G8. Cambiamento climatico: decisioni incoraggianti ma ancora insufficienti

di Agenzia NEV del 8-7-2008

La mobilitazione delle comunità religiose mondiali


Roma (NEV), 9 luglio 2008 - Dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2050 è un passo nella giusta direzione, ma non sufficiente per fermare il surriscaldamento terrestre. È questo il giudizio di alcune associazioni umanitarie cristiane sulla decisione presa dai leader delle otto nazioni più industrializzate del mondo durante il summit del G8 in svolgimento a Sapporo, Giappone. Secondo Nelson Muffuh, analista dell’agenzia internazionale britannica Christian Aid, si tratta di una decisione “incoraggiante, perché per la prima volta tutte le maggiori nazioni industrializzate, Stati Uniti compresi, hanno accettato la necessità di porre degli obbiettivi da raggiungere. Tuttavia, quella del G8 rimane una proposta inadeguata per affrontare i cambiamenti climatici”. È quanto sottolinea anche Tearfund, un’agenzia internazionale di soccorso e sviluppo sostenuta da chiese di diverse denominazioni: “Su questo tema il G8 si sta muovendo a piccoli passi mentre bisognerebbe procedere a salti e balzi - ha dichiarato Peter Grant, direttore internazionale di Tearfund -. Il cambiamento climatico infatti non è una questione del futuro ma sta già mostrando le sue conseguenze soprattutto nelle aree più povere del mondo”. Secondo le due ONG, per mantenere l’aumento globale della temperatura non superiore alla soglia critica dei 2°C, le emissioni del gas serra devono diminuire dell’80% entro il 2050. “Inoltre, per un’efficace azione - ha aggiunto Grant - è importante che le nazioni più ricche si pongano un obbiettivo di medio termine che preveda l’abbattimento dei gas serra tra il 25 e il 40%”.
L’impegno delle chiese e delle comunità religiose in vista del G8 non riguarda soltanto il cambiamento climatico. Il 2 e 3 luglio scorso, infatti, circa 100 delegati buddisti, cristiani, ebrei, musulmani e scintoisti, provenienti da 20 paesi del mondo, hanno reso pubblico un documento in cui chiedono ai leader del G8 di tagliare le spese militari per finanziare le misure di protezione dell’ambiente. “E’ una grave contraddizione farsi fautori della riduzione dei gas serra e allo stesso tempo mantenere o addirittura aumentare le spese militari”, si legge nel testo. Grande rilievo è stato dato dai partecipanti all’incontro interreligioso alla necessità di iniziative per lo sradicamento della povertà e alla crisi alimentare che rischia di coinvolgere un miliardo di esseri umani. “Assicurare alle persone un accesso adeguato al cibo non è questione che può essere lasciata in balia dei mercati internazionali - Ha dichiarato il pastore Ishmael Noko, segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM) -. Proteggere e promuovere il diritto al cibo è un fondamentale dovere dei governi. I rappresentanti del G8 hanno il dovere morale di sostenere le economie più deboli affinché questo diritto venga garantito”.



Giovedì, 10 luglio 2008