La posta di fra’ Calvino
Possibile, secondo il vangelo, conciliare politica e potere?

Caro fra’ Calvino
quando nei vangeli si parla "del potere" sorgono dubbi sull’opportunità del credente di impegnarsi in politica: perciò, in un momento difficile e delicato come il presente (tra l’altro c’è una antipolitica galoppante e molta sfiducia nei confronti della politica) io vorrei che lei potesse chiarire meglio dato che da parte di un cristiano come Giorgio La Pira "la politica" è "l’espressione religiosa più alta dopo l’unione intima con dio". Allora è possibile chiarire, da un punto di vista biblico, il rapporto tra potere e politica? E, comunque, è possibile che chi crede nella politica e chi fa politica possa perseguire degli ideali senza guardare mai al potere?




Caro Giorgio e cari fratelli e sorelle nel Signore, pace e bene!
Ti ringrazio perché con questa tua considerazione mi dai l’occasione di chiarire che cosa è il potere: intanto diciamo subito che nei vangeli il potere è definito sempre "diabolico". Anzi il potere e i suoi detentori, nel vangelo, sono rappresentati come elementi diabolici. Perché? e che cosa vi si intende per potere?
Per potere si intende il dominio di una persona o di un gruppo di persone su una persona o, viceversa, un gruppo di persone che dominano basandosi su tre elementi distinti: la paura, la ricompensa, la persuasione.
Primo caso: potere come dominio basato sulla paura. Io vi domino in quanto avete paura di quello che posso farvi: vi posso imprigionare, vi posso togliere delle libertà, vi posso uccidere; questa è la fase primitiva, la fase grezza del potere.
Secondo caso: potere come dominio basato sulla ricompensa; vi domino perché voi sapete che io vi posso dare i posti d’onore, posso corrispondere alle vostre ambizioni o ai vostri desideri di grandezza. In questo caso, in qualche maniera vi compro e siete voi che vi vendete.
La considerazione per questi due primi casi è che al potere che domina con la paura ci si può ribellare per un moto di coraggio; al potere che domina con l’ambizione, con la ricompensa, ci si può opporre in un sussulto di orgoglio.
Perciò tutti i sistemi di potere vogliono, preferiscono puntare sul terzo livello: il dominio sulle persone basato sulla convinzione o la persuasione (che, se occulta, diventa… lavaggio del cervello!). In questo caso io riesco a convincerti che per te, il massimo del vantaggio per la tua esistenza, consiste nell’essermi servo.
È chiaro che il potere raggiunge il massimo risultato quando, attraverso la propaganda e attraverso forme di persuasione riesce a convincere le persone che per loro "è un bene" essere sottomesse. Ripeto: mentre i primi si possono ribellare alla paura e gli altri possono reagire con orgoglio alla compravendita, quelli che vengono dominati in base alla persuasione, questi non solo non cercheranno mai la libertà ma ogni proposta di libertà la vedranno come un attentato alla loro sicurezza.
Il potere si fa "arma sottile" soprattutto quando riesce a far "capire" alla gente che l’essere schiavi, l’essere dominati è il massimo, il miglior risultato possibile per una "vita tranquilla".
Che cercate di più? È quello che il faraone era riuscito ad inculcare nella testa degli ebrei schiavi in Egitto. Non è stato mica facile per Mosè portare il suo popolo nel deserto. Continuamente il popolo si ribellava e diceva: ma non stavamo meglio in Egitto là, per lo meno, mangiavamo le cipolle! Quindi il potere è riuscito a far credere agli schiavi che per loro essere schiavi era una posizione migliore della libertà.
Pertanto il potere è sempre satanico e diabolico. Gesù rifiuta il potere e dice che viene dal diavolo, chiunque lo detenga e lo esercita.
Al contrario, positivo nei vangeli c’è l’autorità. Cosa è l’autorità? Mentre il potere è un dominio basato, abbiamo visto, su questi tre elementi, l’autorità è un servizio basato sulla propria "competenza".
Allora, a questo punto, possiamo far entrare il tema della politica, ma anche il tema della fede e il tema della religione.
Ma dove sta la differenza tra il potere e l’autorità?
L’autorità è un "servizio basato sulla propria competenza" non per dominare gli altri ma per avvantaggiarli: io ho delle qualità, io queste qualità non le sfoggio per brillare come brava persona e per affascinarvi ma le metto a disposizione degli altri perché ne usufruiscano. Quando queste qualità che ho le metto a servizio degli altri e quindi non le uso per me e per lo sfoggio delle mie ambizioni ma li metto a servizio, queste qualità vengono potenziate dall’azione divina e diventano, si chiamano "carisma". Un esempio: l’insegnante mette la sua competenza a servizio degli allievi, ma non per mantenere l’abisso tra lui e l’allievo. Un vero insegnante, se è un vero insegnante, trasmette senza riserve tutta la sua sapienza all’allievo e gioisce non solo quando l’allievo acquista questa sua sapienza e lo raggiunge ma, se è un vero insegnante, gioisce nel momento in cui l’allievo lo supera! L’allievo ha preso tutto quello che il maestro gli ha donato e l’ha fatto suo ma poi lo manifesta in una maniera nuova, originale.
Quindi mentre tra chi comanda e chi obbedisce c’è sempre un abisso che viene mantenuto, nel servizio dell’autorità colui che serve gli altri, libera gli altri e potenzia la loro esistenza: questo è positivo. Questo servizio si compie nella comunità cristiana e quindi anche la politica vi ha posto come servizio. E tuttavia bisogna stare sempre attenti perché molto spesso quello che parte come servizio si trasforma in potere.
Allora è compito della comunità cristiana ribellarsi ad ogni forma di potere (basato sulla paura, sulla ricompensa, sulla persuasione) e invece favorire tutte quelle espressioni che sono di servizio. Riassumendo: il potere è domino di una persona sull’altra, basato sulla paura, sulla ricompensa e sulla persuasione; l’autorità, viceversa, è servizio basato su la competenza. La competenza libera e fa crescere le persone!

Vostro, nel Signore Gesù,





Sabato, 28 giugno 2008