Stampa estera
Rassegna stampa di domenica 27 gennaio 2008

di José F. Padova

Sembra che molti, in Italia, si disperino per la situazione del Paese, per la sensazione di disfacimento irrimediabile, intensificata dalla prospettiva di rivedere al governo gli stessi che con il colpo di coda della legge elettorale "porcata" hanno contribuito essenzialmente al disastro (dopo aver fatto felicemente gli affari loro e disfatto i nostri per cinque anni).
L’articolo che segue è di due anni fa, ma può fare riflettere anche oggi sulla responsabilità individuale di ognuno di noi per quanto accade nel mondo.
Le anime morte di Srebrenica
Dieci anni dopo: la città del più grande massacro in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale cerca disperatamente un futuro
di Thomas Schmid (traduzione dal tedesco di José F. Padova)
(c) DIE ZEIT 07.07.2005 Nr.28 tf
Un costume nero con trecce amaranto, fra le mani distese un fazzoletto rosso fuoco: Ahmo Begic dirige un kolo [ndt.: danza folcloristica in cerchio]. Sei ragazze abbigliate nel costume tipico eseguono la tradizionale danza serba. Nella sala piena ai tavoli si beve birra e vino e slivovica, acquavite serba di prugne. L’umore è allegro. Luogo e scena: un hotel malridotto a Srebrenica, una cittadina che fino a dieci anni fa quasi nessuno conosceva. Eppure a Srebrenica è stata scritta una spaventosa pagina della storia mondiale. I serbo-bosniaci in questo luogo uccisero 8.000 bosniaci musulmani. È stato il peggiore massacro in Europa dopo la Seconda guerra mondiale. «Possano le lacrime delle madri diventare preghiere perché non accada mai più una Srebrenica, per nessuno e in nessun luogo», sta scritto su una lapide nel grande cimitero della vicina Potocari, dove sono sepolte le vittime.
Ora sono trascorsi dieci anni. L’11 luglio 1995 i serbi, al comando del generale Radko Mladic, travolsero la zona protetta .......
J.F.Padova



Lunedì, 28 gennaio 2008