I Teologi del CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO,(che avevano già istituito percorsi formativi per la famiglia in collaborazione con AGEDO ed altri Enti) a seguito dellultimo caso di tragedia famigliare accaduto a Caltanissetta lanciano lallarme alle Istituzioni dello Stato perchè si occupino delle politiche familiari sin dagli anni scolastici con corsi di vera e propria "educazione al matrimonio e alla famiglia", come accade in altri Stati, in UE ed in USA. Lennesimo caso, dopo uninterminabile serie di fatti efferati che hanno visto le famiglie al centro, dovrebbero spingere le Autorità pubbliche a rendersi conto dellimpreparazione e dellimprovvisazione che si registrano nel campo familiare: i giovani di oggi - in una società complessa e fluida ,dove le famiglie facilmente si creano e poi si sciolgono - dovrebbero essere preparati a gestire le crisi matrimoniali con maggiore elasticità psicologica e con un bagaglio di conoscenze che permetterebbe loro di prevenire le crisi acute che spesso sfociano in vere e proprie tragedie. La Chiesa - con i suoi corsi prematrimoniali tenuti nelle Parrocchie e nei consultori cattolici - ha cercato attraverso specialisti psicologi, sessuologi, giuristi, teologi di morale ed anche coppie di consolidata esperienza, di venire in aiuto ai giovani che formeranno una nuova coppia e famiglia, ma evidentemente occorre che lo Stato stesso si occupi maggiormentedella materia, perchè negli ultimi anni - stando alle recenti statistiche sulle vittime delle crisi matrimoniali (circa 700 morti su un totale di varie migliaia di separazioni e divorzi) - il fenomeno è in preoccupante crescita e soprattutto aumentano i casi con epiloghi tragici. In particolare emerge un dato - di per sè stesso molto significativo - ed è questo: gli uomini non riescono a gestire la frustrazione di un legame familiare finito, e dove la decisione della separazione è presa dalle donne, sovente essi arrivano a sopprimere la ex-moglie e in molti casi gli stessi figli, come accaduto in questultima circostanza a Caltanissetta. E il maschio - più spesso al Sud, anche se il fenomeno è diffuso a livello nazionale indistintamente - che non riesce a ricostruirsi una vita relazionale ed affettiva dopo la rottura martrimoniale, vissuta come "fallimento" personale e assoluto, ed è il maschio - spesso giovane o di media età - che ritiene la moglie quasi una sua "appendice", una sua proprietà, priva di autonomia e di vita indipendente,come in una sorta di "maschilismo di ritorno" nelle giovani generazioni . Un novello maschilismo che "uccide la donna" perchè in fondo non ha accettato la sua piena libertà e dignità, ed è spaventato da una vita senza "riferimento al femminile", in altre parole non può far a meno della donna, ma ne teme lautonomia e la libera scelta e perciò la uccide, spesso con estrema violenza. I figli poi che vengono soppressi sono anchessi ritenuti una proprietà del maschio e del padre (lantico "jus vitae et mortis" - diritto di vita e di morte - che si usava sotto limpero romano), e non sono neppure considerati come persone in crescita, con diritto di libera scelta e di avvenire. I figli vengono così trascinati nella crisi dei genitori e - senza colpa alcuna - annientati. Di fronte a queste situazioni devastanti, per ignoranza e impreparazione, e allassenza di "cultura matrimoniale e familiare ", lo Stato ha il dovere inderogabile - attraverso il Ministero per gli Affari sociali e i Ministeri della Pubblica Istruzione e della Sanità - di istituire percorsi formativi concreti, continuati e qualificati e fornire sostegni adeguati. COMITATO DIRETTIVO DEI TEOLOGI Prof. Giovanni Felice Mapelli Presidente ****************** CENTRO ECUMENICO Via Varese,10 20121 MILANO tel.339.52.800.21 fax =============
Luned́, 02 settembre 2002
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