, e poi don Andrea Gallo e la sua comunità. Sono sicuro che riempirete, voi e tutti gli altri, un’assenza che mi fa soffrire.
Avete invitato noi tutti a deporre un fiore per Carlo in piazza Alimonda: una Messa in suo ricordo sarà il mio fiore per lui.
Ci avete proposto di ricordare Carlo brindando alla vita: anch’io lo farò insieme ai ragazzi della mia parrocchia.
Vi abbraccio.
Abbracciate per me tutti quelli che a Genova ci verranno.
don Vitaliano
Sant’Angelo a Scala, 19 luglio 2002



Lunedì, 22 luglio 2002