di ritorno da Nairobi

di DANIELE DAL BON

Carissimi,
sono arrivato all’aeroporto, ho comprato “La Stampa”, e ho letto l’articolo di Barbara Spinelli sul clima in cui mi dà ragione in quello che faccio e che dico anche su quanto ho scritto ora…l’ultima volta che vi ho scritto da Nairobi è stato mercoledì, internet è lento e non avendo il tempo di farlo ho aspettato ora…domenica pomeriggio…

….sono appena arrivato in casa e vi spedisco il diario di viaggio completo, della prima parte che l’avrete già letto e la seconda con gli avvenimenti e le impressioni degli ultimi giorni. E’ un modo per convivere la mia settimana vissuta in Africa con voi.

Jambo! E grazie.
Daniele



Di ritorno da Nairobi

Sono partito venerdi mattina, l’intenzione era di prendere un taxi fino all’aereoporto mentre invece sono andato a piedi fino alla stazione di Porta Nuova e poi preso l’autobus fino a Caselle e sono arrivato all’aereoporto per le 6 pronto per disbrigare le normali procedure di viaggio.

Fino a Bruxelles è un’ora e quaranta minuti di viaggio poi la coincidenza per Nairobi con partenza alle 10,45: ho dormito, sull’aereo molti partecipanti tra italiani e stranieri al 7’ Global Forum, questa volta ho avuto la compagnia di Mirella Menin, una volontaria che la conosco da oltre vent’anni e che viaggia il mondo a portare vari aiuti, adozioni a distanza ai missionari che sono il loco: in Kenia ha oltre 400 bambini.

Dopo otto ore e cinque minuti di volo arrivo a Nairobi alle 20,50 ore locali, 18,50 in Italia con due ore di differenza. Quando c’è l’ora legale sono tre.

Erano ad aspettarmi Padre Renato Kizito, kizito@maf.or.ke (il giorno prima mi aveva mandato questa e-mail: “…dopo aver passato l’immigratione, ritiro bagagli e dogana, uscite dalla porta a vetri, girate a sinistra, e dopo circa 10 metri fermatevi sotto l’insegna della Barclays Bank. Lí troverete, forse, me stesso medesimo, oppure un ragazzo con una paletta con il logo di Koinonia Community o della White Gazelle.

Identificatevi. Il ragazzo vi fará parlare con me dal suo telefonino e vi porterá a destinazione, se il ragazzo o Daudi non lo trovate, se l’aereo ha 5 ore di ritardo e il ragazzo si é stufato di aspettarvi perché la compagnia non ha annunciato l’ora del probabile arrivo, insomma se per qualsiasi ragione non sapete piú che fare, chiamatemi a questo numero, da un telefono locale 0722.868447. Se per caso usate un telefonino con un numero italiano, per chiamare dovete omettere lo zero, cioé chiamate 00.254.722.868447…” , Padre Kizito in Italia ha come punto di riferimento come sede operativa:

l’associazione Amani Onlus Ong via Tortona 86, Milano 20144

Tel. 02 48951149 - 02 4121011 e-mail:

amani@amaniforafrica.org

www.amaniforarica.org

E’ un missionario comboniano che lo conosco da oltre vent’anni che fa un bellissimo lavoro con la gente in progetti concreti, corsi di formazione e di informazione preparando giornalisti, redattori locali e operatori.

C’era anche Elena Rastello, sistaele@hotmail.com Figlia di Maria Ausiliatrice, ma ci siamo lasciati poco dopo con la promessa di ritrovarci nei prossimi giorni.

Nairobi, città a circa 1800 metri, come i nostri appennini ma sull’equatore, il sole spunta al mattino verso le 6 e tramonta verso le 19 con una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, dicono le Nazioni Unite, ma che con le bidonvilles li supera; quando sono venuto nel 1991 non arrivava al milione, è la storia delle grosse metropoli che la gente con il miraggio della città per la ricerca di un lavoro spopola la campagna.

Dovrebbe fare più caldo ma per via dei cambiamenti climatici il tempo è “strampalato” anche qui come in tutto il mondo. Al mattino e sera si stà bene con una maglia, a volte con il giubbotto per poi stare in maniche corte durante la giornata quando il sole è alto.

Padre Kizito ha affittato una casa per questi giorni vicino allo stadio, a Kasarani, dove si è svolto il Forum.Eravamo con Daudi, la nostra guardia del corpo un animatore “braccio destro” di Kizito che vive a “Kivuli” la comunità di Kizito. Daudi anche lui era un ragazzo di strada cui i suoi genitori sono morti tutti e due per Aids ed è stato guardato dalla nonna che l’ha mandato al Kivuli dove è diventato un uomo, impegnato e motivato della vita.

Sabato 20 gennaio sveglia alle 7, dopo un’ottima colazione, eravamo tre italiani, una giornalista di Radio Reporter e un militante dell’associazione “l’altro pallone” affiliata all’Uisp che si adopera nelle periferie del sud e del nord del mondo per uno sport equo, solidale e popolare, contro il razzismo, per l’integrazione e la multiculturalità, lo sport come strumento di coesione sociale e partecipazione, www.altrimondiali.it - altropallone@altropallone.it e di “Transfer” il marchio del Commercio Equo e Solidale, tutti e due di Milano, abbiamo fatto il giro del quartiere,, circa 50 chilometri dal centro di Nairobi, un quartiere nuovo dove mancano supermercati, ospedali pubblici e privati, scuole. La sanità costa, praticamente anche la pubblica. Chi è povero, non ha un lavoro ed ha un tumore è prossimo alla morte molto presto. Poi verso le 10 in auto siamo andati a Kibera, la più grande baraccopoli di Nairobi, il traffico, rispetto a quindici anni fa è peggiorata, ed siamo al sabato e la domenica che c’è poco traffico per via del week-end ma ora con il Forum non è diminuito se non peggiorato..

Verso mezzogiorno manifestazione per la pace da Kibera, fino a Uhuru Park, il parco in centro di Nairobi, numerosa, pacifica e nessun problema di ordine pubblico, dice Kizito: “fino a qualche giorno fa non pensavamo che andasse bene con molta partecipazione…”Nelle tv e nei giornali locali non si ha avuto molta risonanza, in proporzione è stata più in Italia”. Al termine si è inaugurato il 7’ Social Forum e poi si sono alternati vari gruppi etnici.musicali E’ una città caotica, per via che è stata una colonia inglese ha la guida a sinistra quindi si ha l’impressione che le macchine viaggino sempre contromano e in più hanno una guida spericolata. Ora questi sono giorni del Forum quindi c’è più gente del solito però il traffico è sempre troppo.. La prima volta che sono venuto è stato nel 1988, quando ho conosciuto Padre Kizito e Padre Zanotelli, la seconda nel 1991. : il traffico è aumentato, più costruzioni e grattacieli. Dopo sono andato alla Shalom House la casa aperta da Kizito: “…. alcune camere di pernottamento con un ristorante con pasti italiani e uno con pasti locali, un internet service, un negozio d’artigianato, libri che con il ricavo della vendita si finanziano i numerosi progetti che sono in atto.E sale dove si svolgono i corsi di formazione e informazione. E’ una casa che rende; tutto il personale che ci lavora proviene dalla strada che ha trovato in questo ambiente un progetto di vita…l’obbiettivo e che in un futuro prossimo, magari tra dieci o vent’anni possiamo mantenerci con questa casa senza finanziamenti dall’esterno…” In questi giorni è uscito il primo giornale di strada cui Kizito lo appoggia cui fanno parte anche del coordinamento con sede in Svezia; è un bel giornale patinato, a colori dove il 50% viene tattenuto dal venditore. Viene venduto per la prima volta durante i seminari e incontri in programma domenica 21 presso lo stadio del Kasarani MOI International Sport Centre che è la sede principale del Forum.

La sera di sabato 20 ci hanno preparato un piatto di papaia e banana, spaghetti e spezzatini, verdura bollita vino e succo di frutta. Pernottando in questo quartiere è stato un modo per condividere i nostri giorni con la gente locale, in cui ci chiedevano come mai non facciamo come tutti i turisti che vanno a Mombasa e ai parchi degli animali…mentre noi facciamo un viaggio solo per una settimana a Narobi per il Forum.

Il 21 gennaio la partecipazione ai seminari e incontri in programma presso lo stadio, e alle 9 la Messa al Festival dei bambini di strada a Korogocho (sede della comunità di padre Daniele Moschetti, ) una delle più povere baraccopoli. Tra italiani e stranieri circa un migliaio.

Tra i vari missionari presiedeva l’Eucarestia Padre Alessandro Zanotelli alex.zanotelli@libero.it con i caratteristici canti africani e strumenti musicali.

Dopo fatto un giro con Daudi per Gorococho, molta miseria e “pare” che dopo quindici anni, all’apparenza”la situazione sia migliorata per la costruzione di case, supermercati soprattutto il punto dove ha abitato per dieci anni padre Alex, ora sostituito da Padre Daniele Moschetti, che è una piccola biblioteca locale con un centro polifunzionale di varie attività con la gente. La disoccupazione è sempre alta e pochissimi hanno un reddito fisso.Le case nelle favellas vengono affittate dal “padrone” di turno.

Nel pomeriggio si è inaugurata la nuova casa per i bambini di strada costruita dalla comunità di padre Kizito. E’ come una grande famiglia a gestione famigliare; Una breve presentazione dagli educatori, uno spettacolo preparato dai ragazzi. Momenti di vita della loro vita di strada; e poi un gemellaggio tra l’Amami e il Capdever, un centro Aro di Promozione e

Difesa della Vita capdever@uol.com.br

ferdicapri@uol.com.br

con Padre Ferdinando Caprini in Brasile a Salvador de Bahia; si sono scambiati le magliette delle due associazioni con i rispettivi libri.

Dice Padre Ezechiele: “….il futuro è nel sud del mondo quindi bisogna aprire delle speranze tra questi gruppi locali in paesi differenti…stimolare i movimenti popolari che stanno nascendo…”

Lunedì 22 gennaio dopo aver impiegato due ore a capire e a fare il biglietto d’ingresso, tra l’altro l’organizzazione tecnica è stata molto lenta, i vari appalti alle ditte sono stati dati a dicembre, comunque nonostante tutto è andata bene con nessun incidente. La sede del “Global Forum” nello stadio di Nairobi, una struttura imponente dove oltre agli spazi hanno allestito dei grossi gazebo per i gruppi per le conferenze ed i seminari; inoltre moltissimi banchetti dove hanno trovato posto le numerose associazioni africane. Una partecipazione numerosa è stata della Caritas cui un gruppo numeroso dall’Europa. Il prezzo d’ingresso valevole per tutti i giorni è stato di 100 dollari, 80 euro.

Poi per i giornalisti il “pass” cui potevano entrare nell’Uffico stampa/computer, come il sottoscritto.

Alla sera incontro su "Facciamo pace in Africa: problemi, idee e progetti" con l’On. Mario Raffaelli, inviato Speciale dell’Italia per la Somalia e il viceministro della Cooperazione Italiana con padre Renato Kizito Sesana all’hotel Hotel La Mada.

Martedì 21 seminario "Terra e Case" di Korogocho, un incontro con padre Daniele Moschetti di presentazione di Korogocho e delle attività organizzate dalla comunità. Fino a qualche anno fa era impossibile entrare in favella e uscirne indenne mentre ora si è creato un rapporto di amicizia e condivisione; io stesso nel 1988 non avevo potuto fare fotografie, ora invece si. Bisogna creare dei modelli, delle alternative, delle proposte che culminano in posti di lavoro; che non abbiano come modello il calcio o altre chimere consumistiche, ma tutto quanto sia positivo per un aggregazione e una condivisione comune.

Mercoledì l’ho dedicato girando per gli stand, questo enorme stadio dedicato a Moi, ex presidente del Kenia dopo tanti anni con le elezioni recenti non è stato rieletto presidente che la gente lo pensava perenne.

Il forum è stato un modo di far parlare tutta l’Africa, stimolare i vari movimenti popolari che stanno nascendo. Non sono molti i movimenti popolari come lo sono in America Latina da vecchia tradizione, però ci sono dei fermenti, stanno nascendo, si tratta di stimolarli. In Africa non c’è una storia come in Europa e in America con i suoi sindacati, partiti, associazioni, Ong. Devono farsi un loro percorso che non è detto che sia lo stesso del nostro. Noi dobbiamo mettersi in ascolto stimolandoli nelle loro iniziative: creando dei cittadini per un mondo possibile perché: dice Alez Zanotelli: “…un futuro diverso per tutti sarà necessario altrimenti non ci sarà.” Ho visto un mondo tutto colorato, partecipanti di vari paesi, dall’Asia all’America, dall’Europa all’Africa con i loro caratteristici vestiti locali; alternandosi tra seminari, conferenze e manifestazioni suonando i propri strumenti, è stata una bella festa in cui ci sentiva tutti amici di uno stesso futuro più giusto. Noi in Italia siamo abituati a queste feste, per fare una comparazione è come quando partecipiamo ad eventi in piazza, a Torino come “Identità e Differenza” alcuni anni fa o in una qualsiasi manifestazione di volontariato, con la differenza che in Africa sono i primi eventi che insieme ci si unisce in ideali comuni.

Dopo un “caratteristico pranzo locale all’interno del Forum in uno tanti ristorantini siamo andati a Kivuli nella comunità di Kizito in sahili “ombra”, fare ombra ai numerosi bambini. In un quartiere poverissimo in tante baracche che di notte quando si accendono le luci sembra un grande presepio dove ogni casa può essere un negozio per vendere quello che si ha a disposizione; è una lotta per la sopravvivenza che al mattino non si sa se si arriva alla sera Kizito ha due strutture a Kivuli, da più di dieci anni. In una i ragazzi trovano un appoggio appena vengono accolti, facendosi una doccia, dandogli un pasto e poi i più piccoli vengono tutti i giorni a fare delle attività; mentre i più gravi vengono ospitati nell’altra struttura in cui vivono insieme agli educatori: una casa-famiglia.

Poi agli stessi ragazzi gli viene data la possibilità di un lavoro all’interno, è nata una falegnameria in cui vengono realizzati oltre a mobili anche degli oggetti caratteristici, sia al Kivuli che allo Shalom House che, dice Padre Kizito: “ …è una casa per fare soldi in cui tutto il personale sono ragazzi provenienti dalla strada, come gli educatori, i due ristoranti, (uno locale e uno italiano), il punto internet, un negozio di artigianato. L’intenzione è che lo Shalom House come le piccole attività al Kivuli si possano e possono mantenere i ragazzi ospitati, magari tra dieci o vent’anni, che non dovremo avere più bisogno di aiuti esterni.

Giovedì 25 gennaio, partenza alle 9,30 del mattino della Maratona da Korogocho a Uhuru Park "Un altro mondo è possibile anche per chi vive nelle baraccopoli" per 15 chilometri attraverso i vari “slum” di Nairobi: Huruma, Mattare, Biafra, Easleigh, Marengo e Sauri Mojo fino ad all’Uhuru Park e manifestazione conclusiva del Forum Sociale Mondiale.

Tra l’altro la corsa è stata organizzata da Uisp e Libera, per rafforzare il messaggio di pace e speranza, contro la miseria e le sofferenze, che si leverà dal Social Forum. Una corsa per coinvolgere tutti e far sentire la loro voce, in collaborazione con Padre Daniele Moschetti a Korogocho “la discarica del mondo”.

L’organizzazione sul percorso verrà curata da 400 volontari della SSS “St. John Sports Society Korogocho”, la società sportiva creata da Padre Daniele per aggregare i ragazzi di strada, dare loro dignità e speranza attraverso l’atletica, il calcio, la boxe, il basket, il gioco. La corsa è stata ripresa da una troupe inviata da Raisport.

Un gruppo di donne africane ha creato artigianalmente la maglietta che è stata donata ai partecipanti, il cui disegno affianca un grattacielo e una capanna, insieme ad una frase tipica in swaili, la lingua locale: “Pamoja Tunaweza!!”, ovvero “Insieme ce la faremo”, hanno partecipato alcuni campioni africani come Paul Tergat (primatista mondiale della maratona), Catherine Ndereba, Tekle Loroupe. La partenza è stata data da Patrizia Sentinelli, viceministro del Ministero degli Esteri Italiano e sono stati presenti numerose rappresentanze delle istituzioni italiane e straniere; e naturalmente tantissime rappresentanze dei movimenti, sindacati e associazioni che in Africa stanno nascendo. E’ una speranza, una molla che è scattata, un esempio al mondo, Insieme ce la faremo per un altro mondo possibile con uguale dignità e a noi non ci resta che mettersi in ascolto e in dialogo con l’Africa che inizia il suo cammino...

Il giorno dopo del convegno mi sono incontrato con don Gianni Rolandi, un salesiano che con don Luca Maschio gli avevo fatto le foto durante l’ ordinazione sacerdotale al Colle don Bosco; dopo aver girato nel centro di Nairobi siamo andati ad incontrare suor Elena Rastello (FMA) dove insegna alla Pastorale Giovanile dell’Università Cattolica.

Un ottimo lavoro per la formazione degli studenti, insieme alla sua comunità crea dei piccoli semi di speranza, con le ragazze ha frequentato anche lei il Forum tutti i giorni, prima e dopo le conferenze cui si trovavano per relazionarsi. Dopo un boccone alla casa salesiana ispettoriale del Kenia siamo andati a Makujo a 70 chilometri da Nairobi dove ho ritrovato il mio amico don Felice Molino. E’ quindici anni che non ci vedevamo più. Il centro si è ingrandito moltissimo, tra bambini, allievi, educatori, insegnanti, operatori sono quasi mille persone: un asilo gestito dalle suore, le scuole professionali come muratura, falegnameria, tipografia, computer, taglio e cucito e piantagioni agricole che con la dovuta irrigazione potranno essere coltivati tutti i prodotti a ciclo continuo; anche in questo caso le scuole e le attività sono anche delle piccole imprese artigianali che possano sostenere chi non è autosufficiente. Al sabato, prima della partenza, ho trascorso alcune ore dalle Suore di don Gasparino di Cuneo: Maria Teresa Olivero e Anna rispettivamente di Centallo e Cavallermaggiore in provincia di Cuneo nella baraccopoli di Mathare. Si sono costruiti una bella, accogliente casetta quasi al confine della “bidonville”, un piccolo orto, tre camerette, una cucina, un porticato per i giochi dei bambini, una scuola di taglio e cucito, un punto di accoglienza e ritrovo per la gente del quartiere/bidonvillese. Tra l’altro vicino c’è anche un Consultorio medico dell’organismo internazionale “Medici Senza frontiere”. La gente è abbastanza contenta dell’iniziativa per la serietà delle persone presenti, tra l’altro gli infermieri e i paramedici sono locali.

Parto salutando Maria Teresa con i tanti bambini della favellas, Padre Kizito, Daudi e gli amici dello Shalom Peace, del Kivuli lasciando i numerosi bambini che sono in Kenia che appena ti vedono ti vengono a salutare e vorrebbero venire con te. Sono venuto in Kenia, per il “Social Forum” e vedere gli amici che ho condiviso un pezzo di vita passata; ormai al settimo anno l’entusiasmo del Social Forum è diminuto, forse un po’ intellettuale anche i partecipanti africani sono della classe media-alta, pochissimi della gente delle favellas ha partecipato.

Comunque è significativo il avere fatto delle relazioni, delle conferenze su un mondo alternativo più giusto e contemporaneamente “visitare” i progetti che sono per la gente.

Una messa in favellas, un torneo di calcio, una scuola professionale, una marcia della pace sono tutte iniziative per coinvolgere la gente e preparare dei nuovi “leader” per il Paese.

Lascio con simpatia questi bambini che come altri in Sudamerica, in Asia, hanno bisogno di molto affetto e sono contenti quando qualcuno si occupa di loro, sono felici quando li fotografo e ancora di più quando gli faccio vedere la foto digitale immediata, il rapporto umano, la solidarietà, la partecipazione “forse” hanno da insegnarci a noi perché come diceva un mio amico salesiano don Valerio Bocci: “…in Africa si muore per la sopravvivenza fisica, in Italia per la sopravvivenza mentale….”

Dobbiamo imparare da loro…vivere dell’essenziale…alla giornata….che il tempo non sia denaro e competizione….”forse” dobbiamo essere più poveri….e con la crisi economica che viviamo anche noi “forse” potrebbe essere un “segno” a ripensare al nostro stile di vita…per lasciare ai posteri un mondo migliore di come l’abbiamo trovato, mio padre, mia mamma, mia sorella hanno vissuto in questo modo…

Parto sabato notte 27 gennaio (il giorno della memoria) ma praticamente sarebbe domenica mattina 28 alle ore 0,10 con Brussel Airlines , otto ore e dieci minuti di volo, arrivo a Brussel alle 6,50; poi il Brussel Torino alle 14,10 e arrivo a Torino alle 15,45 abbastanza stanco ma contento di avere incontrato gli amici che mi hanno accolto come se ci fossimo lasciati ieri.

Qualcuno mi chiede: quanto hai pagato il viaggio? E io vi rispondo quanto costa l’amicizia? Ecco l’amicizia, il credere in ideali comuni, far le cose che piacciono, con amore, insieme senza tornaconto ti si aiuta a vivere meglio. Ecco grazie per la vostra amicizia e dell’aiuto di ogni giorno, magari lontani ma sempre amici e a volte “fratelli”.

Naturalmente il diario è corredato di molta documentazione fotografica e di un dvd che dà un’idea della manifestazione e della città di Nairobi, il tutto è disponibile a chi ne fa richiesta.


http://www.peacelink.it TEMATICA SOCIALE - “LE PAGINE DI DANIELE DAL BON”
tel. 338.34.81.187



Il primo servizio che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo. Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non saprà neppure più ascoltare Dio.

Dietrich Bonhoeffer



Martedì, 30 gennaio 2007