Legge 194
Esponenti del protestantesimo italiano ne sottolineano la funzione sociale

di Agenzia NEV del 23-1-2008

Proposta una moratoria per i morti di AIDS con la distribuzione gratuita di preservativi


Roma (NEV), 23 gennaio 2008 - “Mi piacerebbe lanciare la moratoria contro la morte per la pandemia dell’AIDS attraverso una campagna per la somministrazione gratuita in tutti i continenti, ma particolarmente in Africa, di preservativi come prevenzione e di farmaci per la cura della malattia. Mi piacerebbe lanciare la moratoria dello sfruttamento sessuale di giovani schiave vittime della tratta. Vorrei lanciare a livello planetario la moratoria contro la morte per fame”. Questa la risposta di Anna Maffei, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) alla recente provocazione di Giuliano Ferrara di una moratoria dell’aborto. Maffei lo ha affermato nel corso di un convegno intitolato “A chi fa paura la laicità dello Stato? La legge 194 sull’aborto: una riflessione a più voci sul dibattito in corso”, tenutosi venerdì 18 gennaio nella chiesa battista di Civitavecchia, convegno che ha visto anche la partecipazione della pastora Maria Bonafede; moderatore della Tavola valdese, e di Marco Pannella, euro-parlamentare, il quale ha esordito dicendo: “Benedetto Croce aveva detto che questo Paese non avendo conosciuto la Riforma, produce continuamente Controriforme”. Per Pannella la moratoria dell’aborto proposta da Ferrara non si può fare, perché “l’immondo flagello dell’aborto di massa, che dilagava ed aveva dimensioni terrorizzanti, è stato già debellato”.
Il convegno ha messo a fuoco un approccio all’etica capace di coniugare i principi con le storie delle persone. In un comunicato finale diffuso dall’UCEBI si legge: “Non si può in nome di principi, pur giusti, pontificare sulla vita delle persone e sui corpi delle donne, che talvolta sono costrette all’aborto come male minore”. Maria Bonafede ha sottolineato l’innegabile funzione sociale dell’interruzione di gravidanza: “È stato evidenziato che la legge 194 in 30 anni di applicazione ha prodotto una diminuzione degli aborti di oltre il 60% delle donne italiane e del 46% come dato complessivo. Questa legge, per molti versi migliorabile, ha dunque svolto una funzione sociale importante, riducendo una piaga sociale che ha esposto per anni le donne agli aborti clandestini e spesso al pericolo per la propria vita”. Sia la presidente Maffei che la moderatora Bonafede hanno espresso l’auspicio che la legge non sia rivisitata, per il pericolo attuale di restrizioni ulteriori che sarebbero dannose ed anacronistiche.



Sabato, 26 gennaio 2008