Rassegna stampa del 27 settembre 2008

di José F. Padova

Mi lascia perplesso il fatto che il Ministro di polizia Maroni, definibile anche come "improntiere" (acchiappaimpronte), non abbia ancora inviato una delegazione, capeggiata da Borghezio, in Repubblica Dominicana. Infatti là si sa come sfruttare gli "sporchi negri" (quelli con la pelle che puzza, secondo il sindaco di Lampedusa), merce che viene importata clandestinamente (ma guarda!) da Haiti. Fra i Signori dello Zucchero che trafficano in schiavi versione XXI° secolo si fanno onore anche gli italiani, la Famiglia Vicini. Eppure anche qui da noi c’è gente che non ha nulla da imparare nel campo dello sfruttamento di mano d’opera clandestina. Anzi, la "clandestinità", istituzionalizzata col rendere burocraticamente quasi impossibile la regolarizzazione degli immigrati, fa quasi pensare a un tacito accordo, a una strizzatina d’occhio fra l’Autorità e l’Imprenditore-Sfruttatore. Sono maligno, è vero, ma forse un poco di ragione ce l’ho.
Il sasso nello stagno della torpida "opinione pubblica" lo ha lanciato in Francia un film italiano. Che molto probabilmente non sarà ospitato nelle sale italiane, o vi resterà qualche ora, purtroppo.

Haiti, il film-shock italiano che commuove la Francia
di Laura Putti
Repubblica ­ 17 luglio 2008 pagina 44 sezione: SPETTACOLI
C’ è un piccolo film italiano che da più di un mese resiste in due sale parigine e in una quindicina in tutta la Francia. è, come "La classe" e come "Gomorra", un film al confine tra la finzione e il documentario, e non ha attori professionisti. Una storia di sconvolgente crudezza. Proprio come i due film premiati a Cannes, fa parte di quel cinema militante, di denuncia, molto apprezzato in Francia. S’intitola Haiti chérie (titolo di una canzone di Toto Bissainthe, voce simbolo del popolo haitiano, morta nel ’ 94) è diretto da ......

Intervista al padre Pedro Ruquoy
Spazio insulare / Santo Domingo, 1 ottobre 2007
Pubblicato da Steven Gehy (traduzione dallo spagnolo di José F. Padova)
http://petitionvillehaiti.blogspot.com/
È stato portato fuori dalla Repubblica Dominicana sotto serie minacce di morte. Oggi si trova nello Zambia, nell’estremo sud africano, ma questa circostanza non gli ha impedito di continuare a difendere gli immigrati haitiani che lavorano nell’industria zuccheriera dominicana.
Espacio Insular pubblica in esclusiva per i suoi lettori un’intervista realizzata dal nostro collega José Ernesto Mendez al padre Pedro Ruquoy, sacerdote cattolico di origine belga, che è emerso su piani mondiale con le sue denunce.
Nell’intervista il missionario rivela dettagli del traffico illegale di persone attraverso la frontiera haitiano-dominicana, una denuncia che coinvolge militari e funzionari e ......

Sempre in tema di fascismo, più o meno strisciante, fa piacere segnalare un articolo del direttore di Famiglia Cristiana, don Giovanni Sciortino, che da qualche settimana ha iniziato una vera e propria campagna, per segnalare la deriva fascistoide del governo, ma anche per dare l’allarme al mondo cattolico. Sembra ci riesca, a dare la sveglia, perché la Conferenza Episcopale CEI per bocca del card. Bagnasco improvvisamente ha tuonato contro il trattamento inflitto agli immigrati e lo stesso Papa ha nominato segretario della CEI un vescovo che si può sperare sia meno "destrorso" del predecessore Betori. Potenza del milione di copie che Famiglia Cristiana diffonde tutte le domeniche.

Il passo breve verso l’autoritarismo
di don Antonio Sciortino, Repubblica - 25 Settembre 2008
La semplificazione del quadro politico alle ultime elezioni e l´ampia investitura popolare ottenuta dal Pdl (e di conseguenza dal governo del presidente Berlusconi) ha posto nel paese la questione del rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia di opinione. Il dibattito può assumere anche toni drammatici quando, invocando l´estesa legittimazione popolare al governo in carica, si mette in dubbio la possibilità altrui di esprimere opinioni e critiche sull´operato del governo. Quando poi gli attacchi vanno dritti contro un giornale e si dissente sul diritto all´opinione diversa e alla critica (non verso le istituzioni, ma verso le idee e le azioni che uomini delle istituzioni esprimono), è legittimo chiedersi se non sia in atto un ritorno all´autoritarismo ....


José F. Padova



Sabato, 27 settembre 2008