La posta di fra’ Calvino
Pietro non capisce o non vuol capire?

di fra’ Calvino


Caro Giorgio e cari fratelli e sorelle nel Signore, a voi tutti pace e bene!
purtroppo, caro fratello, le tue osservazioni cadono in un tempo in cui insistere su talune caratteristiche del personaggio potrebbero generare “vittimismo” anzi l’aureola del martire nel senso suo proprio di testimone del Vangelo e della Verità. E, ad essere onesti, non sembra così. Certo non è simpatico vedere il successore di Pietro trasformato in un “mostrum” da baraccone gay, ma per chiunque altro tra i mortali molti insinuerebbero che, per molti versi, se lo è cercato. Su questo si potrà tornare se avremo modo di approfondire concettualmente tra “ecclesìa” ,da un lato, ed istituzione/sistema, dall’altro. Diciamo subito che siccome noi viviamo nella consapevolezza di essere “parte” della comunità cristiana, qualunque sia la veste istituzionale-sistemica nel frattempo assunta, difficilmente potremo pigliare le distanze quasi a volerci dissociare, poiché attestiamo e confessiamo di avere una sola chiesa. Dovranno, semmai, essere i gerarchi a fare, quando Dio vorrà, un passo indietro verso il Vangelo, verso il Signore e Maestro unico, verso la “communio” di Fede.

…inevasa la richiesta di speranza…
Non possiamo tuttavia, da cristiani, lasciare inevasa la richiesta di speranza che non tutto è perduto: ma ciò faremo senza infingimenti, falsi pietismi, parole ipocritamente consolatorie e cioè senza rinviare alla “ventura” giustizia divina… alla fine dei secoli.
La domanda, pertanto. resta la stessa: e qui ed ora? Qui ed ora, per continuare a restare in questa chiesa che è nostra vita, possiamo tentare di capire; il che non è poco.
Vedi, caro Giorgio, siamo stati abituati a… non pensare; ci hanno educati alla dipendenza: non devi pensare! Pensiamo noi per te… dalla culla alla bara.

Secondo la “mens” di Gesù
Se invece, avessimo potuto pensare secondo la “mens” di Gesù che, ora, a gran fatica riscopriamo, sapremmo e capiremmo:
1) Gesù, mi diceva qualcuno che ha cominciato ad aprirmi gli occhi, non è che Gesù, da bravo, ineccepibile, “pignolo” burocrate, ha preconfezionato e consegnato agli apostoli un “modellino” di chiesa rifinito all’ultimo grido, una “chiesiola” fornita di tutto punto: sette sacramenti e poi accessori… candelabri, incensieri, paramenti, formulari secondo l’anno liturgico!
La remissione dei peccati come la memoria eucaristica, lo stesso battesimo per la prima chiesa è “obbedire” al comandamento: “quello che ho fatto a voi, fatelo, comunicatelo ai fratelli” e “da come vi amerete, capiranno che siete miei discepoli”. E ciò da fratello (magari maggiore e cioè presbitero) a fratello e non più da Padre a figlio! Ricordate: “non chiamate nessuno padre sulla terra poiché uno solo è il Padre Vostro! E nessuno chiamate Maestro!
Per Gesù non esistono più queste categorie: non esiste “casta sacerdotale” casta sacrale che si frappone tra uomo e Dio. E il comando a Pietro è “pasci le mie pecore”. Gesù non dice “tosa”, tortura, chiudi le pecore. Ma dopo avere richiesto invano il sigillo dell’amore che Pietro non capisce (questa sembra la qualificazione più “buona” sul successore di Pietro: “non capisce”… perché, potremmo pensare che egli, di fronte alle “urgenze sostanziali” del momento, “non vuole capire”) gli comanda di pascere, fare crescere in libertà le pecore: in altre parole il comando di Gesù a Pietro non è quello di convertire e custodire ad oltranza, ma quello di perpetuare la “proposta” del Pastore Buono che “ama”: “se vuoi… se vuoi!”.
2) Gesù ha riunito attorno a sé un gruppo di “amici”, di fratelli. Lui solo il Maestro, tutti gli altri fratelli tra i quali “il primato” sta nel chinarsi a lavare i piedi del più umile, del più povero, del più “sporco”. Guardate! la diversità di prospettiva, la diversità di sensibilità verso la “sporcizia”, tra il papa teutonico e Gesù è abissale. Si direbbe che tra i due, uno non ha capito “niente”. Chi può
essere costui?

Vostro, nel Signore Gesù,





Domenica, 23 dicembre 2007