Rassegna stampa giovedì 3 gennaio 2008

di José F. Padova

Questo articolo riguarda la situazione del Kosovo  e risale allo scorso mese di marzo, ma potrebbe essere stato scritto ieri. La desolante mancanza di lungimiranza da parte dei governi, specialmente europei, che potrebbero subire le conseguenze per avere distolto lo sguardo, continua nella generale indifferenza. Ma è caratteristica consolidata, ormai, di questo nostro tempo superficiale, il risveglio attonito davanti a quello che già potevasi affrontare prima.
Indipendenza del Kosovo, una bomba a scoppio ritardato
Le Monde Diplomatique, marzo 2007
di Jean-Arnault Dérens (traduzione dal francese di José F. Padova)
 L’ultima riunione per i negoziati sul futuro statuto del Kosovo si è aperta a Vienna il 21 febbraio 2007. il capo della delegazione kosovara Vetton Surroi ha preteso l’indipendenza, che il Parlamento serbo ha formalmente escluso con il suo voto del 15 febbraio. L’inviato speciale delle Nazioni Unite Martti Ahtisaari avrà grandi difficoltà nell’ottenere un consenso sulla base del suo documento che prevede una «sovranità sotto sorveglianza internazionale». In mancanza di accordo la decisione finale spetterà al Consiglio di Sicurezza.
 Le proposte dell’emissario speciale delle Nazioni Unite (ONU), Martti Ahtisaari, preesentate il 2 febbraio 2007, servono come base per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e impegneranno il Kosovo su una via che conduce senza equivoci all’indipendenza. Il Kosovo redigerà la sua Costituzione, sceglierà il suo inno e la sua bandiera e soprattutto potrà aderire a tutte le organizzazioni internazionali, in particolar modo alle Nazioni Unite. Certo, la parola «indipendenza» non figura in nessun passaggio del testo del sig. Ahtisaari, ma non spetta al Consiglio di Sicurezza decretarla: ciò contrasterebbe con la Carta dell’ONU. L’accesso all’indipendenza risulta da due azioni: la sua proclamazione e il suo riconoscimento .........

J.F.Padova



Sabato, 05 gennaio 2008