Filmografia
Un caos calmo, ma decisamente troppo carnale...

di Stefania Salomone

La polemica Vaticana sull’ultimo film di Nanni Moretti


SARÀ probabilmente un caso che questa, come altre infelici trovate della CEI e dintorni, giungano in questo momento in cui il governo è vacante e arriva l’orda berlusconiana ad attaccarci con le sue ramanzine pre-elettorali. Anche il Vaticano fa la sua campagna, anche se, a dire il vero, l’ha iniziata un po’ prima della crisi di governo; forse qualche profeta veterotestamentario aveva preannunciato il fatto. C’è chi può…
Si legge: “scene erotiche volgari e distruttive, i due fanno l’amore in piedi, vestiti, senza guardarsi in faccia”. Hanno forse paura che senza guardarsi in faccia i due non si riconoscano?
Pensavo avessimo superato da tempo il concetto del sesso a fini procreativi, della serie “solo mamma e papà, al buio, e senza fare rumore”. Insomma per il magistero il sesso resta una cosa da regolamentare. Nonostante qualche illuminato abbia finalmente ammesso che un’unione sessuale preveda necessariamente il piacere sessuale, siamo ancora lontanissimi dal considerarlo una delle meravigliose modalità di espressione che l’essere umano ha, per sua natura.
Oltre ad aver accusato la Rai per aver trasmesso la fatidica scena (accusa poi rivelatasi infondata), il responsabile del servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei ha invitato gli attori a fare obiezione di coscienza, a rifiutarsi di girare scene erotiche di questo tipo. E perché mai?
Come giustamente hanno sottolineato gli attori, fa parte del loro lavoro. Riportare situazioni reali, e questa è una delle tante, fa parte della ragion d’essere di un’arte come il cinema. Pensiamo davvero che scene come questa rappresentino un cattivo insegnamento? Per chi?
La responsabilità educativa verso i giovani riguarda ben altre cose, e far finta che il piacere sessuale non esista non è affatto educativo. Il desiderio, la conoscenza del proprio corpo e di quello dell’altro sono parte di un processo di crescita fondamentale per l’equilibrio e la stabilità psichica ed emotiva dell’adolescente, futuro adulto.
Vietare, proibire, demonizzare… Tutto questo non aiuta. Crea mentalità disturbate che, come è ovvio, vivranno la propria sessualità in maniera deviata, e di esempi in giro, anche tra i cattolici più devoti, ce ne sono anche troppi. Che la scena di un film mostri un atto sessuale, a prescindere dalla posizione, è una cosa di una tale normalità che ogni scandalo risulta realmente inutile e fuori luogo. O sarà proprio la posizione ad essere sotto accusa?
Si è detto che la scena in questione svilisce il gesto. E’ pensarlo come deviato o deviante che lo svilisce, è il costante intento di istillare il senso di colpa nelle persone che lo rende volgare, è il tentativo sempre attuale di stabilire cosa, quando e come, che ne fa un gesto meccanico, privo di spontaneità e completezza.
Le affermazioni che sto ascoltando fanno parte di una “religiosità” datata e scristianizzante che, come sostiene lo stesso Moretti, riporta ai tempi del Concilio di Trento, come se non fosse trascorso un solo minuto da allora o si fosse passata un gomma da cancellare sul contributo dei padri conciliari dell’ormai dimenticato Vaticano II.
Insomma, il problema, come in politica d’altronde, sembra essere: stare davanti o di dietro.



Giovedì, 14 febbraio 2008