IL SOGNO E IL LANCIO DEL NANO
a cura di Federico La Sala
“Bustine di Minerva”, “Filosofia minima”, e “Berlusconismo”. Umberto Eco passa le consegne ad Armando Massarenti e insieme ri-lanciano “il sogno” e "il lancio del nano". Come una proposta per la scuola di una nuova Italia - ma quella dei "nani" e delle nane" o quella dei cittadini e delle cittadine?! Boh e Bah!!!Una recensione (2006) di Francesca Rigotti e una nota di Federico La Sala .
[...]Di alcuni dei piccoli saggi si percepisce addirittura che sono stati scritti ancora in epoca berlusconica, quando molti di noi usavano le piccole o grandi palestre del loro esercizio scritto o orale per criticare quel triste e tristo - pur nella sua ridicolaggine - periodo della storia d’Italia, caratterizzato dai peggiori «ismi»: neooscurantismo, cesarismo, populismo, scientismo, pressappochismo e così via. Ne è un esempio l’elogio della critica dei cattivi governi, contenuto nel saggetto dal titolo Come far morire le nostre idee al nostro posto[...]
La maggior parte degli esercizi di filosofia minima di Armando Massarenti - raccolti insieme in questo volume dopo essere usciti singolarmente sui supplementi domenicali del Sole24 Ore - si occupa di dilemmi morali, il che è alquanto plausibile per un tipo di intervento che vuole invitare alla riflessione su questioni dei nostri giorni. Condensate e concentrate nelle dimensioni di poco più di un aforisma, queste pillole o briciole - avrebbe detto Kierkegaard - di filosofia affrontano temi etici presenti nel dibattito attuale, invitando il lettore delle amatissime pagine color rosa antico del quotidiano, e ora di quelle bianche del libro, a un momento di meditazione. I soggetti che danno il la al commento sono, ripeto, strettamente legati al presente e al contemporaneo, a ciò che accade o è accaduto da poco nel mondo e in Italia, ma essi vengono poi analizzati alla luce delle considerazioni offerte in casi analoghi dalla tradizione filosofica. Di alcuni dei piccoli saggi si percepisce addirittura che sono stati scritti ancora in epoca berlusconica, quando molti di noi usavano le piccole o grandi palestre del loro esercizio scritto o orale per criticare quel triste e tristo - pur nella sua ridicolaggine - periodo della storia d’Italia, caratterizzato dai peggiori «ismi»: neooscurantismo, cesarismo, populismo, scientismo, pressappochismo e così via. Ne è un esempio l’elogio della critica dei cattivi governi, contenuto nel saggetto dal titolo Come far morire le nostre idee al nostro posto. Uno dei filoni ricorrenti, degno di grande apprezzamento, della posizione filosofica di Massarenti, laica, illuminata, liberale nel miglior senso dei tre aggettivi, è la critica all’oscurantismo religioso, nella forma per esempio del creazionismo; quest’ultimo ama infatti scagliarsi contro l’evoluzionismo armato «di quel ferro vecchio della teologia naturale che è il cosiddetto argomento del Progetto Intelligente», confutabile su tutti i piani, filosofico, teologico e scientifico (cfr. Il sogno segreto del creazionista). Del resto la teoria della congettura, della verifica e della confutazione - caposaldo di quello che definirei un liberalismo non solo politico ma anche sociale e pure scientifico - non è certo appannaggio della mentalità religiosa, che continua a sostenere che senza la presenza di Dio l’etica e la morale diventano discipline prive di significato e di impatto sul comportamento della gente. Al contrario, afferma Massarenti in un altro dei suoi esercizietti filosofici (Dio è morto, viva la morale!), se togliamo di mezzo Dio, l’etica «può svolgere meglio i suoi servigi a chiunque, indipendentemente dal credo religioso di ciascuno». Si può togliere di mezzo Dio dall’etica, aggiungerei, pur essendo credenti. E’ difficile ma non impossibile. Se poi il mio Dio e la mia religione mi confermano in un determinato quadro etico, tanto di guadagnato. Potrebbe essere questa una premessa per cessare di definire l’a-teo (purtroppo non so come altro chiamarlo) come una persona che «non ha» qualcosa, proprio come la teoria e la pratica femminista sono quasi riuscite a far considerare le donne persone dotate di statuto proprio, non esseri umani che «non sono» maschi e «non hanno» qualcosa. La definizione delle persone nasce infatti da quel (poco) che hanno e sanno, non da quel tantissimo, come diceva Socrate, che non hanno e non sanno. Il fulcro dei valori etici di una persona è dato dal suo senso morale, dalla correttezza di comportamento, dalla sua virtù e bontà, (vedi La fortuna (e la sfortuna) di essere buoni), e basta ed è già molto. Insomma, esercitarsi in questa filosofia minima («compact philosophy», mi viene da chiamarla), porta molto lontano con le riflessioni, ben più lontano del nano lanciato nei pubs australiani (ma sarà vero?) e che dà il titolo alla raccolta. Indice
L’autore Armando Massarenti vive e lavora a Milano. E’ responsabile delle pagine Scienza e filosofia del supplemento culturale «Il Sole 24 Ore Domenica». ETICA (responsabilità) Massarenti, Armando,
Nota di Federico La Sala, 30.08.2007 Banalmente, per cominciare. La Terra gira - "il pendolo di Foucault" ce lo prova!!! - e le cose cambiano. E se talvolta o spesso tornano, tornano contro noi stessi e stesse. E non per far tornare i conti. Senza l’oste, i conti non tornano - nemmeno nel gioco del "lancio del nano"!!! Ciò che qui si lancia, che viene lanciato è solo il "se stesso".... e non per comunicare, ma per vincere, e vincere... e, ancora, a con-vincere al proprio "gioco". L’eterno ritorno dello "stesso" è un’altra cosa - è proprio un altro gioco. E non lo si comprende e non lo si può giocare allo specchio, ma solo al di là - altrove. Dove solo può scoppiare la scintilla (Platone, VII lett.), l’"incendio" - non degli incendiarii e dei piromani (armati con "fiammiferi" di "bustine di minerva") - dei "pazzi", dei "santi" e dei "mistici", l’"illuminazione" - o l’estasi, che dir si voglia - dei ri-nati e delle ri-nate in vita!!! Che sanno di se stessi e di se stesse e del "mistero profondo" - dell’Io, e non in senso psicologico (Wittgenstein). E dei "500 millisecondi"(Benjamin Libet, Mind Time). Così, per tutti e per nessuno, come aveva capito Nietzsche - ma non ancora il prof. Ratzinger, e purtroppo anche gli stessi Co-Autori (Armando Massarenti e Umberto Eco) del lancio del ri-lancio de "Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima" (Massarenti, Guanda, Parma 2006). Dal "diario minimo" - via "bustina di Minerva" - alla "filosofia minima". Massarenti riconosce la maestria e il magistero di Eco e, a sua volta, Eco riconosce la maestria e la magisterialità di Massarenti e, finalmente, viene chiarita la "nanità" del sogno. Una brillantissima introduzione (anticipata sul Sole 24 ore di domenica 26.08.2007, in una altrettanto luminosissima pagina di "Scienza e filosofia" - di cui è responsabile lo stesso Massarenti, con il titolo - "Le filosofie minime di Massarenti. Questi ’nani’ rilanciano il pensiero", accompagnata da altri sapienti interventi: "Buona divulgazione. Idee per la vita di ogni giorno"; "Un progetto per Ma qual è "il sogno del nano" o, diversamente e meglio, la "nanità" del sogno dell’uno e dell’altro sognatore?! Eccolo, in soldoni. Nelle parole dello stesso Eco, che lo riprende dal libro-"scatola dei fiammiferi" di Massarenti e lo riconsegna (con la "cattiveria" del "caso" e della "necessità" del "ruolo") allo stesso Massarenti, per il loro divertimento e per la nostra "scontata" entusiastica nano-mania:
Che fare delle loro "scatole di fiammiferi", delle loro "bustine di minerva" e delle loro "filosofie minime"? Certamente - non buttarle nei boschi o, peggio, nelle discariche. Già troppi sono gli incendi "spontanei" - degli uni e delle altre!!! Ma nemmeno fare come se non fossero o non le avessimo a nostra disposizione - è meglio sapere che ci sono, che le abbiamo, e che talvolta ci possono essere utili sia per illuminar-ci, sia per accender-ci una sigaretta sia per accendere un fuoco per riscaldarci o per cucinare... Insomma - cum grano salis, è possibile ed è augurabile che ne facciamo un buon-uso!!! Senza farsi prendere la mano o farsi accecare da doni di falsi Ulisse per presunti Troiani, e continuare sognare sogni da nani, per nani, e contro i nani... E’ vero che i nani, per quanto possano salire sulle spalle dei giganti, restano sempre nani... e i giganti sempre giganti. Ma i nani, se giganti vogliono diventare, lo possono, condizione necessaria e sufficiente è che essi stessi devono imparare a far buon-uso del tradimento e a saper-si accendere, sì da "ardere" fino a a lanciar-si e a portar-si altrove, oltre - oltre questo mondo di mezzi uomini, e mezzo talpe... O no?! Boh e Bah?! Ad ogni modo, al di là di ogni metafisica futura, monotona e monoculare - ciclopica, del rispecchiamento e del labirinto. Sul filo della metafora... del lancio ma non del nano, e non tra nani - quali non sono, i protagonisti... per una filosofia - al massimo, di "due soli" - e non di uno, solo con il nano - un altro nano nascosto nella stiva o sotto il tavolo (come usano i migliori teologi sia del super-mercato sia della chiesa del latinorum: come si sa, Dio è "Mammona" - Deus "caritas" est, per loro)!!! Federico La Sala Sabato, 01 settembre 2007 |